Lettura psicologica degli amori estivi

Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla (Ennio Flaiano)

Vi ricordate le estati da adolescenti? Vanno bene anche le estati di quando eravamo bambini. Erano i giorni magici dell’assenza dalla scuola; i giorni in cui un po’ tutti abbiamo pensato di essere finalmente liberi. I giorni dell’estate sono giorni di tante piccole rivoluzioni. Giorni in cui si scoprono i corpi, un po’ per il caldo, un po’ per moda. Giorni in cui la routine si modifica e si radica su abitudini diverse. Giorni in cui, un po’ per il caldo, un po’ per magia, sembra più facile far nascere amori e passioni. Forse leggeri e passeggeri come il fresco delle serate d’agosto. Forse decisivi per tutta una vita. Negli amori estivi trovano spazio simboli e contenuti psicologici, in cui ciascuno di noi può riconoscersi. Proviamo a cercarne qualcuno.

Il tempo dei corpi semi-nudi

Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini,
dell’albe senza rumore –
ci si risveglia come in un acquario –
dei giorni identici,astrali,
stagione la meno dolente
d’oscuramenti e di crisi.
(Vincenzo Cardarelli)

Mi piace l’idea di partire dai cambiamenti che si sono susseguiti nelle estati degli ultimi decenni. Pensate, qualche decennio fa, le spiagge erano divise per uomini e per donne. E i costumi da bagno erano molto simili ai burquini (i costumi da bagno molto coprenti per le donne di fede musulmana). Il corpo non andava mostrato, nemmeno davanti al caldo torrido o al sole caldo delle spiagge o nel pieno del mare. Poi ci sono stati i grandi cambiamenti del secolo scorso. E anche le estati hanno via via assunto una dimensione totalmente diversa. In molte culture il corpo è considerato un tempio talmente sacro da non poter essere mostrato, se non nelle sole mura domestiche. Di certo non è questa la sede più opportuna per domandarci che senso abbia una convinzione di questo tipo. Ma è uno spunto per capire il potere che ha l’estate nel rapporto con il nostro corpo. D’estate in pochi si sognerebbero di andare al mare vestiti con maglie a collo alto e pantaloni lunghi. D’altro canto, d’inverno, provocherebbe scalpore in molti l’idea di vedere un uomo o una donna in giro in biancheria intima. Sì, perché in realtà i costumi da bagno altro non sono che biancheria intima in tessuto diverso e con altro nome. Ma coprono i nostri corpi allo stesso modo. In questo senso, l’estate diventa il periodo in cui il nostro corpo ha il diritto di essere scoperto, di essere mostrato, senza che questo provochi sorprese. E la moda diventa un abbinamento di colori, di dettagli. Dettagli che fanno da cornice al potere comunicativo del corpo umano.

Ecco un primo punto su cui soffermarci. In tanti abbiamo avuto l’esperienza di un amore estivo, un amore nato e forse finito tra i confini dell’estate. E uno dei motivi da cercare per comprendere perché l’estate sia il terreno per questi amori può trovarsi proprio nel ruolo che il corpo ha durante l’estate. Nella quotidianità dei mesi invernali, scorgere il corpo di un altro è un meccanismo complesso, che ha molto a che fare con il proibito. La nudità è un privilegio che spetta a pochi. Concedere la nostra nudità è una scelta, come deve essere. Ma concedere una mezza nudità è qualcosa che diamo molto spesso per scontato. Infatti, può risuonare nelle orecchie di molte e molti di noi il richiamo dei genitori a non vestirci con gonne troppo corte o maglie troppo scollate. In altrettanti può risuonare un richiamo di docenti e presidi a un codice di abbigliamento rispettoso del luogo istituzionale. Come se l’istituzione risentisse della mezza nudità. L’estate è il luogo in cui il tragitto dalla conoscenza alla nudità sembra apparentemente farsi più breve. E il ruolo del corpo diventa scenico, diventa protagonista ancor più della nostra abitudine. Diventa il primo canale di interazione, oltre anche ai vestiti che indossiamo. D’estate quindi il corpo si avvicina alla nudità. Nudità che è un costrutto dirompente per qualunque anima.

Il caldo fa strani effetti

In quelle estati che hanno ormai nel ricordo un colore unico, sonnecchiano istanti che una sensazione o una parola riaccendono improvvisi, e subito comincia lo smarrimento della distanza, l’incredulità di ritrovare tanta gioia in un tempo scomparso e quasi abolito. (Cesare Pavese)

Una delle motivazioni meno oppugnabili per i vestimenti leggeri estivi è il caldo. Il moto della terra intorno al sole, le correnti e gli anticicloni creano il clima estivo a cui siamo abituati. L’inquinamento fa il resto. Ed ecco che le temperature oltre i 30 gradi, unite all’umidità, fanno delle nostre città luoghi in cui è difficile rimanere privi di sudore. Luoghi in cui non avvertire la necessità di cercare frescura, ristoro, vacanza. Il caldo poi ha la capacità di offuscare in molti i freni inibitori, sprizzi di intelligenza o di autocontrollo. In altri, ha l’effetto di abbattere pressione sanguigna ed energia vitale. In ogni caso, il caldo ha effetti che modificano il nostro modo di affrontare le giornate. E una delle conseguenze è il sudore. Per quanto in molti possa avere conseguenze olfattive fastidiosi, il sudore ha una funzione evolutiva precisa. In molti casi è una difesa da insetti di vario genere. È un modo di refrigerare il corpo. Ed è anche una componente della “chimica dell’amore”. L’odore della mamma dà tranquillità ai bambini di pochi mesi. L’odore del partner è uno dei campanelli dello stato di una relazione. Se da profumo piacevole e rassicurante si dovesse trasformare in olezzo fastidioso, ecco che c’è un campanello d’allarme per la sopravvivenza positiva della coppia.

Ma rientrando nel topic di queste righe, l’estate diventa il luogo dove gli odori esacerbati dal caldo provocano reazioni imprevedibili. L’odore della pelle bagnata dall’acqua salata del mare, il profumo delle creme protettive e degli oli abbronzanti. I profumi tipici del caldo. Tutto contribuisce ad alterare i nostri sensi. E le nostre capacità percettive fanno sì che sia più facile reagire a stimoli chimici esterni. Il profumo dell’estate diventa simile al canto delle sirene di Odisseo. Un canto in grado di farci scappare a gambe levate o, viceversa, di avvicinarci con tutte le nostre energie. Un’energia chimica in grado di attanagliare la mente e i sensi. A volte con un’energia simile a quella del fuoco che brucia un cumulo di paglia. Un’energia abbondante, ma destinata a finire in fretta. In uno dei capitoli de Il Signore degli Anelli, lo stregone Gandalf consiglia di seguire il proprio naso quando si è nel dubbio. Un consiglio prezioso, anche d’estate. Ma attenzione a non fidarsi troppo e solo degli odori: il rischio è che finito il tempo dei profumi, l’odore si trasformi e non ci dia più passione o che, addirittura, si trasformi in fastidioso olezzo.

Conclusioni: il tempo d’estate

Mi sono preso una cotta formidabile. Fra fuochi e chitarre, in riva al mare e dentro un sacco a pelo. Perché tutti, una volta nella vita, abbiamo diritto di credere che le canzoni dell’estate siano state scritte apposta per noi. (Massimo Gramellini)

Sì, il tempo. Ancora lui, questo giudice onnipresente e a volte tanto crudele. Il tempo combatte con l’estate. È una lotta perenne. Negli anni in cui si è studenti di scuola, l’estate è la stagione dove il tempo ha poco spazio. È il periodo della libertà, dell’assenza di impegni. È la stagione dove il tempo non è tiranno, almeno per i ragazzi, ma è la cornice di attese. Positive e piacevoli, come l’attesa dell’alba sulla spiaggia; l’attesa del momento del bagno; l’attesa di una festa sulla spiaggia o di un falò. Tristi e malinconiche, come l’attesa per l’arrivo di settembre. Ma negli amori estivi, il tempo diventa il confine in cui vivere l’amore stesso. Un confine delimitato al pari dell’eternità. Un territorio dove poter far divampare i sentimenti, in un tacito accordo di inizio e fine delimitati. Gli amori dell’estate possono sembrare un controsenso all’Amore. Possono sembrare un ricordo o un vissuto solo degli adolescenti. Invece, molti adulti dovrebbero riappropriarsi di questa bellezza. Che sia di amore per un partner umano o per un hobby o una lettura o un paesaggio, poco importa. Ci sono tempi in cui può essere più semplice innamorarsi. E l’amore estivo può essere la sconfitta della “prova costume”. Può essere l’occasione per vivere il proprio corpo, i propri profumi, non come nemici o come faticosi obiettivi da raggiungere, ma come fonte di conoscenza e di piacere di sé. La conoscenza e il piacere di un bagno quando l’aria è rovente. Il brivido di un tuffo nel mare. La funzione comunicativa di un corpo semi-nudo, l’occasione di non aver paura di essere come siamo e di mostrarci senza maschere o vestiti pesanti addosso.

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Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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