Proverbialismo e Quotes addicion

Il cortocircuito prodotto tra lo spirituale e il materiale è una delle molle che spingono l’uomo moderno verso una “quotes addiction”. Pagine motivazionali che hanno al seguito sempre più followers giocano sulla filosofia in pillole dei kotowaza del pensiero orientale e dei proverbi popolari.

 Chi in un modo o in un altro contempla sé stesso, insegue la reale coscienza dell’esistenza umana. Nonostante ciò quanto è facile ingannarsi? Com’è difficile sottrarsi ad una decisione?

Vivere il proverbio oggi è molto più che una scelta. Piuttosto, è una condizione che si impone come una ventata di senso che coglie di sorpresa, suscitando un riso interiore, quasi a ricordare che ci si è “cascati di nuovo” perché è normale ingannarsi. Il proverbio è eminentemente sociale e si colloca sulla linea d’ombra tra il riflesso sociale e la riflessione. Può essere in grado di sottrarre significato al lavoro e di conseguenza al mondo, che diventa così un luogo di giochi racchiuso in un recinto sacro.

Struttura e costume del proverbio

Incontriamo i proverbi per la prima volta quando siamo piccoli, forse da un nonno che con un’uscita teatrale mette ko persino un genitore e restiamo interdetti dall’efficacia di quelle parole e le facciamo subito nostre. 

L’ arte proverbiale giunge spesso da maestri sconosciuti che solo nel tempo hanno lasciato il patrimonio della filosofia spicciola. Nonostante la semplicità formale, hanno strutture sofisticate, una metrica decisa e gli ingegni tra parole sono peculiari (rime interne, assonanze, ecc.).La tradizione raccoglie immagini sul Tempo, cibo, piaceri, che sono collettive e prodotte nel quadro di una vera industria culturale. Grazie al linguaggio archetipico danno ordine e forma all’esperienza che altrimenti resterebbe anarchica e ineffabile. Queste caratteristiche insieme, sono volte a fissare una norma sintetica, che nel tempo ha condizionato le credenze popolari.

 Adoperarli in una discussione disarma l’interlocutore, ma anche rimandare a questi nel mezzo di conflittualità interiori, insegna a ragionare in modo diverso su sè stessi. Come accade questo?

Confondersi le idee è il gioco più antico

Come sostiene il filosofo George Santayana, in Piccoli saggi, < “Ogni saggio proverbio, ne ha uno opposto, non meno saggio, per bilanciarlo”>. Questa condizione antinomica suscita incongruenze di immagini e rotture simboliche continue. Inoltre, il capovolgimento ironico delle rappresentazioni, libera dall’illusione di una coscienza personale in favore di un “Sentimento Oceanico” che come scrisse Romain Rolland, nel suo scambio epistolare con Freud, “dissolve l’io senza farlo scomparire”. Dunque l’io si colloca altrove, verso il risveglio, dove l’uomo può osservarsi senza prendere uno specchio. Anche se l’evoluzione delle scienze ha risposto in modo più razionale rispetto le tendenze semplicistiche dei modi di dire, questi si impongono, ancora oggi, come verità atemporali, trovandosi in uno spazio ignoto (come i loro autori). Vengono caricati di significati attraverso il loro stesso segreto che viene fuori solo con l’esperienza. Anche i proverbi, infatti, come le fiabe seguono il percorso di crescita. Bettelheim ne Il mondo incantato suggerisce che “la saggezza non salta fuori perfettamente sviluppata come Atena dalla testa di Zeus; essa viene edificata, a poco a poco, dagli inizi più irrazionali.” Non a caso detti come “il dubbio è padre del sapere” manifestano le spinte dell’es e spiegano come soddisfarle in accordo con gli ordini dell’io e del Super-io.

L’unione fa la coppia

Il laboratorio enciclopedico deve molto al contributo della tradizione ai proverbi che nel tempo hanno prodotto senso quindi salute attraverso una sapiente manipolazione della mente, fondata sul simbolo oltre che sulla struttura formale. Viene ricordato l’esempio del pittore olandese, Pieter Brueger, che lasciandosi inspirare dall’efficacia iconica e ironica della saggezza popolare, dipinse Proverbi fiamminghi, come riflessione sulla follia e i vizi del popolo, nel 1559. Talvolta positivi e legati agli aspetti generativi della vita, altre volte mortali e incontrollabili, i proverbi sono un contenitore semantico da cui tutto il mondo può attingere e lasciarsi con-fondere. Ci abbandonano in uno stato di suspense e pensiamo: dove si trova la verità? È una domanda troppo complessa ma l’astrazione proverbiale può venirci in aiuto e se prestiamo attenzione può celarsi anche dietro il minimalismo dei motti di spirito che pongono fine alla una disputa del un pranzo domenicale mettendo tutti d’accordo.

Quello che è certo è che la “quotes addiction” è un’epidemia di natura psichica che ha bisogno di curarsi attraverso sé stessa e vincere la frenesia della verità come assoluta con la mediazione e il dialogo. ll PROVERBIO 2.0 si muove oggi all’interno della società alla ricerca del suo opposto per trovare finalmente la sua unità di significato e far risuonare quello che Reginald Horace Blyth definisce “il riso dell’accettazione stupefatta”.

P.S. CLICCA QUI per leggere La lettura immaginale dei Tatuaggi

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Info sull'autore

Andrea Orza

Giornalista in erba e Psicologa in formazione

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