Nel precedente articolo avevamo lasciato James Hillman studente al C.G. Jung Institute. (Clicca QUI per conoscere la vita, la famiglia, il daimon e i viaggi di Hillman).




Sono un pettegolo e quindi mi piace leggere soprattutto biografie. Mi fanno apprezzare il significato del destino e la vacuità delle scelte che compiamo.
Ecco perché leggo compulsivamente le notizie biografiche dei personaggi della psicoanalisi. In questo modo da miti, essi diventano uomini.

Credo che guardando gli uomini dietro i miti si riesca a rubare meglio la loro tecnica psicoanalitica. Lo stesso Freud diceva che per essere un grande psicoanalista bisogna conoscere la storia della psicoanalisi.

Continuiamo quindi a conoscere James Hillman e partiamo dalle domande che ci eravamo posti la scorsa volta:

Cosa accadde nel C.G. Jung Institute?

James Hillman, c
ome diventò Direttore degli Studi?

Ma soprattutto perché fu “bandito” e “cacciato” via dall’Institute?

Nell’articolo risponderò a queste domande grazie al supporto della bellissima biografia scritta da Dick Russell The life and ideas of James Hillman.

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Direttore degli studi
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James Hillman stava terminando il percorso di studi e formazione presso il Carl Gustav Jung Institute.

Il primo incontro privato tra Jung ed Hillman avvenne in occasione della stesura della tesi sulle emozioni, che poi divenne il suo primo libro: Emotion.




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Dopo la stesura della tesi, Hillman completò il percorso di studi e nel 1959 terminò gli esami diventando così uno psicoanalista “junghiano”.

Boom! Summa cum laude, scrisse James Hillman in una lettera.

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A quel tempo nel C.G. Jung Institute non esisteva una carica da Direttore degli Studi.
Come riuscì Hillman a raggiungere questo titolo?

Così, quasi subito dopo aver completato gli esami che lo portarono ad essere un Analista Junghiano nel 1959, Hillman inventò questa carica. (Dick Russell, The life and Ideas of James Hillman, p. 451)

Sì, hai letto bene! James Hillman diventò Direttore degli Studi dello Jung Institute inventando la carica (geniale!).

Hillman contattò Frank Riklin, che era appena diventato il presidente del C.G. Jung Institute di Zurigo. In una lettera appassionata scrisse che nel C.G. Jung Institute c’erano sentimenti di declino e degrado, ed era arrivato il tempo di prendere delle decisioni. Inoltre affermò che il destino dell’Institute era legato al suo destino, come testimoniavano i sogni e le sensazioni.

Fece così visita ad ognuno dei 7 membri del curatorium per convincerli.

Franz Bauman, che rappresentava la famiglia Jung nel curatorium, apprezzava Hillman. Inoltre, considerava vantaggioso da un punto di vista economico avere un americano come Direttore degli Studi.

Il 21 Aprile del 1959, a soli 33 anni, James Hillman diventò il Direttore degli Studi (Studienleiter) del C.G. Jung Institute.

Se ti piacciono i numeri, Dick Russell ci informa che Hillman prendeva per questa carica un salario di 8.000 Franchi Svizzeri all’anno (l’equivalente di 18.000 dollari americani).

Volevo rendere l’Institute più grande, importante e ampio, meno parrocchiale. (Dick Russell, The life and Ideas of James Hillman p. 452)

In questo periodo scrisse diversi articoli, ma soprattutto avviò uno studio importante sugli animali insieme ad una squadra di 5 studenti. Lo studio sugli animali, le immagini e i sogni su di essi, lo seguirono per il resto della vita.

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Un terribile amore per la guerra
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Di tanto in tanto Hillman incontrò Jung per discutere sul futuro dell’Institute.

Jung sosteneva che l’Institute doveva rimanere “piccolo“. Il C.G. Jung Institute aveva bisogno di qualità, non di soldi.

James Hillman in questo periodo lavorava al saggio Il suicidio e l’anima, dove capovolse ogni prospettiva e demolì ogni tabù sul tema del suicidio. Hillman considerava il suicidio non soltanto come una via di uscita dalla vita ma anche come una via di ingresso nella morte. Hillman non concepiva il suicidio come una mossa contro la vita, ma come un andare incontro al bisogno imperioso di una vita più piena.

La sua prima analista, Rivkah Scharf-Kluger, affermò che il libro fosse troppo estremo. Meier addirittura si mostrò molto arrabbiato nei confronti del saggio.

Patricia Berry (futura seconda moglie di Jim), appena arrivata all’Institute per diventare terapeuta, si accorse che c’erano delle dinamiche perverse nei confronti di Hillman da parte dei suoi stessi analisti.

Più tardi Il suicidio e l’anima diventò uno dei più grandi saggi dell’ultimo secolo, impressionando favorevolmente la critica letteraria.




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Il 6 Giugno del 1961, Jung morì.

Per Hillman, Jung non fu il maestro, ma (secondo le sue stesse parole) un antenato, un nonno con il quale confrontarsi e da cui prendere spunto.

Dopo la morte di Jung, nell’Institute scoppiò una vera e propria guerra tra i vari discepoli dello psicologo svizzero. Prima della morte di Jung lottavano per la sua approvazione, ora lottavano fra di loro per il potere.

Hillman era una spina nel fianco per i discepoli diretti di Jung perché non faceva parte di queste dinamiche, in quanto aveva avuto una relazione diversa con il grande psicologo svizzero. Nonostante tutto, era riuscito ad avere molto potere all’interno del C.G. Jung Institute, e per questo motivo suscitava astio e invidie.

La stessa Jolande Jacobi era risentita della posizione che aveva assunto Hillman, perché la voleva per suo figlio. Inoltre, era sempre in opposizione a qualsiasi cosa facesse l’analista americano.

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TRADIMENTI




In quegli anni Meier, precedente analista di James, diventò analista anche della moglie di Hillman: Kate.

Il 2 ottobre del 1964 Jim discusse a Londra un intervento intitolato Tradimento: fu profetico.

Tra il 1965 e il 1967 Hillman venne a sapere che Kate era “intimamente coinvolta” con il suo analista Meier.

James si recò subito da Meier per accusarlo, e lui rispose Devi pararne con Kate, io non ti dirò nulla.

Kate confermò l’accaduto.

Ero sul punto di colpire fisicamente Meier, ma non lo feci. (James Hillman)

Iniziò così un periodo di turbamento per Jim: Non ho mai avuto tanto bisogno d’aiuto come adesso, sono abbastanza disperato psicologicamente, ma non con il mondo.

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◈ …E TRADIMENTI
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Hillman ebbe in analisi diverse donne, tra cui Bea, moglie del reverendo Arthur V.

La vide un paio di volte a settimana per almeno due anni.

Ad un certo punto dell’analisi, Arthur chiese a Bea se fosse innamorata di Hillman. Lei rispose che c’era qualcosa di reciproco. Arthur le disse che era il normale Transfert della terapia e che l’avrebbe portata alla guarigione.

Però al ballo organizzato dall’Institute tra studenti e docenti, Jim e Bea danzarono cheek to cheek. Arthur era gelosissimo e parlò con Hillman. James affermò che non aveva mai fatto nessun acting out e non ne aveva intenzione. Anni dopo Bea disse che non ci fù mai nulla di sessuale tra di loro.

Ma Arthur era troppo geloso di Bea, così tornarono in America. James e Bea ebbero un’intensa corrispondenza.

Un giorno Arthur aprì una delle lettere.

Questa venne usata per il divorzio e per citare James Hillman in giudizio accusato di adulterio. Arthur inviò la lettera anche a Kate, al curatorium del C.G. Jung Institute, a Meier, a Frey e ad altri analisti. Furono coinvolte una quarantina di persone.

In The Junghians, Thomas Kirsch scrisse Altri sono caduti in tentazione, e Hillman sicuramente non fu il solo o il primo.

All’interno dell’Institute scoppiò una tempesta, con una parte del curatorium a favore di Hillman, l’altra parte (come sempre) contro.

Dopo un lungo dibattito, il curatorium, nonostante le insistenze del reverendo Arthur, decise di chiudere il caso avendo ottenuto le scuse di Hillman. Tuttavia James sapeva che non sarebbe finita lì.

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◈ L’ADDIO
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James Hillman continuò a lavorare per l’Institute, andando in giro per il mondo come relatore di conferenze.

In quegli anni conobbe anche Patricia Berry, che fu in seguito la seconda compagna (infine ebbe poi anche una terza compagna: Margot Mclean).

Inoltre cominciò a frequentare le Tagung (conferenze) di Eranos, cercando di collegare Casa Eranos al C.G. Institute.

Nel frattempo Arthur V. aggiunse una richiesta di risarcimento per l’ammontare di 10.000 Franchi Svizzeri ai danni di James e del C.G. Jung Institute.

Nel 1968 la causa tra Arthur V. e l’Institute si risolse con un’assoluzione dell’Institute. Mentre Hillman dovette risarcire 4.000 dei 10.000 Franchi chiesti dal reverendo.

Frank Riklin alla fine si arrese alle pressioni di alcuni membri dell’Institute e del curatorium, e preparò così le dimissioni per James Hillman.

Era il 1969 quando Hillman fu costretto ad abbandonare la carica di Direttore degli studi del C.G. Institute.




James Hillman e Margot McLean

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James Hillman considerò questa sua esperienza come un ponte, un lancio per ciò che sarebbe diventato. Una sorta di battesimo del fuoco.

Aveva perfettamente ragione.

Oggi James Hillman lo conosciamo per i capolavori immaginali che ci ha lasciato.

Quando intervistammo Claudio Widmann per L’Anima Fa Arte (Clicca qui per scaricare il numero 0 con l’intervista), guardando la foto di James Hillman, ci disse:

Se mi consentite non darò una risposta seria, ma scherzosa. Citando un mio amico, che è ancora più provocatorio di me, vi dico che James Hillman è stata quella figura che ha esonerato generazioni intere di analisti dal pensare. Ha pensato lui per tutti.
Ripeto, è una risposta scherzosa, tuttavia un’osservazione seria. Un’osservazione che vuole prendere in considerazione, con grande serietà e ammirazione, la capacità di pensiero originale di rovesciare le cose, di filtrarle. Hillman riesce a prendere le cose che sono sotto i nostri occhi e incastonarle in una prospettiva più grande che mi piace chiamare archetipica; la prospettiva dell’universo, di cui noi siamo solo navigatori millesimali.

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Ora che abbiamo conosciuto le vicende che hanno portato James Hillman ad essere JAMES HILLMAN, siamo pronti per scoprire insieme cos’è la Psicologia Archetipica… CLICCA QUI per leggere l’articolo d’approfondimento!

A presto!

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Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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