Il gesto reale

Pazzo chi al suo signor contraddir vole, se ben dicesse ch’ha veduto il giorno pieno di stelle e a mezzanotte il sole (Ariosto)

Divorziare dalla famiglia reale britannica: è il gesto clamoroso del principe Harry e della moglie Megan.

A chi non è mai capitato di aver finito la propria pazienza di fronte alle mille beghe famigliari? Chi di noi non si è mai trovato “fuori posto” nelle dinamiche della propria famiglia? Dietro al gesto (formale) di una delle coppie più famose del mondo ci sono radici psicologiche profonde. Emozioni, sentimenti, immagini che proveremo a capire con un’opera inserita nella Royal Collection – la raccolta d’arte della famiglia reale britannica – il Ritratto di Margherita Paleologa di Giulio Romano.

Guardando a quest’opera e al gesto di Megan e Harry quanto potrai trovare di te stesso?

Un ritratto “reale”

Margherita Paleologa Giulio_Romano

Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati. (Platone)

La corona britannica è una delle istituzioni più famose al mondo. La storia della regina Elisabetta e della sua famiglia domina da decenni le vicende del Commonwealth britannico e non solo. Parliamo di una famiglia reale. E reale assume già di per sé due distinti significati: reale, come aggettivo che indica una dinastia di regine e di re; reale, come appartenente al mondo delle cose, alla concretezza. Due sfaccettature di uno stesso lemma, ma apparentemente in costante contraddizione.

Una delle caratteristiche della Corona inglese e della sovrana è quella di possedere una collezione di opere d’arte che conta 7000 dipinti e 40000 acquerelli. Tra questi, per provare a scorgere il significato psicologico del gesto di Megan e di Harry, ci concentreremo su un ritratto del 1500. Un ritratto che ha come soggetto una nobildonna, vestita di tutto punto. La protagonista assume la centralità dell’opera; sarà sempre lei a fare da parafulmine per lo sguardo degli spettatori. Ma alle sue spalle c’è una scena in movimento. Probabilmente, ospiti che entrano in scena, con una figura femminile che apre una tenda verso il mondo esterno.

Credo che questa sia l’opera giusta per aprire uno spiraglio alla comprensione di cosa voglia dire essere membri di una royal family, senza esserne il perno: vivere una vita al centro dei riflettori, ma sempre all’ombra di qualcuno o di qualcosa.

Essere principi vuol dire avere sopra di sé un re o una regina. Essere membri di una famiglia coronata vuol dire essere sempre sotto i riflettori dei media e del protocollo. E a questo si aggiunge essere membri di una famiglia reale, sì, ma condizionata da mille regole e altrettante convenzioni: la vita, quella dei sentimenti più umani, è confinata sullo sfondo, proprio come nel Ritratto di Margherita Paleologa.

I sentimenti del divorzio

L‘angoscia

La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re, non si rende conto che in realtà è il re che è Re perché essi sono sudditi. (Karl Marx)

Nel comunicare il divorzio dal ruolo di “altezze reali”, Megan ed Harry hanno tenuto a precisare che si impegneranno a guadagnarsi da vivere autonomamente. E qui c’è l’urlo di umanità in cui tutti ci possiamo riconoscere. Chi per scelta e chi per necessità, tutti noi abbiamo lasciato o lasceremo prima o poi il nostro nucleo familiare di origine per cercare la nostra strada. In questa separazione dolorosa c’è uno dei gesti di crisi e di crescita più importanti dell’essere umano.

La Grande Madre è uno degli archetipi con cui entriamo più spesso in contatto e in conflitto. Archetipo benevolo e tollerante, ma, allo stesso tempo, fonte di angoscia, che seduce e divora. Ecco la Grande Madre è il simbolo della famiglia da cui distaccarsi per crescere e in cui trovare riparo nel mare in tempesta.

Divorziare dalla Grande Madre è possibile, ma profondamente critico. E le emozioni connesse a questa separazione saranno angoscia – per l’ineluttabilità del gesto – ed euforia per le sue possibili conseguenze.

Immaginate di dire alla vostra Grande Madre di non voler essere pubblicamente suoi figli. Come non sentire angoscia davanti alla sua reazione?

La rabbia

Vi è gente, anzi ve ne è parecchia, che è insensibile ai rumori: sono appunto quegli individui che sono altresì insensibili nei riguardi di ragioni, pensieri, poesie e opere d’arte, insomma, nei riguardi di impressioni spirituali di qualsiasi genere: perché ciò deriva dalla natura grossolana, dal tessuto durissimo della loro massa cerebrale. (Arthur Schopenhauer)

La terza legge della dinamica prevede che a ogni azione corrisponde una reazione.

I tabloid inglesi parlano di una regina Elisabetta “seccata” dal gesto del nipote e di sua moglie. Alla base di qualsiasi separazione possiamo trovare un’esperienza di dolore, una ferita che lascia poco scampo alla cicatrizzazione. E la rabbia diventa protagonista. Nelle famiglie reali si può urlare. Ci si può confrontare con toni variegati, con parole di ogni colore. Si può litigare e provare a fare pace. Ma in una famiglia coronata, in un luogo emotivo perennemente sotto i riflettori, come si fa a gestire una ferita?

Proviamo a ricordare tutte quelle volte che i rituali della nostra famiglia ci hanno annoiato o fatto sentire “fuori posto”. Abbiamo potuto scegliere, più o meno liberamente, come comportarci, come reagire. E molto spesso ci è stato “concessa” l’espressione della nostra frustrazione, della nostra rabbia. Ma per le emozioni forti e rumorose come la rabbia non c’è posto in una famiglia coronata. Perciò la reazione più rumorosa a un divorzio famigliare sarà un silenzio formale assordante e uno spiffero dal rumore di risentimento.

Quanti di noi sarebbero in grado di vivere le proprie emozioni in un palazzo di vetro?

Immobilità e sete di libertà

L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. (Erich Fromm)

Ogni gruppo di individui, ogni nucleo famigliare, ha le sue regole, i suoi rituali. Sono un insieme di abitudini e di codici non detti che, però, hanno un peso profondo e determinante nella storia di ognuno di noi. Sono, probabilmente, le caratteristiche che più amiamo e più odiamo delle nostre famiglie. Possono essere i posti assegnati a tavola, nei pranzi di festa.

Possono essere i messaggi del buongiorno e della buonanotte su Whatsapp. Possono essere i silenzi e i non verbali delle comunicazioni importanti. La realtà delle nostre famiglie è data anche da questi piccoli gesti e dalle “norme” che abbiamo visto ripetersi ciclicamente. Da adolescenti un po’ tutti sentono le regole della propria famiglia come “strette”, come limite alla propria libertà. È come se la famiglia di origine si trasformasse nella rupe immobile da cui spiccare il volo.

Megan ed Harry raccontano rumorosamente un fenomeno che le persone reali di solito vivono alla fine dell’adolescenza: spiccano il volo e si allontanano dal proprio nido.

Conclusioni

Se ami una persona, lasciala andare, perché se ritorna, è sempre stata tua. E se non ritorna, non lo è mai stata. (Khail Gibran)

Essere al centro di un quadro in cui la vita si svolge alle tue spalle: è il destino della protagonista del Ritratto di Margherita Paleologa.

È il destino dei membri di una famiglia reale. Ma soprattutto è una percezione che spesso capita agli adolescenti (e non solo) all’interno di una famiglia.

La nostra vita è fatta di convenzioni, di convinzioni e di rituali, che, a volte, diventano insopportabili. Ecco che la nostra evoluzione ci chiede allora di cambiare, di spiccare il volo. Spesso sembra un gesto estremo e traumatico. Sicuramente è un gesto che richiede coraggio.

Coraggio che possiamo trovare guardandoci nel riflesso della nostra anima…Scopriremo che la Grande Madre è l’archetipo della famiglia, con i distacchi evolutivi traumatici e con il ritorno alle origini, condizione di ogni essere umano, di ogni famiglia, reale e non solo.

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Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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