Ho bisogno di un caffè!

È mattino! Sei in piedi per chissà quale congiunzione astrale, magari vorresti tornare a letto, ma devi rimanere alzato e possibilmente sveglio. Il mantra del giorno recita: Devi andare al lavoro! E la soluzione a questo “karma negativo”, che non ti ha fatto ricco, la trovi in una santissima tazza di caffè.

Non voglio annoiarti con il solito articolo riguardo gli effetti della caffeina sul cervello e bla bla bla, piuttosto vorrei proporti una riflessione sulle relazioni immaginali possibili tra psicologia e caffè.

In particolare ho individuato quattro tipi di bevitori di caffè: l’eroe, il mammone, il dionisiaco e l’artista.

Tu quale sei?

Andiamo con ordine, capiamo prima di tutto cos’è il caffè: il nero nettare degli dei? Magari o quasi.

Prepara la Moka (Introduzione)

Nell’immaginario collettivo il caffè è la bevanda che spinge tutti ad iniziare una giornata, che spesso già all’inizio, si prospetta tutta in salita. Le origini della sua scoperta sono incerte, ma è beato chi l’ha fatta, infatti Alì Bin Omar Al Shadhilly è stato eletto come “santo protettore” dei coltivatori di caffè, in quanto è a lui che viene ricondotta la scoperta. Il simpatico signore, esiliato per offesa alla figlia del re, si ritrova a vagare nelle foreste, cibandosi di quel che trova finché si imbatte nelle bacche di caffè ed ha l’idea di farne un decotto che diverrà la base da cui sviluppare la bevanda che utilizziamo tutt’oggi. 

A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco (Erri De Luca)

Ogni tipo di caffè, che sia macchiato, lungo o corretto rivela una parte della personalità. La ritualità che ruota intorno ad un caffè, ad esempio il riunirsi con gli amici al bar e la quantità di cui se ne fa uso, sono tutti elementi che definiscono la funzione che il caffè assume nel contesto sociale in quanto vettore e collante. Il caffè è una scusa, è dirsi “ci vediamo per un caffè?”, in realtà è una richiesta all’altro di una confessione, ma non come nella stanza del terapeuta, lì la cosa si fa seria.

Il rito del caffè

A questo punto ben soccorre l’esempio del rito del caffè a Napoli, qui il caffè è un must, un po’ come la pizza, forse appena una spanna sotto. Il rito del caffè napoletano unisce da generazioni i figli del Vesuvio, infatti questa bevanda è resa sacra poiché ad essa è associata l’idea di ospitalità, socializzazione e calore, con quest’ultimo rientra anche l’immagine di Estia, dea del focolare domestico, che richiama proprio quell’ideale insito nel rito napoletano del caffè. A Napoli il caffè è soprattutto condivisione e generosità, infatti è qui che ha origine la tradizione del caffè sospeso, che consiste nel pagare un caffè in più a quello consumato affinché chi non può permetterselo possa berlo.

E se lo prendo deca? Offendo il barista.

I quattro tipi di bevitori

Sei ancora qui? Guarda che ci conto! Metti su il caffè che soddisfo la tua voglia con la descrizione, attraverso un’ottica ritualistica, dei quattro tipi di bevitori di caffè che ho scelto per te, che ricalcano, chi più e chi meno, determinati tratti della personalità e magari ti ci ritrovi, ma non preoccuparti che il fondo ancora non riesco a leggerlo.

1. L’eroe

Il primo esempio immaginale è quello del consumatore compulsivo di caffè, un po’ come me. Abitualmente chi assume molto caffè vuol tenersi attivo, deve carburare perché altrimenti la giornata va in down e questa abitudine può essere ricondotta all’inflazione dell’archetipo dell’eroe. L’uomo moderno che smanetta al pc, in Dad o magari in ufficio, con la sua bella tazza di caffè fumante, pronto a dare battaglia ad una giornata d’intenso lavoro, rimanda alla figura di Ercole, che poverino non conosceva le proprietà di questa bevanda, ma ugualmente ha affrontato a testa alta dodici fatiche.

2. Il mammone

E se invece lo prendi con il latte? Potrei ricondurlo al fattore materno, in cui c’è quel rapporto di congiunzione tra la madre Demetra e la figlia Persefone, così come fa il latte con il caffè. Allungare la bevanda con un goccio di latte può restituirti quella sensazione di conforto dovuta ad una minor amarezza, parte integrante del caffè, così come fa una madre che alleggerisce la figlia privandola delle pressioni esterne attraverso il conforto; in sostanza desideri una coccola.

3. Il dionisiaco

Se lo bevi corretto stai dando adito alla tua parte dionisiaca, la carica alcoolica aggiunta al caffè serve a farti iniziare la giornata in maniera “bilanciata”. Da un lato vuoi tenerti sveglio mentre dall’altro vuoi la giusta dose di easy and chill, che ti fornisca una minima alterazione dello stato di coscienza per non sentire la pesantezza dell’inizio di un’intensa settimana. Scommetto che lo bevi per staccare dopo una stancante giornata lavorativa, magari seduto sul divano, un po’ come farebbe Dioniso. Correggi il tiro, sì! ma non alzare troppo il gomito.

4. L’artista

Altra immagine è quella dell’artista, ma bevitore di caffè, che coniuga la sua sete bollente con la coffee art experience, spopolata da qualche anno anche qui in Italia, è un’esperienza più visiva che di gusto. Caratterizzata dalla presenza di disegni sulla schiuma del cappuccino, riconduce, questa volta, alla figura di Apollo, il dio delle arti, ma anche a quella di Afrodite, quella del nuovo millennio, che sorge dalla spuma di un cappuccino di Starbucks. Quando fai una coffee art experience vuoi rendere omaggio a quel lato di te più artistico, meno razionale. L’immagine sulla schiuma deve essere kawaii (carina) e magari, proprio per questo, vuoi goderti una mini opera d’arte per te stessa, così vai al bar dove lavora Apollo per sentirti coccolata e coniugare gusto, bellezza ed Instagram.

Il caffè invece, in sé e per sé, può essere assimilato anche con l’immagine di Hermes, messaggero degli dei: il veicolo che mette in comunicazione, sia le parti personali infere (il down) e olimpiche (l’effetto della caffeina), sia il contesto sociale. 

Spengi il fuoco, è pronto (Conclusioni)

Il caffè è unità, mito e tradizione. Le sue origini si perdono nel tempo e forse è anche un bene che sia così, perché porta con sé tutto quel fascino del mistero che rende ancor più intenso il gusto di questa bevanda. Il caffè è un po’ come una bella donna, che passeggiando lungo il corso, lascia dietro sé una scia di profumo, e così inevitabilmente associ l’odore a quell’immagine ed ogni volta sentendolo ripenserai a lei. Il caffè è rito, è condivisione, è una scusa per dirsi ti voglio raccontare quello che mi è successo oggi, ma soprattutto il caffè è uno strumento vecchio come il cucco, ma ancora in grado di coniugare ciò che c’è di bello al mondo, tranne se sei allergico.

All you need is Coffee

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Info sull'autore

Gerardo Iannaci

Laurea magistrale Psicologia Clinica e della Salute. "Creare è vivere due volte". Albert Camus

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