Zitti e buoni a chi?

L’italia è sul tetto d’Europa e dell’Eurovision con Zitti e Buoni dei Måneskin.

Zitti e buoni è una canzone diretta, dal significato apparentemente facile e pronto ma, come sapete, ogni significato ha il suo inconscio e, la lettura immaginale, ci permetterà di carpirlo. La lettura psicologica di una canzone ci permette di vedere il significato profondo di una canzone, il significato che non ti aspetti.

Dal punto di vista immaginale Zitti e buoni è un’esortazione rivolta a noi stessi, non agli altri. Zitti e buoni ci racconta il processo psichico che sottende la sfida più difficile nella vita, la sfida verso noi stessi, nei confronti delle nostre paure, dei nostri blocchi e delle nostre comfort zone, un vero e proprio processo alchemico verso l’accettazione della nostra diversità.

Ora vi spiego il perché.

A proposito, prima di proseguire, cuffie alle orecchie e gustatevi la canzone dei Måneskin mentre leggete l’articolo! (CLICCA QUI per ascoltarla)

Loro sanno di che parlo

Loro non sanno di che parlo
Voi siete sporchi, fra', di fango
Giallo di siga fra le dita
Io con la siga camminando
Scusami, ma ci credo tanto
Che posso fare questo salto
E anche se la strada è in salita
Per questo ora mi sto allenando

Quando compiamo una lettura immaginale di una canzone, dobbiamo compiere un’azione psicologica: dobbiamo considerare tutti i personaggi della canzone come se fossimo all’interno di un grande teatro, come se essi fossero dei nostri personaggi interiori. Ogni personaggio di una canzone è una parte di noi.

Dentro la nostra Psiche ci sono una serie di personaggi che non ci conoscono una serie di personaggi che non sanno di che parlo.

Tuttavia, non sono personaggi qualsiasi, sono personaggi sporchi, fra’, di fango, ovvero dei personaggi nigredici, che fanno parte di quel processo psichico chiamato nigredo, del nostro caos interiore, del nostro fango. Questi personaggi, proprio come dei veri sconosciuti interiori, ci giudicano, ci ostacolano, ci bloccano e ci svalutano: hanno paura della nostra diversità.

Qui la gente è strana

E buonasera, signore e signori, fuori gli attori
Vi conviene toccarvi i coglioni
Vi conviene stare zitti e buoni
Qui la gente è strana, tipo spacciatori
Troppe notti stavo chiuso fuori
Mo' li prendo a calci 'sti portoni
Sguardo in alto tipo scalatori

Fuori, dunque, gli attori del nostro palcoscenico psichico, guardiamo in faccia tutti i nostri personaggi inconsci, e chi tra di loro ci ama e chi ci odia, chi ci valorizza e chi ci ostacola.

L’etimologia di strano significa diverso. In questo verso della canzone emerge tutto l’inaspettato gioco di proiezioni e specchi del brano dei Måneskin.

Quando ci sentiamo svalutati dobbiamo mettere in atto una lotta interiore verso lo “strano” che è in noi, dobbiamo prendere a calci i nostri portoni interiori, dobbiamo guardare in alto tipo scalatori.

Quindi scusa mamma, ma sono fuori di testa

Quindi scusa mamma se sto sempre fuori, ma
Sono fuori di testa, ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro

Scusa mamma, ma sono fuori di testa, e anche tu lo sei. Le nostre rivoluzioni interiori sono spesso rivolte verso le immagini genitoriali interne, verso nostra madre e nostro padre psichici.

Ma cosa significa essere fuori di testa? Come sempre, l’etimologia ci fa capire l’inconscio di questo modo di dire. Testa è il nostro vaso, il nostro contenitore e il nostro guscio psichico.

Essere fuori di testa significa uscire dal proprio guscio interiore, e per farlo ho bisogno di una rivolta, di una rivoluzione nei miei confronti, ed è la mia diversità che può essere il motore di questa rivoluzione.

Non c’è vento che fermi la tua naturale potenza

Io ho scritto pagine e pagine, ho visto sale poi lacrime
Questi uomini in macchina e non scalare le rapide
C'è scritto sopra una lapide, in casa mia non c'è Dio
Ma se trovi il senso del tempo risalirai dal tuo oblio
E non c'è vento che fermi la naturale potenza
Dal punto giusto di vista, del vento senti l'ebrezza
Con ali in cera alla schiena ricercherò quell'altezza

Quando decidiamo di andare oltre i nostri blocchi, oltre la nostra comfort zone, mettiamo in atto una rivolta che apparentemente è contro il mondo e gli altri, ma in realtà è rivolta verso noi stessi, verso i nostri personaggi interiori. Una rivolta che, alchemicamente, è fatta di sale, lacrime, morte (lapide), e infine le ali che ci permettono di uscire “fuori di testa”.

Prova a tagliarmi la testa

Se vuoi fermarmi ritenta, prova a tagliarmi la testa perché
Sono fuori di testa, ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro

Quando mettiamo in atto una rivoluzione interiore, può subentrare il nostro Saturno castratore, ovvero colui che vuole tagliarci la testa, che vuole tarparci le ali.

Il Saturno castratore è il nostro sabotatore interno, che nei nostri discorsi si presenta con frasi che iniziano per “ma”, “però”, “se”, etc. Quando compiamo una rivolta interiore, un grande cambiamento, dobbiamo lottare contro il nostro sabotatore, contro la potenza ineluttabile di Saturno che vuole castrare la nostra diversità.

Conclusioni: qui mi manca l’aria

Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria
Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria
Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cazzo parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria

Ci sono alcuni momenti nella vita nei quali ci sentiamo mancare l’aria, allora cerchiamo l’ossigeno fuori di noi così come cerchiamo coloro che ci soffocano fuori di noi.

In realtà se “facciamo uscire tutti gli attori” interiori, ci accorgeremo che i veri autori della nostra mancanza di ossigeno siamo noi stessi.

Seguiamo l’esortazione dei Måneskin: Zitti e buoni. Si, ma non agli altri. Zitti e buoni lo diciamo alle parti di noi che ci autosabotano, che non ci vogliono permettere di erompere dal nostro guscio interiore e che ci condannano alla nostra comfort zone.

Zitti e buoni. Siate diversi per essere migliori.

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Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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