Introduzione

Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo (Vincent Van Gogh).

Si sta avvicinando la conclusione delle festività natalizie e con questa arriva una marea di emozioni.

Ancora pochi giorni e addobbi, luci, pranzi e cene, tombolate ecc. finiranno in soffitta. Volteremo pagina, ancora una volta. Non è un caso che la conclusione delle feste coincida con l’appendere alla parete un nuovo calendario. Sono rituali carichi di emozioni. Una marea impressionante di emozioni. Talmente tante emozioni da non poter essere rappresentate.

Coincidono, però, con lo scorrere del tempo e con i mutamenti che, di anno in anno, ciascuno di noi vive. Per provare a descrivere questa marea, ho scelto di farmi aiutare da Kandinskij, il fondatore dell’arte astratta, e dalla sua opera Composizione VIII. Riusciremo a trovare un’emozione predominante nella marea post-festiva?

Opera VIII ed emozioni

L’arte, per molti versi è simile a una religione. (…) Il suo sviluppo procede per illuminazioni repentine, simili al lampo. Per esplosioni, come i razzi di un fuoco d’artificio esplodono nel cielo per comporre il mazzo finale di stelle multicolori (Vasilij Kandinskij)

Che nesso c’è fra un’opera priva di un significato manifesto e il periodo dell’anno più addobbato e riempito di aspettative?

Kandinskij nella Composizione VIII inserisce cerchi, triangoli, quadrati, linee, disposti in maniera casuale. Queste forme contribuiscono a creare una struttura geometrica rigida. Spicca un cerchio rosso, nero e viola in alto a sinistra del quadro.

Nessuno può dedurre un significato unico dell’opera. Questo ruolo spetta allo spettatore. Lei o lui, guardando l’immagine, sentiranno un’emozione (o più di una) e troveranno un senso a un’accozzaglia di rudimentali figure geometriche.

Prendiamo i giorni che vanno dal 24 Dicembre al 6 Gennaio e scomponiamoli in segmenti casuali da 24 ore l’uno. Li mescoliamo su una tela. E assieme a questi mettiamo le emozioni che ognuno di noi ha sperimentato in questi giorni e, soprattutto, quelle che stiamo sentendo ora che le feste stanno arrivando a conclusione.

Kandinskij nella sua vita artistica si è trasformato e ha fatto evolvere la sua arte, dal realismo all’arte astratta. Ciò per provare a cogliere l’invisibile che non riusciamo a vedere in ciò che ci circonda. Kandinskij cerca l’invisibile, tutto ciò che è sotto soglia di consapevolezza e prova a dargli forma.

Allo stesso modo, le nostre emozioni troppo spesso restano sotto la nostra soglia di consapevolezza. Ma le sentiamo ugualmente. Spesso sono talmente forti da dominare i nostri pensieri e spadroneggiare nelle nostre giornate. Kandinskij può essere un ottimo modello a cui guardare per provare a identificare la nostra emozione dominante di questo periodo. Guardiamo ai suoi colori per farci dare una spinta.

Malinconia

I momenti migliori dell’amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia, dove tu piangi e non sai di che (Giacomo Leopardi)

Le tavolate vengono sparecchiate. Gli addobbi e l’atmosfera festosa vengono riposte in soffitta. La nostra routine quotidiana che è stata interrotta magicamente si riaffaccia alla soglia delle nostre giornate. Come non farsi travolgere dalla malinconia?

In questi giorni siamo stati sommersi dalle luci e dagli auguri sparsi per il nostro mondo. Siamo stati frastornati da persone a cui siamo connessi con diversi legami. O ci siamo imbattuti nelle nostre solitudini.

Qualsiasi sia la nostra condizione, abbiamo affrontato giorni che hanno un importante carico emotivo. E ora possiamo tirare un sospiro. Sospiro che spesso è la voce della nostra anima malinconica che esce. Inseguire i ricordi di tempi felici ormai passati, o riempirci di aspettativa per il futuro. In questo dubbio, la malinconia può essere una coperta che ci avvolge o un laccio troppo stretto. Un suggerimento: coloriamo la malinconia di azzurro, il colore della pacatezza e della meditazione.

Euforia

La foglia secca che abbandona il ramo in autunno: c’è una sorta di sognante euforia nel non sapere dove si sta andando. (Fabrizio Caramagna)

Siamo finalmente liberi dagli obblighi di apparire felici e sereni. Ci siamo sbarazzati delle domande indiscrete, tipiche dei pranzi in famiglia. E i nostri risparmi possono riprendersi dalle spese per regali e cenoni.

Come non essere euforici per tutto questo?

Oltretutto, nella marea delle nostre emozioni una chiave di volta può essere l’inizio di un nuovo anno e la ripresa della nostra routine. Possiamo sperimentare in questa marea l’euforia dello spettatore di Kandinskij che scopre il suo significato dell’Opera VIII. L’assurdità, il caos, la confusione svaniscono in un soffio. E l’autore parla proprio a noi.

Come non essere euforici per tutto questo? Facciamoci guidare dal giallo di Kandinskij: il giallo della luce del sole e dell’energia.

Paura

È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più (Nelson Mandela)

Chi di noi ha già dimenticato la paura del ritorno a scuola?

I 15 giorni di stacco, di vacanza, di libertà terminano e ricomincia il giro di interrogazioni, compiti in classe, prove. Quanti di noi non hanno sperimentato la paura di non essere in grado, di non essere pronti? I bambini molto spesso hanno le mani fredde dalla paura ogni volta che tornano a scuola.

La paura può essere l’emozione principe della fine delle feste, la fine delle vacanze. Si ha paura di non essersi riposati abbastanza, di non aver fatto felici le persone che amiamo, di non aver protetto abbastanza noi stessi…ma può bastare, ancora una volta, fare un respiro profondo e guardare al quadro di Kandinskij e al viola ai bordi del quadro.

La paura rimane all’angolo del quadro, come a guardare l’intrecciarsi delle figure geometriche al centro. Ma il viola è pur sempre il colore della metamorfosi, la capacità di mutare forma per adattarsi alle nuove spinte.

Coraggio

Il coraggio è il primo requisito della spiritualità. I vili non possono mai essere morali. (Gandhi)

Ci vuole coraggio per affrontare il caos di questi giorni. E come se non bastasse anche i saldi sono alle porte. Ci vuole coraggio per riprendere il controllo della nostra normalità, per voltare pagina al calendario e fare in modo di “ricominciare da capo”, ma senza gettare quanto di buono abbiamo costruito nei 365 giorni dell’anno passato.

È l’ardire di chi pretende di cercare una risposta alle forme disarmoniche. È l’audacia del direttore d’orchestra che mette in ordine il suono di diversi strumenti, armonizzandone i tempi e i volumi. Il coraggio è l’emozione del Viandante che cerca di uscire dal buio. È il rosso di Kandinskij: il colore dell’energia vitale.

CONCLUSIONI

L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi (Khalil Gibran)

Qualunque sia l’emozione dominante nella nostra anima, siamo di fronte a un momento di passaggio ciclico.

Onestamente, alla fine di queste giornate, ognuno di noi si riconoscerà un po’ cambiato e dovrà gestire questo cambiamento. C’è chi si iscriverà in palestra per perdere peso e chi semplicemente si guarderà meno allo specchio. C’è chi aspetterà mesi per risedersi a un tavolo con persone che non vogliamo a fianco. E c’è chi prenderà gli incontri di questi giorni per costruire un ponte.

Qualunque sia l’emozione dominante, confrontandosi con l’arte di Kandinskij possiamo guardare allo specchio i nostri dubbi, le nostre insicurezze, la nostra paura, il nostro coraggio e la nostra euforia. E guardandoci allo specchio dell’arte, potremo cercare il colore che ci possa aiutare a voltare pagina, non solo al calendario…e ricominciare, ancora una volta, la nostra routine!

P.S. CLICCA QUI per leggere “Menstrual art: dipingere con il proprio sangue”

Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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