Introduzione

Come introdotto nel precedente articolo si è visto che Animus ed Anima rappresentano due elementi della psiche dell’essere umano. L’Animus è la controparte psichica maschile della donna mentre l’Anima è quella femminile dell’uomo. Questi due aspetti della psiche sono stati introdotti dapprima da Jung e poi successivamente dalla sua più stretta collaboratrice Marie Louise Von Franz, la quale ha scritto un libro (L’Animus e l’Anima nelle fiabe) relativo alla funzione dell’Animus e dell’Anima all’interno delle fiabe, da cui questo articolo come il precedente trae informazioni. Ciò che l’autrice cerca di comunicare attraverso l’opera è quello di comprendere come aspetti appartenenti all’inconscio del soggetto possano manifestarsi apparentemente attraverso i personaggi delle fiabe. L’articolo precedente è stato incentrato sugli aspetti dell’Animus mentre questa seconda avrà lo scopo di andare ad indagare e spiegare quelli relativi all’Anima con l’analisi della fiaba della “Principessa nera”.

La Principessa Nera

Vi è un regno in cui un anziano re (sterile) e la sua regina vivono, non hanno figli ma questa è davvero desiderosa di averne uno. All’esterno della città c’è un ponte che alla sua estremità destra presenta una statua di Gesù Cristo mentre all’altra estremità quella del Diavolo. La regina si reca più volte presso la statua di Gesù per chiedere la grazia di aver un bambino ma questo atto non offre i risultati sperati così colta dalla disperazione si rivolge al Diavolo. Dopo tre mesi la regina scopre di esser incinta ma il re sente che il figlio non è il suo, nonostante ciò decide di non badarci poiché conosce il desiderio della regina. Passati altri sei mesi la donna finalmente partorisce una bambina, questa è completamente nera come il carbone. La bambina nel giro di un’ora cresce come una bambina di un anno e nel giro di ventiquattr’ore diviene adulta. Si rivolge ai neogenitori e dice che per lei è giunto il momento di morire dichiarando esplicitamente di voler esser seppellita dietro all’altare della loro chiesa. Continua specificando che davanti la sua tomba dovrà presenziare una guardia ogni notte altrimenti, se ciò non sarà fatto, ci potranno essere gravi ripercussioni per il regno. Accade però che ogni volta al mattino, quando alle quattro la chiesa apre le sue porte, viene ritrovato il cadavere fatto a pezzi della povera guardia. La voce in paese si sparge ed il re è costretto ad assoldare un reggimento di soldati di una città straniera dove ancora non era giunta la terribile notizia. Nel reggimento sono presenti tre soldati (fratelli) di cui uno è un maggiore, l’altro capitano e l’ultimo soldato semplice.

Il maggiore viene chiamato per il turno di guardia ma riesce ad ingannare il soldato semplice che si ritrova a passare la notte in chiesa. L’uomo, durante la notte sale sul pulpito e disegna delle croci per ogni gradino presente. La donna si desta dal suo sonno piena d’ira poiché l’uomo ha osato salire sul pulpito e cerca di aggredirlo ma non le riesce poiché le croci disegnate fungono da ostacolo e da riparo. Allo scoccare della mezzanotte la donna è obbligata a far ritorno alla sua tomba ed il mattino seguente il soldato semplice viene ritrovato sano e salvo. Il soldato, impaurito, non vuol più prestare il servizio di guardia così decide di scappare ma lungo il tragitto incontra un mendicante che lo convince a dover tornare nella chiesa e che questa volta dovrà nascondersi dietro la nicchia della Vergine Maria e non muoversi. Il soldato esegue esattamente ciò che gli era stato riferito così quando la donna furibonda lo trova non fa in tempo ad aggredirlo che scocca la mezzanotte ed è costretta a tornare nella sua tomba. Anche questa volta al mattino la guardia decide di fuggire ma incorre nuovamente nel mendicante che gli dice che dovrà prestar servizio e nascondersi nella tomba della donna ed una volta che ella gli dirà di uscire con un tono pacato egli solo allora dovrà uscire e solo così riuscirà a salvarsi. Egli esegue anche questa volta alla lettera ciò che gli è stato detto, la donna gli intima di alzarsi con un tono pacato, lui esce dalla tomba e lei si trasforma prendendo le sembianze di una bellissima donna bionda. Al mattino quando la chiesa riapre, trovano il giovane con la donna stretti in un abbraccio d’amore, essi successivamente si sposeranno e lui diverrà re.

Nei paesi protestanti, dove non esistono immagini della divinità femminile, l’aspetto divino del principio femminile si è inabissato nell’inconscio, dove ha assunto un aspetto oscuro. Nella cultura protestante l’Anima sembra mancare del tutto, mentre in quella cattolica l’aspetto luminoso dell’Anima appartiene alla Vergine Maria, ma manca una rappresentazione del suo aspetto oscuro.. Il cristianesimo e la crescita del culto della Vergine Maria hanno contribuito a creare la paura degli aspetti misteriosi della donna in tutta la sua concreta specificità, dando vita a fenomeni come la persecuzione delle streghe (Marie Louise Von Franz)

Analisi della Fiaba

Come nella fiaba dell’Animus anche qui ritroviamo un re e subito si evidenzia quale sia la mancanza “caratteristica” che descrive la figura del re nella fiaba. In questa il re è sterile e non può far nulla per poter soddisfare il desiderio della regina di voler un bambino. Quindi seppure vi sia una sorta di equilibrio tra maschile e femminile si evidenzia come, secondo l’autrice, la sterilità del re sia dovuta ad una mancanza dell’elemento oscuro ovvero l’Ombra. Come viene compensata questa mancanza? La regina come ben sappiamo nonostante i mille tentativi non ha altra scelta che doversi affidare al Diavolo, il quale diverrà a tutti gli effetti padre della bambina. La donna che fa affidamento sul Diavolo cerca in qualche modo di sopperire alla mancanza del re andando proprio a cercare l’elemento caratteristico di tale mancanza ovvero il diavolo oggetto dell’Ombra. Dove la Luce di Cristo non ha donato speranza al regno lì il contenuto dell’Ombra è naturalmente emerso.

La principessa Nera

La nascita della bambina avviene seguendo le dinamiche regolari del tempo di una gravidanza ma ciò che accade dopo ha dell’incredibile, la bambina cresce a vista d’occhio a tal punto che nel giro di 24 ore diviene già adulta. La sua trasformazione incredibilmente veloce è dovuta, secondo l’autrice, al fatto che l’archetipo non rientra nei canoni di concezione di spazio e tempo umani; una diretta conseguenza della nostra incapacità di comprendere l’inconscio.

Possiamo concludere, quindi, che la Principessa Nera vive secondo un ritmo vitale diverso dal nostro. Questo fatto corrisponderebbe a un fenomeno che possiamo osservare nella vita di tutti i giorni: l’Anima, nella sua caratteristica di atemporalità, cerca di tenere un uomo fuori dal hic et nunc (Marie Louise Von Franz)

L’autrice espone proprio l’esempio di uomo che quando è posseduto dall’Anima mostra atteggiamenti che non dovrebbero appartenere alla sua età come anziani con modi molto infantili o giovani saggi.

Quando la ragazza annuncia che dovrà morire specifica anche le modalità in cui deve essere seppellita, ovvero dietro all’altare della chiesa, all’interno di una bara di metallo. Secondo l’autrice tale richiesta specifica porta alla luce tre elementi importanti, il primo è quello in cui la ragazza si manifesta per quello che è ovvero l’Ombra dell’atteggiamento dominante del cristianesimo dogmatico. Il secondo è che la sua natura per quanto bizzarra è divina poiché cresce al difuori degli schemi umani. Il terzo è la rappresentazione della tomba, questa è di metallo che secondo gli alchimisti rappresenta un elemento caratteristico riconducibile all’essere umano, dovuto al fatto che sia un materiale facilmente deperibile. Secondo l’autrice il riferimento alla bara di ferro è la manifestazione del fenomeno secondo il quale ciò che respingiamo psicologicamente rimane bloccato nel corpo.

Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano (Matteo 6:19)

Elemento importante è la richiesta specifica della ragazza di voler essere seppellita dietro l’altare, segno che è in un certo senso pronta alla redenzione. Ad avvalorare la tesi che la ragazza appartenga alla sfera dell’Ombra è il fatto che torni in vita solamente di notte mentre di giorno è morta.

Il soldato

La figura di questo soldato, che ricordiamo essere un po’ ingenuo ma al tempo stesso menefreghista è quella più utile al contesto di questa fiaba. Il giovanotto detiene, secondo l’autrice, caratteristiche fondamentali come l’apertura ad eventi sconosciuti e la mancanza di paura del buio cosa che nel contesto della relazione con l’ombra è un aspetto non di poco conto. Egli la prima volta si salva salendo e disegnando sui gradini del pulpito delle croci, la seconda volta nascondendosi dietro la statua della Vergine Maria, in entrambi i casi egli riesce a salvarsi dagli attacchi dell’ombra poiché attraverso le sue qualità e la sua incoscienza riesce a guadagnare un punto di vista superiore agli eventi.

Il pulpito rappresenta il luogo del sacerdote in quanto leader spirituale collettivo e voce della verità per il popolo. In modo analogo, il soldato assume per sé il ruolo di colui che sa e che guida per evitare di esser sopraffatti dall’inconscio (Marie Louise Von Franz)

Prima è stato specificato come l’Anima si sia sviluppata secondo logiche temporali e spaziali oscure all’uomo, questa però ne è condizionata in un certo tal modo poiché nella fiaba ogni volta che scocca l’ora è costretta a far ritorno alla sua bara di ferro. Il tempo segna all’interno della fiaba il sorgere di un nuovo giorno, quindi questo evento potrebbe simboleggiare la ripresa della coscienza e di conseguenza la morte del regno dell’Ombra. Quindi la donna sembra esser condizionata da ciò che avviene all’interno della sfera della coscienza, la cui conseguenza è la salvezza del soldato.

Ogni volta che la donna emerge dalla bara entra nel tempo e nello spazio in modo relativo e il battere dell’orologio o il canto del gallo annunciano una svolta, l’arrivo del mattino, la ripresa della coscienza e, quindi, la fine delle attività notturne (Marie Louise Von Franz)

Il soldato una volta adempiuto il proprio dovere cerca di fuggire ma viene fermato da un mendicante il quale gli suggerisce che per salvarsi prima dovrà nascondersi dietro la statua della Madonna poi la notte successiva mettersi nella bara della donna nel momento in cui lei uscirà per cercarlo. Posizionarsi in questi luoghi simboleggia la capacità del soldato di saper occupare il posto dell’Ombra, e degli aspetti oscuri del femminile rimossi dalla coscienza collettiva.

Il soldato sottrae alla donna nera lo spazio che lei stessa tenderebbe a riempire e le comunica chiaramente di sapere chi sia, qual è il suo posto e da dove viene (Marie Louise Von Franz)

Egli non si salva solamente grazie alla sua ingenuità e agli aiuti del mendicante ma soprattutto grazie alla sua capacità di saper mantenere la calma nei momenti in cui l’Anima agisce su di lui, cercando in tutti i modi di condizionarlo al fine di eliminarlo. Il soldato quindi vince la partita poiché fondamentalmente tutte le reazioni spropositate dell’Anima vengono a scemare, esempio lampante è quando egli si sdrai all’interno della bara della donna e finge di essere morto sino a quando lei gentilmente gli chiede di alzarsi ed andar via. La fiaba termina con l’immagine del soldato che stringe a sé la donna, lei questa volta non è più nera bensì assume una carnagione caucasica, ha i capelli biondi ed indossa un abito bianco. La trasformazione dell’Anima è avvenuta e ciò è stato possibile solamente grazie all’agire del soldato, il quale mettendosi nei panni della donna e accettandone gli aspetti ha permesso all’Anima di poter evolvere e d’indossare nuove vesti. Grande è stato lo stupore in coloro che quando hanno aperto le porte della chiesa hanno trovato una giovane coppia, la quale da lì a poco è convolata a nozze.

La bara nella quale il soldato si sdraia durante la terza notte trascorsa nella chiesa, naturalmente, ha a che fare con il cadavere, con il corpo morto, ovvero con la morte del corpo e dell’uomo naturale. È un’immagine che rimanda al rifiuto, determinato da parte della coscienza collettiva cristiana, della nostra fisicità e della nostra corporeità, in quanto sporche e peccaminose. Mettendosi nella bara ad occhi chiusi, il soldato si mette veramente nei panni della donna per capire e sentire quello che lei desidera. Egli accetta la morte a livello simbolico e si abbandona completamente per consentire all’Anima di far emergere una dimensione nuova e diversa della vita (Marie Louise Von Franz)

Conclusioni

Questa fiaba ha esposto come la funzione dell’Anima possa essere agita anche attraverso le dinamiche di un intero popolo e del suo immaginario culturale protestante. L’assenza di un’Anima nella cultura protestante ha fatto sì che questa venisse relegata nelle segrete della psiche contribuendo ad alimentare l’Ombra che grava sulle loro teste. Anche la scissione dell’archetipo dell’Anima nell’immaginario cattolico ha contribuito ad avere e a “pretendere” stereotipi immaginali numinosi di donne, contribuendo così a generare paura degli aspetti misteriosi della donna, relegando quest’ultimi nell’immagine delle streghe. Anche la figlia del Diavolo può divenire buona se le si offre modo e tempo di prestarle ascolto.

P.S. CLICCA QUI per leggere Il vecchio Rink Rank: l’animus nelle fiabe

Taggato in:

Info sull'autore

Gerardo Iannaci

Laurea magistrale Psicologia Clinica e della Salute. "Creare è vivere due volte". Albert Camus

Vedi tutti gli articoli