Sognare l’esame di stato È un sintomo nevrotico?

È accaduto anche me parecchie volte e in varie forme. Mi ritrovavo nel vecchio corridoio del mio liceo adibito a padiglione per gli scritti, in attesa di ricevere la traccia della versione di greco. Ero quello di adesso e non mi capacitavo di come potessi trovarmi lì. Non era un ritorno al passato ma un giorno attuale come se stessi facendo la prova di un concorso. Ero tuttavia cosciente che stavo sostenendo l’Esame di Stato e questo generava una serie di perplessità condite da una non esigua apprensione. “Ma io sono già diplomato! Sono pure laureato, perché sto qui? E se sbaglio, se mi bocciano che succede?” Questi i miei pensieri mentre guardavo la versione di greco, “Sono anni che non traduco e già allora facevo pena, come faccio? Chi mi ha messo in questa condizione?”

Altre volte ho sognato più semplicemente di essere tornato a frequentare la scuola daccapo. Mi domandavo come si poteva conciliare l’orario con i miei impegni e poi mi chiedevo che senso aveva rifare di nuovo tutto ora. C’era in tutti questi sogni una sorta d’incombente e silente necessità, la stessa morsa condizionante tipica degli incubi che imponeva il da farsi senza ammettere domande o alternative di sorta.

Perché si sogna l’esame di stato?

È un sogno talmente ricorrente che nel 2011 Paolo Genovese ha dedicato alla letteralizzazione di questa paura il noto film Immaturi. Qui i protagonisti vedono concretizzarsi il timore ritrovandosi vent’anni dopo a svolgere l’esame di maturità annullato per via di un membro della commissione inadeguato.

È la paura di ripetere una prova così importante il motivo per cui si torna anche dopo anni a ritrovarsi studenti maturandi?
A prima vista potrebbe sembrare di sì, un ricordo altamente traumatico che rimonta in superficie scuotendo la stabilità di una maturità più che vissuta e acquisita. La classica interpretazione freudiana collega il fatto onirico alla soddisfazione di un desiderio. Si sogna per proteggere l’Io nel sonno e per segnalare un desiderio da soddisfare.

E i brutti sogni allora? Che significano?

I brutti sogni sono tali perché celano desideri in contrasto con le regole imposte dai doveri e dai compromessi della vita sociale. Sono l’effetto della censura onirica. Freud aggiunge un tassello in più alla teoria traumatica: non si sogna l’esame di stato perché ci ha impressionato ma perché cela un desiderio rimosso.

Cosa desideriamo sognando l’Esame di Stato?

Troppo semplice dire che abbiamo nostalgia della cattività scolastica, quel senso di protezione e quel mondo di sogni a occhi aperti che ci faceva fantasticare sulla vita futura e della libertà che avremmo goduto dopo, da grandi. Non è un ricordo passato che affiora ma un bisogno presente che si paluda della forma passata. Ci viene in aiuto il Dott. Jung fornendoci un nuovo strumento d’indagine, l’amplificazione. L’esame di maturità come già allude il termine, è una prova iniziatica che appartiene ai riti di passaggio. Anche se nessuno conosce i riti e tutti ignorano che le fasi della vita sono scandite da iniziazioni, il potere del cambiamento culturale e del salto di status sociale tocca tutti. È la forza dell’inconscio collettivo che emana le sue influenze psichiche attraverso la memoria.

L’Esame di Stato è per noi il rito di passaggio all’età adulta.

“Ma io sono dell’avviso che neppure chi ha terminato la scuola e persino l’università abbia completato del tutto la sua educazione (C. G. Jung, Sviluppo ed educazione del bambino, Opere XVII, Bollati Boringhieri, Torino, 1991, p.56)”

Si chiude il ciclo della giovinezza e si diventa individui responsabili e autonomi. Avviene in un periodo preciso ma ci vogliono anni per elaborarlo. Per questo ogni tanto ci risale, specie quando la nostra immagine di adulti o le nostre scelte sono sottoposte a forti vagli critici. La riflessione sulla nostra maturità e cosa può significare questo termine passa attraverso il sogno dell’Esame di Stato. Potremmo allora dire che tanto più questo sogno ci appare plausibile e in esso ci riusciamo ad adattare tanto più siamo maturi, ovvero adulti. Tanto più è una situazione da incubo nella quale soffriamo angosciati tanto più la nostra maturità deve ancora definirsi.

Ma il sogno in sé dove vuole andare?

Domanda più che archetipica. Al di là di me che appaio protagonista di questa vicenda surreale, cosa vuole raccontare il sogno nel suo mondo? Potrebbe questa essere un’opportunità per osservare con occhi diversi una realtà che solo in apparenza è assurda e angosciante.

Conclusioni. Il mondo psichico torna a scuola

Tornare a scuola per tanti versi significa tornare ad imparare. Si può essere studente anche fuori dall’atmosfera protettiva e coercitiva della scuola. Tuttavia il potere della scuola è come quello della chiesa e della famiglia, espansioni della potenza materna, protezione e nutrimento. Al di là dell’apparente forma sintomatica che vede nel sogno dell’Esame di Stato un richiamo alla propria crescita o la compensazione di un rito iniziatico il ritorno alla scuola può costituire il modo attraverso cui la psiche si sta riorganizzando mettendosi di fronte a nuove prove di maturità. O nuovi modi di affrontare le prove.

La suspense del sogno di maturità si cela tutta nel fatto che non siamo preparati.

Veniamo sottoposti ad un esame che abbiamo timore di non superare. A questo si aggiunge la posta in gioco, non essere preparati significa essere immaturi. Se vengono a cadere questi due presupposti l’angoscia non ha più senso. Il sogno ci mette di fronte alla possibilità di cambiare alcuni punti di vista nei confronti del modo di vedere le cose.

“Il sogno arresta il tempo, e anche noi dobbiamo fermarci, altrimenti il sogno scivola in una narrazione e ci trascina nella corrente del tempo (J. Hillman, Il sogno e il mondo infero, Adelphi, Milano, 2003, pg. 196)”.

La prospettivia psicologica del sogno richiede di essere preparati in modo diverso alle situazioni. Non più in termini quantitativi, quanto ho studiato, se sono adeguato o meno, né in termini direttivi, chi è che mi obbliga a fare questo. Non si è mai preparati a sufficienza e non esiste una patente di maturità. Se una cosa possono insegnare i sogni è che non c’è assoluta certezza in quello che vogliono dire o rappresentare. Ci si muove nel mondo dei sogni come a voler galleggiare inseguendo i riflessi che questi mandano sulle nostre paure e incertezze. Non si è mai preparati di fronte ad un sogno e l’Esame di maturità non finirà mai.

P.S. CLICCA QUI per leggere A cosa servono i sogni?

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