La masturbazione di Onan figlio di Giuda

Una piccola parte di te sa di imbarazzarsi per aver cliccato su questo articolo. E già, perché il tema della masturbazione riguarda tutti. E parlarne a Natale, proprio nel giorno della nascita di Gesù, mi sembra una divertente provocazione. Si perché la masturbazione, questo quello che vi andrò spiegando, non è altro che un mancato concepimento di cui si rende protagonista un certo Onan, figlio di Giuda.

Ma non quel Giuda noto della Bibbia e che, dopo, aiuterà tanto proprio Gesù a divenire chi è. Insomma un altro Giuda meno famoso e che nessuno conoscerebbe se non per il fatto di aver avuto due figli, di cui uno, Onan, avrebbe inventato una patologia, l’Onanismo.

Dunque parleremo su un piano imagistico e archetipico scoprendo cosa sarebbe successo se non fosse stato concepito, e poi non fosse nato un tale di nome Gesù. Dunque facciamo qualche passo indietro, al momento del concepimento.

Masturbazione e comune senso del pudore

Dunque dicevamo…il tema della masturbazione riguarda tutti.

Sia chi la agisce sia chi non la agisce. E questo perché, se sfuggiamo al comune senso del pudore, scopriremmo che nessuno può dirsi estraneo a una pratica tanto diffusa. Ma sfuggire al pudore non è cosa semplice. Del resto c’è un unico argomento che viene tacitato spesso anche nella stanza d’analisi, il coito e l’amplesso.

Anche la pornografia lo ripropone in forma recitata. Nessuno si da il permesso di descrivere precisamente e minuziosamente come avviene il proprio coito o, più in generale il proprio amplesso. Se ti soffermi a pensarci faticheresti anche a trovare un vocabolario adeguato. Sembra proprio che ci siamo negati di trovare delle parole e neologismi utili allo scopo.

Si magari si parla di come si fa sesso ma non delle specifiche sensazioni che riguardano il turgore, i brividi, le contrazioni e tutto ciò che accompagna un amplesso. Magari qualche onomatopea, ma niente di più. Ma per sfuggire al comune senso del pudore potrebbe essere sufficiente allacciarsi all’essenza della masturbazione.

Masturbazione: cosa significa?

“Manus” e “stupro” sono le due parole che, unite, danno origine alla parola masturbazione.

La mano percuote o, più banalmente, sollecita una parte del corpo per provocare piacere. Una mano può dunque generare una reazione fisica, magari usando altri strumenti pensati appositamente. Vi propongo dunque una reductio ad unum, un percorso a ritroso fino all’essenza della masturbazione. Ma solo chi si sente pronto ad osservarsi spudoratamente leggerà per intero. Chi no probabilmente smetterà di leggere o avrà commentato sdegnato senza aprire l’articolo.

Insomma così come si potrebbe dire che un dentista è, alla fin fine, un artigiano dell’avorio, similmente potremmo dire che introdurre della Nutella nella propria bocca è masturbazione. Il dito si immerge nel barattolo di crema. Scava. Intanto la lingua si prepara si irrigidisce appena, mentre la bocca si bagna. Le ghiandole salivari producono saliva in abbondanza per facilitare il movimento del cibo al suo interno e favorire la deglutizione. Infine, alla terza ditata, la lingua, esausta accusa un po’ di turgore di ritorno e duole, ma di un dolore in cui è dolce naufragar.

Si… c’è una certa pornografia nella Nutella e per certi versi anche superiore a quella che incontriamo prendendo con la mano un fallo oppure indugiando, sempre con mano, in una vagina

La masturbazione è una stimolazione dei sensi

Insomma, non raccontiamoci pappole.

Grattarsi un sopracciglio, ascoltare musica, specie dei Pink Floyd, guardare un quadro, magari di Ligabue, assaporare un carciofo rigorosamente alla romana, odorare il profumo acre del letame, insomma… tutto ciò che stimola i sensi è masturbazione se ce lo provochiamo.

Ma dirò di più!

La sessualità si potrebbe tradurre semplicemente nell’uso di oggetti per ottenere piacere sessuale. E tra questi oggetti vi è anche il corpo di un altro individuo. Fare l’amore è, ridotto alla sua essenza materiale, masturbarsi con il corpo, o i corpi, di un partner.

E qui ci viene l’obbligo di una prima distinzione.

Siamo sicuri che la sessualità che coinvolge altri sia masturbazione? Non potremmo, e a ragione, dire che la sessualità è una stimolazione congiunta di tutti i sensi nonché dell’immaginazione?

In parte è così, ma è pur vero che anche la masturbazione potrebbe essere multimodale e che, per sua stessa natura, coinvolge l’immaginazione e, a volte, se si è bravi, l’immaginale. Insomma masturbazione è fare l’amore con chi si vuole.

Dunque c’è una sola cosa che distingue la masturbazione dalla sessualità. Stiamo parlando del telos, ossia del suo scopo, del suo fine, ossia il concepimento. Questo, il concepimento, è bandito nella masturbazione, anche soltanto come immaginario.

E se Gesù non fosse mai nato?

In Genesi 38, 9-10 si legge:

Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.

Insomma Onan aveva un fratello che, morto, gli lasciò l’obbligo, questo era previsto dalla “regola”, di sposare la sua vedova. Onan onorò l’impegno ma per stizza ha interrotto il suo coito ogni volta perché sapeva che quei figli non avrebbe potuto riconoscerli come suoi. Questa modalità di contraccezione è alla fine divenuta una patologia secondo la psicologia e un peccato secondo la collettività. E quindi toccarsi porta a cecità, a malattie e al risveglio di demoni consistenti.

La masturbazione, solitaria e negatrice del richiamo dell’amore è, come il suicidio, chiamata il male inglese, evoca fantasie di morte (J. Hillman “Il suicidio e l’anima”)

Onan non vuole concepire figli che non può riconoscere. E questo è ciò che può portare con se la masturbazione.

Nessun danno, nessuna malattia, nessuna catastrofe. Solo un mancato concepimento. Allora potremmo dire di continuare a masturbarci liberamente ma, al contempo, interrogarci su quanto questo costituisca un atto immaginale con cui evitiamo di mettere al mondo una parte di noi che chiede di nascere.  Allora San Giuseppe, forse anche lui devoto a Onan, viene baipassato da uno Spirito Santo che agevola il concepimento.  

E, sempre, sguazzando nella metafora e nell’immaginale, il Natale è il racconto di quando un’immagine deve nascere secondo necessità e lo fa, in barba a ogni ostacolo.

Lettura immaginale della figura di Cristo

Dunque se Gesù non fosse mai nato non ci sarebbe stato un passaggio fondamentale.

Quello dal politeismo al monoteismo. Questo passaggio ha consentito un processo immaginale importante, ossia il contenimento della natura squisitamente psicotica del collettivo inconscio citato da Jung. Il politeismo, infatti, se inflazionato, è, a livello immaginale, corrispondente a una psicosi. L’insieme di tutte le immagini tutte energeticamente equivalenti è ciò che condurrebbe a una paralisi psichica.

Il monoteismo è stato il processo con cui in psiche abbiamo regolamentato emozioni, bisogni e comportamenti facendoli parlare uno per volta. Uno Io alla volta. Questo è il nostro “dopo Cristo” psichico. Purtroppo il processo de “l’uno alla volta” è stato ripetutamente  confuso con il processo di “uno una volta per tutte”, ossia è divenuto quell’inflazione egoica che ha escluso tutte le immagini assoggettandole all’IO.

Allora la masturbazione è un’immaginario di potenza delle immagini.

È il modo con cui tendiamo a illuderci che un atto immaginale sia sufficiente a rendere effettivo un atto concreto. Insomma se sogno di fare l’amore con qualcuno non diventerò padre nel concretismo ma solo in immagine.  Se mi masturbo non diventerò padre né nel concretismo né in immagine. Ma dirò di più, Onan non si masturbava, piuttosto non concepiva e la Bibbia lo ghettizza perché usa un metodo di contraccezione. In questo senso ogni atto sessuale non destinato al concepimento è contraccezione e, quindi, masturbazione. E noi ne abbiamo fatto un arte. Siamo nell’epoca del piacere senza concepimento e il crollo delle nascite non è certo indice di una ridotta attività sessuale. Ma questo crollo delle nascite non è forse, letto in trasparenza, un’ ulteriore conferma di un processo immaginale sterile e monoteistico?

Conclusioni: masturbazione e Sexual addiction

Ipsazione è il termine usato in alternativa a “masturbazione”.

Fu inserito proprio per correggere l’uso improprio dei termini relativi all’onanismo. La dipendenza da sesso è l’aspetto che più ci evidenzia il carattere antievolutivo di una masturbazione inflazionata. Si perché una buona ed equilibrata masturbazione non può che presentare il suo carattere funzionale.

Fare l’amore con se stessi, toccare le proprie zone erogene, la propria vagina o il proprio fallo o il proprio ano, secondo modalità e tempi per noi il più congeniali possibili risulta un atto d’amore fondamentale. Ma non nasce come concepimento ma solo come rafforzamento di ciò che già c’è. L’inflazione della sessualità e della masturbazione può portare a una dipendenza. Addiction è il termine usato dagli inglesi e, letteralmente, significa strozzinaggio. Quindi direi che la masturbazione se diviene strozzinaggio allora diventa una tirannia, una fuga sociale, un non nutrire le relazione, una selezione innaturale per favorire un’unica razza ariana. Nelle sue forme autoerotiche comuni resta sempre un mancato concepimento.

Ma dobbiamo pur sempre ammettere che il concepimento di Gesù sia avvenuto senza atti sessuali. Sembra che sia avvenuto in immagine e basta. Questo ci suggerisce che, sotto certe condizioni terapeutiche, si può promuovere una trasformazione intrapsichica anche in assenza di una corrispondenza concreta. Ma per la maggior parte dei casi interno ed esterno sono in debito l’uno con l’altro.

È vero che Cristo è stato poi contenuto da un paganesimo che trovava il suo bisogno di esprimersi, è vero che i santi hanno sostituito gli dei. Ma è anche vero che il Cristo ha avuto una sua funzione sociale e psichica, cosi come tale funzione la ha l’IO. Allora, come ogni terapia che si rispetti rafforza a tratti proprio quell’IO che tanto la Psicologia ha tiranneggiato, così una buona e sana masturbazione risulta necessaria a confermarci nella nostra identità e a sollecitarci nel rapporto con un corpo che spesso inganniamo e con dolo ignoriamo.

Eccola la nascita di Cristo cos’è. Da una parte è il farsi corpo, è l’entrare in rapporto con il corpo dove lo Spirito lo ha esiliato. Ma, ancor più, sembra che proprio la masturbazione sia l’atto immaginale che favorisce la tutela del monos, del Cristo, dell’IO.

Buffo però, sembra che proprio quell’Io debba ricordarsi che la sua esistenza sia stata garantita dalla sua caducità, dal concepimento di immagini nuove. Si si… lo so anche questa è una masturbazione… mentale. Più semplicemente ogni volta che intraprenderemo una via perigliosa e che non pensavamo saremmo riusciti a intraprendere, ogni volta avremo il nostro natale, la nascita di un Cristo nuovo, di un nuovo modo di essere, di una nuova emozione, di un nuovo bisogno dentro di noi. Dunque, a chiunque stia operando una scelta importante va il mio più sentito buon Natale.

P.S. CLICCA QUI e leggi – I benefici dell’autoerotismo svelati nell’arte di John Lennon

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Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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