Le frasi dell’amicizia

(l’immagine di copertina è dell’artista e illustratrice Giulia Rosa CLICCA QUI per vedere le sue opere)

A volte le cose più semplici possono diventare straordinarie se sono fatte assieme alle persone giuste (Nicholas Sparks)

Avere un amico è un privilegio.

“Chi trova un amico trova un tesoro”, uno dei detti più conosciuti. Trovare un tesoro è tanto difficile che negli anni sono stati scritti innumerevoli racconti su pirati, cavalieri, agenti segreti impegnati a cercare, a difendere o a conquistare un tesoro: un’impresa leggendaria. Ancor più leggendario dal punto di vista psicologico è costruire, difendere e vivere una relazione di Amicizia. E proprio perché è un avvenimento ancora più raro dell’innamoramento, ecco che trovare le parole giuste per raccontare i nostri sentimenti di amicizia diventa quasi impossibile.

In questa breve guida alle frasi d’amicizia, proverò a dare a tutti una domanda su cui riflettere: è possibile comunicare la vera Amicizia?

Riconoscere la pochezza

Per parlare di amicizia, è necessario provare a coglierne almeno alcuni aspetti psicologici. Perché l’amicizia, anche più dell’amore, è un sentimento che nasce nella conoscenza di anime. Anima di persone che, per loro natura, hanno dei limiti e dei loro miti. Ogni persona ha una propria storia e una narrazione della storia tutta sua. E nei miti e limiti di ogni storia ci sono incastri indispensabili da far unire alla narrazione altrui. Immaginate la conoscenza di un’altra persona come un puzzle. Una conoscenza limitata di una persona è come un puzzle con pezzi grandi, in numero ridotto e con incastri semplici. All’apparenza è semplice metterli insieme. Man mano che il rapporto con l’altro diventa più complesso, ecco che aumenta il numero dei pezzi, ne aumenta anche la complessità degli incastri e si riducono le dimensioni dei pezzi. Conoscere una persona vuol dire imparare non solo a guardare l’insieme della narrazione (l’immagine che abbiamo del puzzle), ma conoscerne anche le sfumature (i singoli pezzi) e la loro complessità (gli incastri).

E a mano a mano che impariamo a intuire (non a conoscere) come si compongono i puzzle delle anime, ecco che faremo una scoperta difficile da accettare. Ogni puzzle è unico. E ognuno di noi ha una capacità limitata di comporne.

In altre parole, per poter intuire e parlare di amicizia, soprattutto con un amico, dobbiamo accettare il concetto di “poco”. Il poco che molti di noi, nei momenti di sincerità estrema, credono di avere dentro di sé. Il poco, ovvero la quantità di bellezza che da soli siamo in grado di scorgere nel mondo. Il poco, ovvero la quantità di realtà che da soli possiamo sostenere nella nostra vita. E in queste realtà risiede anche la realtà dell’amicizia. Per poter intuire e parlare di amicizia, dobbiamo camminare verso l’accettazione della ineluttabile necessità di avere pochi amici. Perché il tempo, la forza, le capacità per poter conoscere e stimare gli altri e, contemporaneamente, per essere conosciuti e stimati dagli altri sono limitate come siamo limitati noi, come esseri umani.

So di non sapere

Avete mai riflettuto sulle differenze nel sentire amicizia piuttosto che amore? È una domanda con connessioni molto vicine alle domande sulla possibilità di amicizia fra uomo e donna. In altre parole, nella differenza fra amore e amicizia risiede l’idea che l’essere umano sia in grado di provare sentimenti fuori dalla convenienza, ovvero investendo se stesso senza richiedere qualcosa in cambio. Un qualcosa che sia la secrezione degli ormoni dell’amore, che ci danno quella sensazione di euforia e di invincibilità. Un qualcosa che sia un interesse materiale. Un qualcosa che sia il sollievo a una nostra preoccupazione… I tornaconti, gli interessi, espliciti o impliciti, non importa se con una gradazione positiva o negativa, fanno parte spesso dell’equilibrio dei pensieri e delle azioni di ognuno di noi. Non ci rendono essere umani “cattivi”. Anche perché c’è sempre un’eccezione, seppure rara. L’amicizia vera. Quel rapporto che ci rende capaci di capire e di essere capiti, di perdonare e di essere perdonati. Di dialogare anche senza parole.

E qui risiede il secondo suggerimento di questa guida. Per intuire e parlare di amicizia è necessario ammettere di non sapere. Perché nessuno di noi conosce fino in fondo il contenuto dei propri pensieri, figuriamoci quello di un’altra persona. Nessuno di noi conosce tutte le parole che esistono nel vocabolario dell’universo; figuriamoci quelle che potrebbero descrivere con precisione un sentimento così complesso. Nessuno di noi sa realmente cosa è l’amicizia. Ma ciascuno di noi ha la possibilità di costruire, giorno dopo giorno, passo dopo passo, la capacità di fidarsi ed affidarsi all’altro.

Correre il rischio (delusione)

Fidarsi ed affidarsi, sono verbi e azioni intimamente connessi. Avere fiducia in un’altra persona coincide con l’avere il coraggio o l’impudenza di affidarsi all’altro. Fidarsi ed affidarsi sono azioni non puntuali, ma continue. Sono sentieri da percorrere. Sono sentieri che si può imparare a percorrere. C’è chi passeggia sul lungomare, mantenendo un ritmo leggero. E c’è chi invece preferisce correre, sentire il vento che corre in senso contrario e il misto di sabbia e acqua a saltellare contro le caviglie. Nell’azione di vivere il lungomare c’è l’immagine che più mi accompagna all’idea di Amicizia. Pochi centimetri a separare chi passeggia dal mare (uno dei simboli che meglio rappresentano l’anima); la scelta di vivere o meno il lungomare anche d’inverno, quando sono assenti gli ombrelloni e le sdraio. La convinzione che il mare e il lungomare siano luoghi per sé, per entrare in contatto con se stessi.

Si può passeggiare, si può correre, si può non vivere affatto il lungomare. La realtà è che il mare sarà sempre dentro di noi e lo stesso vale per la corsa. Che sia sul lungomare o nelle nostre relazioni.

Ed ecco il suggerimento: per intuire e parlare di amicizia è necessario essere disposti a vivere la corsa. Che sia correre sul lungomare o che sia correre il rischio. Anche di restare delusi.

Conclusioni

Al di là delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l’uomo (Antoine de Saint-Exupery)

Per fare un puzzle da centinaia di pezzi oltre a tanta pazienza occorre avere spazio.

Lo spazio per i pezzi sparsi. Lo spazio per non rompere gli incastri appena creati. Lo spazio per conservare il puzzle nel suo insieme. Forse questo è il suggerimento più complesso da accettare e gestire: lasciare spazio. Dentro di noi e nelle parole che possiamo usare per raccontare l’amicizia. Lo spazio dentro di noi, non solo per l’altro, ma per le narrazioni di ciascuno e dell’amicizia stessa. Lo spazio nelle parole da usare e da far usare. Inutile avere tutte le risposte, se non abbiamo spazio per le domande da fare e da farci fare. Forse non scopriremo mai una frase perfetta per raccontare l’Amicizia a un’altra persona. Forse perché l’amicizia si può vivere solo negli spazi aperti, colmi di vuoto, in cui poter correre rischi, in cui poter liberamente ammettere di non sapere, in cui poter ammettere e scoprire quelle poche, ma meravigliose realtà, che esistono nella vita di ciascuno di noi. Forse, è proprio il vuoto a poter essere il contenitore ideale dell’amicizia.

P.S. CLICCA QUI per leggere L’amicizia tra uomo e donna è una forma d’amore

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Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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