Sognare di cadere e paura di volare

Cadere è il sogno più frequente in assoluto.

Precipitare, stramazzare al suolo, schiantarsi. Ma il suolo, la terra, the ground non sempre ci sono, anzi solo i più fortunati  vi arrivano. Molti restano in aria, in un’eterna caduta. Qui vi spiegheremo come questo sogno vi stia comunicando un processo in corso, quello secondo cui si passa dal far castelli in aria a tenere i piedi per terra.

Per spiegarvelo useremo qualche immagine… quella di Urano e Gea, al secolo Cielo e Terra, quella di David Bowie con la canzone “Space Oddity”, quella del serpente inanellato sul collo dell’aquila nello Zarathustra. Tutte ci parlano dell’asse intorno al quale cresciamo psichicamente come edera, quello che Jung chiamava “Asse Io-Se”. Ma prima di tutto una breve introduzione sui sogni.

Perché invece di dormire, sogniamo?

Non potremmo cadere in un sogno fatto di oblio smettendo di emozionarci?

Invece sembra che tra le funzioni  del sogno si annoveri proprio questa, ossia quella di fare pulizia nel SNC, nel Sistema Nervoso Centrale che rinforza alcune sinapsi e ne abbandona altre. Insomma sogniamo per dimenticare. Ma le ipotesi della neuropsicologia sono molte mentre a noi, qui, interessa la psicodinamica, quella parte della psicologia che vede nel sogno un’espressione di Psiche. Lei, Psiche,  non usa codici ma direttamente le immagini e la regola per leggere i nostri sogni è semplice: ogni immagine è un’emozione, un bisogno o una condotta del sognatore. Nel sogno ogni immagine è il sognatore, è una sua parte psichica. La trama del sogno ci dice in che rapporto sono tutte le emozioni e i bisogni del sognatore tra di loro.

In principio era il CAOS: Su Urano e Gea

Così iniziano più o meno tutte le religioni e mitologie, e tutte, dopo il principio, vedono la nascita di due dèi o elementi di partenza: Cielo e Terra. La Grecia classica li vedeva come Urano e Gea. Due gemnitori primordiali che rappresentano anche due istanze psichiche. Urano è la parte della psiche che è più aerea, spirituale, speculativa, psichica e celestiale. Gea, nostra madre Terra è terrena, materica, corporea, pragmatica. Allora la mitologia ci dice molto semplicemente che la psiche per crescere deve semplicemente vivere l’eterno dialogo tra cielo e terra, tra psiche e corpo, tra immaginario e terreno. È attraverso la nascita di queste due polarità che iniziamo a divenire chi saremo. Paradossalmente queste due polarità si invertono se parliamo di accoglienza ed espulsività. Così Gea è la capacità di accoglierci e accogliere tutte le nostre parti psichiche, mentre Urano è la funzione espulsiva di parti psichiche che devono essere contenute.

Dunque sogno di cadere significa sogno di andare da Urano a Gea, dal mentale al corporeo, dall’espulsività verso le emozioni alla loro accoglienza.

David Bowie e il controllo a terra

Il Duca bianco ha scritto un inteo album su l’uomo delle stelle. In Space oddity c’è il Maggiore Tom che cerca di tenere i contanti con il “Controllo a Terra”. Ecco di nuovo Cielo e Terra, ecco il Duca che ci rammenta come sia cruciale che la comunicazione tra i due deve essere sempre mantenuta viva. Bowie, in verità, leggendolo immaginalmente, ossia come se fosse un suo sogno, ci fa dono di un immagine estremamente esplicativa del funzionamento psichico. Ecco che l’uomo dello spazio fantastica, specula, vola, vede lontano; ecco che il “Ground Control” ci ricorda di tenere i piedi a terra, di essere pratici, di fantasticare poco e guardare dove si stanno mettendo i piedi invece di contemplare l’orizzonte. Quella di Bowie è ancora una immagine della caduta controllata, è l’immagine della psicosi, ossia dell’eccesso di psiche e di immaginazione. Quando sogniamo di volare, allora stiamo semplicemente di fronte a psiche che dice a se stessa che sta vivendo molto sulla speculazione e sull’immaginazione. Il sogno del volo ci informa del fatto che siamo troppo mentali.

L’aquila, il serpente e il funambolo. Nietzsche sognava di volare e mai di cadere?

Nello Zarathustra c’è questa immagine molto bella dell’aquila che ha un serpente inanellato intorno al collo. Questa immagine ci parla della eterna lotta dentro di noi. Quella stessa che già intravediamo in Urano e Gea. La lotta deve, invece, divenire un’alleanza. L’aquila, fiera con sguardo acuto che vede oltre l’orizzonte e solca, veloce, il cielo deve farsi guidare dal terreno serpente, talmente terreno da strisciare e aderire con tutto il suo corpo a terra. Il serpente il cui scheletro ricorda la spina dorsale dell’uomo e che, quindi, rinvia all’energia dei movimenti riflessi e istintuali, il serpente che è mera agito, senza speculazioni. Il serpente, è lui che fa precipitare l’aquila.

Ma anche l’immagine del funambolo che, sulla corda tesa cammina per aria, è densa. È sempre Nietzsche che ce la dona e ci narra di un giullare folle che lo fa cadere giù. Anche qui c’è il medesimo messaggio immaginale, ossia di restare  fedeli alla terra. Ma mentre il filosofo si riferiva al fatto di non credere nella vita nell’aldilà, qui riteniamo che il senso sia quello che abbiamo appena esposto.

Sognare di cadere serve per smettere di volare

Alla luce di quanto detto, direi di riprendere il concetto di “asse Io- Se”. Mi riferisco al fatto che ognuno di noi ha una vita psichica e una vita pratica, una mente e un corpo, fantasie e percezioni, intuizioni e sensazioni. Tutto può essere visto come una scala che dalla terra arriva in cielo. Ma noi abbiamo facilità nel passare da su a giù e viceversa, solo maturando. Inizialmente voliamo e precipitiamo, intuiamo e poi sentiamo, inventiamo e fantastichiamo per poi declinare queste fantasie con la realtà intorno a noi. Allora volare è fondamentale ma ogni funzione fondamentale se si inflazione richiede la sua enantiodromia, la sua funzione opposta. Cadiamo ma non disimpariamo a volare, mi raccomando.

Conclusioni

Dunque se sogno di cadere significa semplicemente che la psiche sta passando di nuovo dal cielo alla terra, dalla teoria speculativa alla prassi della pratica, dal mentale al corporeo, e lo fa perché ne ha bisogno secondo necessità.

Quindi cado a terra per sentire di nuovo il corpo la materia e il ruolo del mondo intorno ame con me. Cado per riprendere contatto col mondo fuori dalla mia finestra. Cado perché non devo trascurare i fattori ambientali. Cado perché sono in psicosi, sono in un eccesso di psiche che chiede di essere zavorrati. Cado, magari perché, dopo aver fantasticato su le feroci conseguenze di alcune cose, che so io, ad esempio il vaccino, poi mi ritrovo che nel vivere quelle cose le mie fantasie falliscono e cadono con me al suolo, dove nostra madre terra è sempre pronta ad accoglierci. Cado per partecipare al mondo perché, come diceva Gaber, libertà è partecipazione.

P.S. CLICCA QUI per leggere Come si interpreta un sogno? 6 consigli di J.Hillman

Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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