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Editoriale n.12 – Settembre 2016

 

Bentornati cari lettori.

Alcuni di voi che ci seguono assiduamente e che leggono i nostri articoli con molto entusiasmo (l’ultimo numero è stato sorprendentemente downloadato quasi più di tutti gli altri, ed è nella sezione archivio da soli quattro mesi) ci danno la spinta e la voglia per continuare questo studio, questa ricerca, questo modo – forse – un po’ originale di voler approfondire la psicologia unendola all’arte, offrendo la speculazione psicologica come arte, come movimento culturale di cui fa parte e delle cui immagini si nutre.
A volte abbiamo sollevato, soprattutto nel mondo on-line, perplessità. Alcune persone ci hanno chiesto perchè: perchè L’Anima Fa Arte, perchè questo nome ma soprattutto perchè L’Anima FA Arte.
Colgo l’occasione quindi, per rileggere insieme a voi alcuni passi di James Hillman riguardo la psicologia archetipica.

« È una psicologia che volutamente si collega con le arti, la cultura e la storia della società, le quali traggono anch’esse origine dall’immaginazione. Il termine “archetipico” – contrapposto al termine “analitico”, che è la qualifica abituale della psicologia junghiana – è stato scelto non soltanto perché rifletteva “gli approfondimenti teorici dell’ultimo Jung, che tenta di risolvere i problemi psicologici andando oltre i metodi scientifici (ibid.), ma, e soprattutto, perchè ciò che è “archetipico” appartiene a tutta la cultura, a tutte le forme dell’attività umana, e non esclusivamente ai professionisti della moderna terapeutica. Essi non possono però essere contenuti unicamente dalla psiche dato che si manifestano anche nelle modalità fisica, sociale, linguistica, estetica, spirituale. Di conseguenza la psicologia archetipica trova i suoi primi collegamenti con la cultura e con l’immaginazione, e non con la psicologia medica e la psicologia empirica, che sono soltanto manifestazioni limitate e positivistiche della condizione dell’anima nell’Ottocento.
Possiamo quindi considerare la psicologia archetipica come un movimento culturale che ha, tra gli altri, il compito di giungere a una re-visione della psicologia, della psicopatologia e della psicoterapia. »

A proposito dell’anima Hillman dice:

«La metafora principale della psicologia dev’essere l’anima. Psicologia (logos della psyche) etimologicamente significa: ragione o discorso o racconto intellegibile dell’anima. È compito della psicologia trovare il logos per la psiche, dare all’anima un resoconto adeguato di se stessa. »

Dopo questi approfondimenti hillmaniani, lascio quindi alla vostra “immaginazione” intuire il motivo per cui L’Anima Fa Arte.

Siamo alle porte dell’autunno e questo tema, questa immagine, ci sembrava potesse nutrire l’esigenza della psiche così come quella della natura, di essere come foglie, caduche, multicolori o sempreverdi.

La sensazione di caducità ci è stata fenomenologicamente espressa dal terremoto avvenuto qui in Abruzzo, una notte di qualche settimana fa.
Per codesto motivo, Foglie è dedicato a tutte le vittime cadute, ai loro familiari e a chi ha perso ogni cosa alle 3.32 del 24 Agosto.

Buona Lettura

Valentina Marroni