I mostri di Psiche

Tutti gli uomini sono dei mostri. Non c’è altro da fare che cibarli bene. [Oscar Wilde]

Oscar Wilde ci suggerisce di nutrire i nostri mostri. A che fine? Non bisogna eliminarli o distruggerli come un vero super-eroe?

I mostri rappresentano quella forza dirompente e distruttrice che può assumere diverse forme mitologiche. Alcuni dicono che i mostri esistono a prescindere dall’uomo, altri affermano che i mostri siano creati dall’uomo stesso. In entrambi i casi non è una casualità il fatto che i mostri abbiano trovato nella psiche umana la modalità preferenziale di espressione.

I mostri ci abitano, e forse dobbiamo trattarli proprio come ospiti indesiderati di Psiche.

Che cos’è un mostro?

Per trovare i mostri dobbiamo abbandonare la ragione [Il sonno della ragione genera mostri diceva Francisco Goya].

Sovente, ci troviamo di fronte al pregiudizio che è l’irrazionalità a generare i mostri, tuttavia altrettante volte è la ragione a crearne ancora di più sconcertanti.

Abbandoniamo quindi la ragione e il letterale e, per addentrarci nel luogo dove abitano i mostri, abbracciamo l’immaginale.

Per intuire come agisce un mostro dentro di noi, parto dall’etimologia della parola: monstrum, prodigio, cosa straordinaria, contro natura, che si mostra.

Il mostro è una parte di noi contro natura che vuole mostrarsi. Qualcosa di prodigioso che va oltre l’ordinario modo di vedere le cose [Obbligatoria la tappa presso i Giardini di Bomarzo, ovvero lo straordinario parco dei mostri]. Il mostro è un evento contro natura, quindi vuole farci cambiare direzione della vita. 

Il mostro però, nel senso comune, è anche qualcosa di spaventoso e terribile. Qualcosa che minaccia l’ordine sicuro della Psiche.  Il mostruoso è orribile e demoniaco [nel senso cristiano del termine]. Esso è correlato spesso alla cattiveria, ciò che Hillman chiama il “Cattivo Seme”.

È possibile che certe persone siano demòni per natura e inaccessibili ai sentimenti umani? Si chiede Hillman nel Codice dell’anima. Per rispondere a questa domanda, lo psicologo americano analizza e scompone otto risposte comunemente date, che si intersecano e si integrano tra di loro. Così il mostro, secondo la psicologia classica, può essere causato dai traumi infantili, o da una tara ereditaria, dall’ethos del gruppo, dal Karma o dallo Zeitgeist, dal meccanismo della scelta, dall’ombra junghiana, o dalla chiamata del demonio stessa.

Alla fine, a prescindere da qualsiasi teoria, dobbiamo accettare l’idea che i mostri ci appartengono e sono umani. 

Noi siamo i nostri mostri.

L’unica soluzione è dialogare con il nostro male per compiere il nostro bene.

Cosa vogliono da noi i mostri dell’anima?

Sai Dimitri, quando si cerca un eroe, bisogna partire dalla cosa di cui ogni eroe ha bisogno: un cattivo. Per questo, cercando il nostro eroe Bellerofonte, abbiamo creato un mostro: Chimera. [Mission Impossible II]

La nostra epoca, come l’antica Grecia, è un’epoca di eroi. In un periodo storico dove spopolano gli eroi e i super-eroi, c’è bisogno di altrettanti mostri, ancora più grandi, ancora più tormentati.

È l’eroe che genera il mostro, o il mostro che genera l’eroe?

Poco importa rispondere a questa domanda “marzulliana”, basta sapere che, al cospetto di tanti eroi, devono essere presenti altrettanti mostri.

Il cinema ne fa esempio: King Kong, Pagliacci spietati, Godzilla, Alieni, Predators, Frankenstein, Dracula, Villains, etc..

La lista sarebbe lunghissima, tuttavia per analizzare al meglio l’immagine del mostro entriamo nel particolare della tassonomia mostruosa.

Le 3 categorie di mostri interiori

I mostri sono tassonomicamente suddivisi in tre categorie

1. Le abnormità e le deformità: sono le parti di Psiche considerate “normali” che però si deformano, o diventano enormi, o minuscole. Questo tipo mostruosità da adito alle inflazioni psichiche verso il tanto, e verso il poco. Un forma di titanismo e di megalomania, per intenderci.

Gli eccessi sono le forme di questi mostri: il troppo storpia, recita un modo di dire italiano.

2. L’Ibrido: una commistione tra uomo e animale, tra umano e mostruoso, tra normale e anormale. Questo tipo di mostri rappresenta tutto ciò che contamina l’innocenza di Psiche e la fa diventare un mostro.

La fantasia che correla questo tipo di mostro è il pregiudizio della coerenza e della purezza. Nel corso della storia, ad esempio, i Nazisti hanno inseguito questa “chimera” della razza pura, cercando di debellare la questione della razza ibrida, compiendo atrocità ancora più mostruose dei mostri ibridi che inseguivano.

3. Il sovrannaturale: qui siamo al cospetto di forme mostruose nelle quali l’umanità è ormai andata perduta. Non esiste più alcuna forma “normale”. Questo tipo di mostri non è contemplato nel senso comune. Deve vivere al di fuori della società.

I mostri sovrannaturali sono espressioni pure dell’archetipo mostruoso che ci attraversa.

Alcuni Mostri

Con queste tre categorizzazioni siamo riusciti ad entrare nel luogo di Psiche dove risiedono i mostri. Ma non basta. Facciamo ancora un altro passo per avvicinarci ancora un po’ ai mostri dell’anima.

Arpie

Sorelle di Iride, l’arcobaleno. Mitologicamente sono la personificazione delle tempeste che infuriano sul mare. Rappresentano tutti quei momenti di tempesta che sentiamo nella vita. Le arpie sono responsabili “di tutto ciò che scompare”, “portano via” qualcosa di noi. Forse l’innocenza stessa.

Quando irrompono nella vita di ognuno di noi, le sentiamo come un tuono nello stomaco. Quando qualcosa sta andando via per sempre e non possiamo fare nulla per trattenerlo a noi, possiamo ammirare la potenza delle arpie che, con i loro artigli, ci strappano via pezzi di Psiche.

Licantropi

Uomini che nelle notti di luna piena si trasformano in lupi: questi sono i licantropi, sdoganati e commercializzati dal mondo editoriale e cinematografico.

Essi hanno sempre avuto un forte ascendente sulle fantasie umane. Il lupo è la parte che, etimologicamente, lacera e fa a pezzi l’altro, l’istinto di sopravvivenza che squarcia il velo delle illusioni della ragione.

Il licantropo è il bisogno di irrazionalità, rappresenta le notti di luna piena nelle quali si può impazzire, la febbre del sabato sera. Una vita vissuta in un modo troppo razionale prima o poi ci presenta l’istintività del licantropo che ci permette di rendere irrazionale il vissuto quotidiano.

Fantasmi

Si è parlato tanto di fantasmi in psicologia. Questi esseri sovrannaturali vengono da mondo infero, sono non-morti, ovvero parti di noi che non simo riusciti ad uccidere completamente e si ripropongono attraverso la paura e il terrore.

Eccomi nuovamente da te: sono il tuo fantasma, sono irrisolto, voglio ancora vivere, sono incompiuto e pretendo compiutezza.

I fantasmi mostrano le parti incompiute, si manifestano attraverso l’ansia che proviamo quando non ancora siamo riusciti a portare a compimento un lavoro o una parte di noi, quando, per dirla come Fritz Perls, non ancora riusciamo a completare una gestalt psichica.

Le sirene

Sono mostri ibridi, affascinanti e ammaliatrici. Cantano dentro di noi, avvicinandoci a loro. Ci seducono, con la loro dote canora, per poi farci cadere in trappola.

Le sirene ci avvicinano alla bellezza dell’inconscio. Tuttavia per avvicinarsi alla bellezza del mondo bisogna immergersi nel mare della Psiche, scendere nel mondo infero. Non abbiamo altre possibilità.

La sfinge

La sfinge protegge un pezzo infero della nostra Psiche e ci pone davanti ad un indovinello, ovvero ad una domanda audace.

Il fine di questa domanda è riconoscere sé stessi, l’uomo che è in noi e i suoi diversi stadi. Così fa Edipo per “sconfiggere” la Sfinge: riconosce sé stesso.

Quando ci troviamo di fronte a domande esistenziali, a questioni prive di senso, a confusioni dettate dalla vita, siamo di fronte alla Sfinge. Dalla nostra risposta dipenderà la nostra vita: possiamo decidere di rispondere ed entrare nel mondo infero delle immagini, quindi nell’inconscio: possiamo, in alternativa, andare via e continuare a vivere la nostra vita a metà: oppure possiamo sbagliare e, metaforicamente, morire. 

Cerbero

Il vero custode del mondo infero, il cane a tre teste, con una criniera di serpi e dalla coda di Drago. Il cane infero è un mostro che non sentiamo attivamente, ma che ci attende all’ingresso del mondo infero.

Ad esempio quando iniziamo una ricerca interiore, come una psicoterapia, lo troviamo all’ingresso di Psiche. La sua visione è terrificante e ci induce alla fuga. Per questo motivo fare psicoterapia è un atto di coraggio, significa aver risposto alla Sfinge e trovarsi di fronte Cerbero. Non è un viaggio per tutti. 

Conclusioni. Cosa rivelano i mostri dell’anima? 

Oggi è il giorno durante il quale capiamo che il mostruoso è necessario per la vita. Oggi è la notte nella quale i mostri della Psiche si mostrano. Infatti, come abbiamo visto, l’etimologia della parola “mostro” significa “mostrare”.

Tuttavia ogni giorno è il giorno giusto per mostrare il mostro che è in noi. A volte è inevitabile essere mostri.

Cosa vogliono mostrarci i mostri dell’anima quando si impossessano di noi e ci rendono mostruosi?

Ognuno di loro porta con sé un significato preciso ed unico.

I mostri portano con sé i nostri terrori più grandi e le paure più vive. Ci suggeriscono che la vita non è ordinaria e razionale. Illuminano l’ombra che non vediamo e mostrano la parte nascosta di Psiche. Ci impongono la perdita del controllo di noi stessi. Ci mostrano che siamo anche altro oltre ciò che ci piace apparire, qualcosa di abominevole e al contempo straordinario.

Concludo come farebbe Joker: ragazzo, un consiglio… non scusarti mai per il mostro che è in te.

P.S. Oltre i mostri viviamo anche di Maschere. CLICCA QUI e leggi LA MASCHERA NECESSARIA. CHI SIAMO VERAMENTE?

Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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