La relazione manipolativa

Vieni, celebre Odisseo, grande gloria degli Achei,
e ferma la nave, perché di noi due possa udire la voce.
Nessuno è mai passato di qui con la nera nave
senza ascoltare con la nostra bocca il suono di miele,
ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose

La manipolazione è un tema molto caro alla psicologia sociale. Fa parte della nostra esperienza quotidiana, con risultati eterogenei. Tuttavia, lasciando la psicologia sociale in disparte, oggi vorrei soffermarmi sull’idea di relazione manipolativa, su quei rapporti che vivono e resistono attraverso una manipolazione.

Poco importa in queste righe se la relazione manipolativa è tentata, effettiva, subita o positiva. Proverò a domandarmi in queste righe come avviene simbolicamente una relazione manipolativa. E per farlo mi appoggerò a chi è ritenuto il prototipo dell’uomo moderno: Odisseo.

Personaggio usato un po’ come il prezzemolo, sicuramente, ma nella sua epopea ha offerto degli incontri ricchi di simboli. Soprattutto con le donne o con le divinità con sembianze femminili. Nel rapporto tra Odisseo, Calipso, Circe e le Sirene ci sarà lo spunto per riflettere su come si manifesta una relazione manipolativa.

Condannati ad essere umani

Ebbene sì, Odisseo è il prototipo dell’uomo moderno. Un uomo in perenne movimento, alla ricerca di casa e di nuovi viaggi. Un uomo che incontra una vasta gamma di realtà, con cui, di volta in volta, instaura relazioni. Da queste relazioni, l’uomo moderno ne esce cambiato, evoluto. Manipolato. La manipolazione deriva essenzialmente dal termine “mano” e dal verbo “plasmare”. Indica un processo, ma con una unità di misura precisa: la mano. La manipolazione non garantisce un cambiamento radicale. Non è una lobotomia. Lo sa bene Calipso.

Calipso è rappresentata come una donna bellissima ed immortale. Per molte e molti una condizione invidiabile. Tuttavia, era condannata a incontrare uomini belli ed eroici, che non avrebbero mai potuto restare. Uomini di cui si innamorava, pur essendo condannata a lasciarli partire, uno ad uno.

Calipso subisce una costante manipolazione. Il suo amore viene plasmato alla partenza, costante. La relazione che vive è una relazione manipolativa già per questo aspetto: è una relazione condannata a finire, contro la sua volontà. Perfino il suo amore per Odisseo viene plasmato da agenti esterni: Atena, le moire, il destino stesso… Ama Odisseo alla follia, ma dovrà lasciarlo partire.

Subisce la relazione manipolativa, sicuramente. Tuttavia, in contemporanea, prova ad agire, a costruire la sua relazione manipolativa. Come? Offre ad Odisseo l’immortalità. Offre all’uomo amato la possibilità di sconfiggere il terrore più grande degli eroi dell’antica Grecia: l’oblio. Un uomo immortale vince il terrore dell’essere dimenticato. Ad Odisseo viene offerta la possibilità di essere un eterno presente.

Ecco il primo simbolo della relazione manipolativa: l’antidoto alla paura. Quanti uomini e quante donne desiderano ardentemente sentirsi unici, belli, compresi, accolti, amati? Quante donne e quanti uomini hanno il terrore di restare da soli? Ed ecco che c’è l’antidoto alla paura…una relazione d’amore in cui si promette non solo l’eternità, ma anche la possibilità di essere amati senza limiti.

L’antidoto offerto è tragicamente umano, tragicamente banale: un amore così non può esistere nella vita degli esseri umani. Odisseo piange, perché il suo non è un destino di immortalità. Odisseo, uomo comune, non può essere immortale. Non può vivere nella quiete perfetta di una foresta incantata, dove le ninfe cantano e dove regna la quiete. Odisseo non può sfuggire alla sua natura umana. Calipso non può vivere la sua relazione manipolativa e non potrà subirla fino in fondo. La spiegazione la darò tra qualche riga…

Tra divinità e stregoneria

Una relazione manipolativa. Già questa definizione spaventa. In realtà, ogni relazione vive e sopravvive attraverso una manipolazione costante. Il mito delle due metà di una mela è un’illusione. Non c’è relazione che può sopravvivere, a meno che non muti, a meno che chi ne fa parte non si evolva di pari passo con l’altro.

Lo sa bene l’uomo che incontra Circe. Circe presentata come dea, ma con capacità tipiche di una strega. Circe che attrae gli uomini con la sua voce melodiosa, che li accompagna a un suntuoso banchetto, per poi condurli alla loro natura animale attraverso una pozione. Circe crea una relazione manipolativa. Non trasforma ogni uomo in un singolo animale. Al contrario, per ciascuno di loro c’è l’evoluzione (o involuzione) all’animale che meglio lo rappresenta: un maiale, un cane, un cavallo… L’uomo manipolato muore alla fine del suo cambiamento, muore alla fine della sua relazione manipolativa.

Pensate alle relazioni che vivono di sola passione. O alle coppie che dopo anni accettano una condizione di pacifica convivenza, in cui l’amore sembra aver fatto posto alla confidenza e alla reciproca accettazione. Non c’è una connotazione di merito in queste relazioni, badate bene. Ma c’è una relazione manipolativa costante: ciascuno si evolve, manipola e si lascia manipolare. L’amore può morire e può rinascere sotto altra forma. E qui risiede una delle chiavi centrali delle relazioni manipolative: l’evoluzione costante.

Omero ci racconta di un inganno, sicuramente. Ma in quell’inganno ci sono già i segni della fine di questa relazione manipolativa: intorno a Circe sono descritte le ossa degli sciagurati viandanti. Omero fiuta l’inganno e a sua volta instaura una relazione manipolativa con Circe: i suoi trucchi sono svelati. O ri-dona forma umana agli uomini vittime di stregoneria o ella stessa morirà. In altre parole, se la relazione manipolativa non si evolve, perfino chi l’ha creato sarà tanto insoddisfatto da essere costretto a morire.

Il canto delle Sirene

Il canto delle sirene viene immaginato come un inganno a tutti gli effetti. Molte e molti si immaginano in quel canto un insieme magico ed inebriante di parole. Sapete cosa promettono le sirene ad Odisseo? Promettono la conoscenza, uno dei pallini di Odisseo. Nella relazione manipolativa proposta dalle Sirene c’è una tipologia peculiare di relazione: c’è il rapporto con le nostre passioni, con i nostri pallini.

Sì perché le nostre passioni sono l’esperienza più profonda di relazione manipolativa tipica con cui possiamo confrontarci. Nello sport c’è una manipolazione costante: la necessità di allenarsi, l’obiettivo di aumentare sempre i propri risultati, lo scontro costante con la natura umana. Quante e quanti di noi hanno modificato radicalmente la propria vita per inseguire un sogno, per difendere il proprio lavoro o per “tenere in piedi” l’idea di famiglia?

Anche nell’incontro con le sirene, Odisseo subisce e mette in pratica una relazione manipolativa. Rimane legato all’albero della sua barca, ma non rinuncia all’ascolto del canto.

Conclusioni

Sapete perché anche Calipso non può subire fino in fondo la sua condanna? Perché è ancora in grado di amare e di innamorarsi. Ma per farlo dovrà accettare se stessa e la sua condanna.

Odisseo – prototipo dell’uomo moderno, lo ripeto – ha vissuto e creato relazioni manipolative. Le ha integrate nel suo viaggio.

Ci sono relazioni manipolative in ogni aspetto della nostra vita. Più o meno radicali. Di qualsiasi tipo sia la nostra relazione manipolativa, a ciascuno di noi è data la possibilità di accorgersi che la possibilità di essere manipolati risiede nelle fessure del nostro carattere, in tutto ciò che di noi stessi conosciamo solo in superficie. Odisseo lo scopre con Calipso e con il suo terrore dell’oblio: la relazione manipolativa risponde al nostro terrore di essere soli e dimenticati. Odisseo lo scopre con Circe: la relazione manipolativa affonda le sue radici nella nostra natura più segreta e nascosta, nel nostro animale guida.

Odisseo lo scopre con le sirene: la relazione manipolativa vive anche con e nelle nostre passioni più vere. Ma Odisseo, come ogni essere umano, vuole tornare a casa per poi ripartire. Non c’è essere umano che rimane immutato in una relazione. Evolvendosi modificherà anche la relazione manipolativa.

Come si vive in una relazione manipolativa? Accogliendo la natura umana: l’uomo è in costante evoluzione.

P.S. CLICCA QUI per leggere Le donne di Narciso

Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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