La gelosia è mancanza di amore

Ognuno di noi ha avuto modo di sperimentare la gelosia, attraverso la nascita di una sorellina o di un fratellino, verso un genitore, un amico o in altre situazioni quasi come se fosse un sentimento naturale della nostra esistenza.

In particolare, la maggior parte di noi dirà di aver sperimentato la gelosia in un rapporto d’amore.

Come un tarlo che penetra nelle fondamenta di un mobile, facendo piccoli fori qua e là, senza fare rumore, lasciando solo qualche briciolo di polvere, così questo strano sentimento ci assale. Il tarlo scava, fino ad arrivare al cuore del legno. Ne saggia la consistenza. Tuttavia, se scava troppo a fondo, rischia di minare la resistenza del prodotto finito.

Due sono le possibili conclusioni del tarlo della gelosia:

  1. Il crollo dell’oggetto.
  2. L’apertura di spiragli per guardare l’interno del legno. 

La gelosia scava, come fa la goccia d’acqua con la roccia. A volte impercettibilmente. A volte, corre impetuosa, come un fiume in piena. La sua natura è, apparentemente, sempre la stessa. Il suo scopo sembra essere sempre uguale: controllare la forza di una relazione.

Jung scriveva: Il nocciolo della gelosia è la mancanza d’amore.

È veramente così?

Scopriamo i 5 significati della gelosia attraverso la psicologia archetipica…

1. La gelosia è desiderio

Spesso pensiamo che la gelosia sia un forte desiderio dell’altro.

A livello etimologico la parola desiderio vuol dire mancanza di stelle: ha un’accezione negativa che ci porta a percepire una mancanza.

Le stelle oggi sono uno spettacolo che osserviamo raramente, magari nella notte delle stelle cadenti. Per secoli, però, hanno rappresentato uno strumento indispensabile per orientarsi, per viaggiare, per interrogare il divino e il destino. E se il sentimento diventasse come le stelle, ecco che avremmo già un primo senso della parola gelosia.

I sentimenti possono essere spettacoli, eventi rari e irrinunciabili, che lasciano una scia nella nostra esistenza. Possono essere ancore per fermare la nave in tempesta della nostra vita emotiva. Possono essere punti cardinali per orientare il viaggio di ognuno di noi.

Immaginiamo di perdere l’orientamento in mare aperto. La notte è scura; non si nota differenza fra mare e cielo. Ci ritroviamo immersi, senza sapere dove. La nostra reazione sarebbe, probabilmente, di puro terrore.

Ecco che la gelosia assume i contorni della paura. Paura di essere disorientati, di aver perso dei punti cardinali o di poter perdere uno spettacolo talmente bello da essere un segno indelebile della nostra esistenza.

La gelosia, dunque, è il desiderio di qualcosa che manca, di qualcosa che potrebbe mancare. Una mancanza nostra, dell’altro o della coppia.

Si può diventare gelosi per provare a colmare questo vuoto, come marinai che, per saggiare la forza della nave e la bravura del timoniere, iniziano viaggi con la costa ancora in vista. Il mare aperto potrà essere scoperto solo in seguito.

Un sentimento vissuto interamente, senza paura di “perdere le stelle”, richiede la stessa spregiudicatezza di Ulisse. Dopo tanto viaggiare per far ritorno alla sua Itaca, prende il largo verso l’ignoto, naviga oltre le Colonne d’Ercole. Oltre i confini rassicuranti di tutto ciò che è conosciuto. Verso l’Ignoto.

La gelosia può assumere le sembianze di un nemico, reale o immaginario. Si è gelosi perché un’altra persona ci contende il partner, un amico, un giocattolo… Si può essere gelosi fino a diventar folli. Come ha raccontato Ariosto nell’Orlando furioso.

Tuttavia non riusciremo nell’intento finché questa mancanza non avrà un volto e un nome.

Parlo della gelosia che svuota le vene all’idea che l’essere amato penetri un corpo altrui, la gelosia che piega le gambe, toglie il sonno, distrugge il fegato, arrovella i pensieri, la gelosia che avvelena l’intelligenza con interrogativi sospetti, paure, e mortifica la dignità con indagini, lamenti, tranelli facendoti sentire derubato. [Oriana Fallaci]

2. La gelosia è Puer

James Hillman parla di gelosia come intorpidimento dell’anima. La gelosia è un eterno bambino tra le braccia materne. È quel puer che si chiede come abbiamo imparato ad amare. Rappresenta quell’infantilismo che deve essere sacrificato per poter crescere e maturare. Edipo contende l’amore della madre, combattendo il padre. Sin dall’infanzia combattiamo per assumere l’esclusività di un sentimento. Imponiamo la nostra presenza all’interno di una coppia che, non solo è già esistente, ma che è stata nostra genitrice.

In natura la gelosia si esprime nella dominanza del branco: solo uno può essere il più forte, l’unico ad aver diritto a primeggiare sugli altri.

La gelosia è quel restare bambini pur essendo divenuti adulti. In ogni tappa dell’esistenza di ciascuno di noi siamo in competizione. Quest’ultima ci può portare a fare ancor meglio. Viceversa, può annientarci, annichilirci. Siamo perennemente sospesi su un trampolino che separa il mare dalla montagna: possiamo tuffarci e provare l’ebrezza del volo oppure restare immobili, bloccati dalle vertigini.

La gelosia è il confine tra una maturazione ancora in cammino e il restare ancorati al ramo delle nostre incertezze.

3. La gelosia è istinto

Crediamo di non poter controllare la gelosia in quanto istinto irrazionale. Molti studi antropologici sembrano dimostrare che la gelosia sia innata, sia un istinto legato alla sopravvivenza.

Istinto vuol dire, però, incitare.

Allora cosa dobbiamo incitare attraverso la gelosia?

Si ricorre all’incitamento quando c’è insoddisfazione, quando si cerca quel qualcosa in più che manca, quando c’è bisogno di spronare o essere spronati. Sospesi su un trampolino a volte c’è bisogno che qualcuno ci dia una piccola spinta per tuffarci.

In fondo usiamo la gelosia per agire.

4. La gelosia è Era

È con questo desiderio io suscito in lui la ripulsione e lui in me il risentimento, e non può essere altrimenti. Non so forse io che egli non si metterebbe a ingannarmi, che non ha intenzioni sulla Sorokina, che non è innamorato di Kitty, che non mi tradirà? Tutto questo lo so, ma non per questo sto meglio. [Lev Tolstoj, Anna Karenina]

La gelosia trova il suo principale terreno fertile nella relazione di coppia.

I due personaggi del sentimento competono e si confrontano con il resto del mondo. Tuttavia come Don Chisciotte combatte contro i mulini a vento credendo siano giganti, così nella gelosia di coppia il nemico può essere immaginario. Sospetti e paure diventano Ombra. L’innamorato cerca nei fantasmi della gelosia i riflessi delle proprie paure, delle proprie insicurezze, delle proprie mancanze.

La gelosia assume la trama della relazione tra Era e Zeus, nei continui tradimenti di quest’ultimo, nei sentimenti dolorosi che ne scaturiscono. Zeus rappresenta la visione antica, anzi superata, dell’uomo divino, creatore di benessere e di senso nella coppia. Zeus, padre di tutti gli dei, aveva il diritto di possedere tutte le cose. Era padrone e non creatore.

Era, sua moglie, provava a rompere gli schemi di possesso sperimentando una gelosia di coppia, originata non dalla paura ma dall’invidia. Il suo dolore parla del dolore di generazioni intere di donne costrette a subire reali tradimenti da parte di mariti padroni indiscussi. Era, però, fa alzare un grido rivoluzionario: anche le donne hanno diritto a possedere la relazione. La gelosia di Era è sicuramente dettata dall’amore, ma mira al possesso dell’oggetto amato.

Almeno una volta nella vita, tutti siamo stati gelosi; forse non fino al punto di Era, ma lo siamo stati… ed abbiamo sofferto … eccome…

La gelosia, dunque, viene a configurarsi come possessione e allora dobbiamo chiederci se amare e possedere sono sinonimi e se nella gelosia di coppia c’è più amor proprio, che amore…

5. La gelosia è Eroe

La gelosia è combattimento.

Si combatte per contendersi qualcosa e sperare nella vittoria. Si combatte per sconfiggere mostri. È un viaggio verso il significato, una discesa agli inferi, è lotta, è coraggio, è difesa dei valori, è conquista e ri-conquista. È quel mostro da cui l’eroe esce vittorioso.

La gelosia è ricerca di un perché nella speranza di una trasformazione e di un nuovo inizio.

Abbiamo detto che la gelosia affonda le proprie radici nella paura. Paura di perdersi in un sentimento troppo grande. Paura di essere sconfitti da un’altra persona. Paura di essere sopraffatti dalle nostre insicurezze.

La gelosia assume due significati: arma e trappola. Arma per difendersi dalle proprie paure. Trappola per restarne impigliati.

Ognuno di noi è chiamato a combattere le proprie battaglie, le proprie guerre.

Nell’amore, nell’amicizia, nei mille sentimenti dove ha spazio la gelosia, ecco che la gelosia diventa terreno di scontro. Un terreno paludoso in cui restare imbrigliati o in cui uscire vittoriosi. L’innamorato geloso assume l’archetipico dell’eroe, di colui che combatte i propri demoni fino a sconfiggerli.

Anna Karenina è un personaggio della gelosia. Combatte ipocrisie, stereotipi e regole imposte in una sorta di immaginario viaggio negli inferi. Anna assume il ruolo dell’eroe che combatte. Anna combatte, immersa nei suoi dubbi, nelle sue insicurezze, fino a lanciarsi nel baratro del suicidio.

Si spegne, dopo aver combattuto allo strenuo delle proprie forze. È la metafora della gelosia nell’amore. È la lotta di ciascun innamorato con i propri dubbi, con la propria Ombra. Una lotta in cui la persona che eravamo prima di innamorarci deve spegnersi, prima di poter vivere a pieno l’amore. Una lotta in cui la gelosia può essere il veleno con cui avvelenare ciò che eravamo, per distruggere le nostre paure.

Bisogna, però, saper usare questo veleno. Se assunto in dose troppo alte, causa danni irreparabili.

Conclusioni

Se la gelosia è un segnale d’amore, è come la febbre dell’ammalato, per il quale averla è un segnale di vita. [Miguel de Cervantes]

La gelosia è davvero la prova di un vero amore, o è mancanza di amore?

Ci siamo interrogati su cosa sia la gelosia, sul rapporto fra Gelosia e Amore.

Ovviamente, è un’impresa pressoché impossibile arrivare a un punto di svolta, unico e decisivo. Scomponendo, però, le varie componenti emotive e gli archetipi di riferimento, possiamo affermare che la gelosia non è solo una prova, né, tantomeno, è una prova semplice.

È un confine, come tanti ce ne sono nel viaggio di ognuno di noi.

È una battaglia, come tante ne combattiamo, giorno dopo giorno.

È un esame, una prova da superare.

È un nemico da affrontare a viso aperto: si può vincere o essere vinti.

Ciò che, però, consigliamo è di non permettere alla gelosia di essere un laccio, un guinzaglio. I nostri sentimenti hanno bisogno di essere lasciati liberi.

Siamo gli artefici dei nostri sentimenti. Il dolore fisico è il segnale che il nostro organismo sta combattendo per sopravvivere, per vincere e resistere. Possiamo rendere la gelosia il segnale per dire alla nostra Anima che abbiamo voglia di lottare, che abbiamo sete di Vivere e di far vivere i nostri sentimenti. Superando, scavalcando, abbattendo la Gelosia, sarà sempre possibile incontrare davvero l’Amore… [CLICCA QUI per scoprire che cos’è il VERO AMORE]

A me pare uguale agli dei

chi a te vicino così dolce

suono scolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me

il cuore si agita nel petto

solo che appena ti veda, e la voce

si perde sulla lingua inerte.

Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,

e ho buio negli occhi e il rombo

del sangue alle orecchie.

E tutta in sudore tremante

come erba patita scoloro:

e morte non pare lontana

a e rapita di mente.

[Saffo]

Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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