La Psicologia Archetipica è stata per me un amore a prima vista.




Sarà per il mio retroterra culturale, sarà per il mio daimon, sarà per il mio modo di pensare, o per i filosofi che avevo letto fino ad allora… ma nel 2009 quando la scoprii, non ci fu più ritorno.

Grazie alla Psicologia Archetipica ho scoperto un nuovo modo di vedere le cose che fermentava da tempo dentro di me.

La psicologia archetipica si presenta come antidoto a una psicologia che ci chiede di essere al tempo stesso senza incrinature psicologiche e senza sintomi, secondo il modello dei santi che vengono immaginati senza peccati e di un dio che ha rinnegato la propria ombra, il diavolo. Le divinità pagane mi attirano proprio perché ciascuna si presenta perfetta e incompleta, divina e diabolica al tempo stesso, folli e sagge alla maniera dell’inconscio.
Dea, cantaci le imprese delle Divinità, e che le tue Muse mi concedano la grazia pagana. [Ginette Paris, La grazia pagana]

Questo tipo di visione mi permette flessibilità, ricerca, inclusività e libertà. Non potevo aspettarmi di meglio quando decisi di studiare la psiche umana.

Sai quella sensazione che hai quando leggendo un libro ti ritrovi proprio in quelle pagine?

Proprio questo ho provato quando ho cominciato a leggere i testi di Psicologia Archetipica.

La denominazione di Psicologia Archetipica è recente, infatti risale al 1970, quando James Hillman scrive l’articolo Why archetypal psychology?

Prima di proseguire ti consiglio di leggere, se sei interessato, la biografia di James Hillman (fondatore della Psicologia Archetipica). Conoscere la vita di un autore ci permette di comprendere meglio le sue teorizzazioni.

1. Chi è James Hillman, fondatore della Psicologia Archetipica? La biografia, la vita, la famiglia, i viaggi, il daimon.

2. Scandali e tradimenti. James Hillman al C.G. Jung Institute.

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◈ Definizione




Sarebbe stato difficile descrivere per punti la Psicologia Archetipica. Per fortuna però abbiamo una bellissima presentazione, dalla quale prenderò spunto, scritta proprio da James Hillman. È un articolo intitolato Psicologia Archetipica che si trova nell’Enciclopedia del Novecento (lo puoi trovare gratuitamente sul web).

L’articolo inizia così:

La psicologia archetipica si è proposta fin dall’inizio di travalicare l’ambito degli studi psicoterapeutici e delle indagini cliniche per collocarsi nella cultura dell’immaginazione occidentale. È una psicologia che volutamente si collega con le arti, la cultura e la storia della società, le quali traggono anch’esse origine dall’immaginazione.

WOW, che botta!

James Hillman ci sta suggerendo che tutta la psicologia, la psicoterapia, le indagini cliniche e la scienza, sono IMMAGINAZIONI dell’uomo.

Finalmente una psicologia che mette al centro l’immaginazione dell’uomo, e non vuoti dati statistici o diagnosi imprigionanti! Possiamo respirare e sentire il “soffio vitale”, ovvero la Psiche stessa, altrimenti costretta in inani contenitori.

Possiamo quindi considerare la psicologia archetipica come un movimento culturale che ha, tra gli altri, il compito di giungere ad una re-visione della psicologia, della psicopatologia e della psicoterapia.

La Psicologia Archetipica è un movimento che re-visiona. Un movimento che mi permette di re-immaginare la realtà e di ri-leggerla.

Ri-leggendo la realtà, ovviamente, ri-leggiamo la psicologia stessa.

La psicologia diventa così un nuovo punto di vista sull’uomo e il mondo.

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◈ I padri
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Ogni movimento ha le sue fonti d’ispirazione e le sue radici storiche.

Secondo James Hillman, la Psicologia Archetipica affonda le radici all’interno della cultura europea del Sud.

Il “Sud” – oltre ad essere un luogo geografico, culturale, etnico – è anche un luogo simbolico. (James Hillman)

Parliamo infatti di un Sud inteso come profondità, metafora necessaria per una psicologia del profondo.

Gli autori a cui James Hillman strizza l’occhio sono Vico, Ficino, Platone, Eraclito, Proclo, Plotino, Avicenna, Ibn ‘Arabī, Sohrawardī.

Inoltre, Hillman individua due padri fondamentali del movimento: C.G. Jung e Henry Corbin.

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Jung e gli Archetipi




Jung è uno psicoanalista svizzero fondatore della Psicologia Analitica. (Per saperne di più puoi visitare il blog italiano dedicato a lui e fondato dal mio amico Emanuele Casale ➢ JUNGITALIA.IT)

Ricollego facilmente la concezione di Archetipo a Jung.

Infatti l’idea di Archetipo, inteso come struttura fondamentale della psiche, deriva proprio dallo psicologo svizzero e dalla ricerca che effettuò.

L’espressione “archetipo” si trova già in Filone di Alessandria con riferimento all’immagine di Dio nell’uomo. Così pure in Ireneo, dove si legge: “Il creatore del mondo non fece queste cose a partire da sé stesso, ma le trasse da archetipi estranei.” Nel Corpus Hermeticum Dio è chiamato tò archetupon fos (la luce archetipica). In Dionigi l’Areopagita l’espressione si trova ripetutamente: nel De coelesti hierarchia, II, 4: ai aulai archetipai (gli archetipi immateriali), come nel De divinis nominibus, II. 6. In Sant’Agostino l’espressione “archetipo” non si trova, ma se ne trova l’idea; così nel De diversis quaestionibus, LXXXIII. 46: “Idee originarie…. che non sono state create… che sono contenute nell’intelligenza divina.” “Archetipo” è una parafrasi esplicativa dell’éidos platonico. (C.G. Jung, Gli archetipi e l’inconscio collettivo, Vol. 9, p. 4)

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Inoltre la metafora mitica, attraverso la quale descrivere il mondo, deriva proprio dall’amplificazione junghiana dei miti. E in precedenza dall’intuizione freudiana del Complesso di Edipo, discorso che però non fu poi approfondito dallo stesso Freud.

Il mito è un punto centrale della Psicologia Archetipica. Di seguito vi propongo un libro nel quale Hillman rilegge la Psicoanalisi attraverso il linguaggio mitico.




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Corbin e le Immagini
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Henry Corbin è stato un filosofo francese che ha studiato a fondo la cultura islamica.

In Corbin il mondo degli archetipi (mundus archetypalis ‘alam al-mithal) è il mondo delle immagini, ovvero il mundus imaginalis.

Cosaaa!?!?!?

Mi spiego meglio.

Per Corbin tutto è Immagine: la realtà e l’irrealtà sono fatte di Immagini.

Ma cosa sono le Immagini?

Per immagine io intendo non soltanto un’immagine grafica o visiva, ma un insieme di percezioni, pensieri, idee, emozioni, comportamenti, relazioni, interazione e identità che sono direttamente organizzate da un motivo centrale secondo diverse combinazioni e variazioni. Inoltre, queste reti si collegano e interagiscono con le esistenti strutture collettive di significato a tutti i livelli (inclusi quelli corporei) presenti nel linguaggio e nella cultura; il deposito di quelle esperienze e credenze condivise che sono parte delle formazioni collettive delle presentazioni semantiche.” (Papadopulos, L’umwelt, Jung e le reti di immagini archetipiche, “Rivista di psicologia analitica”, 2008, n. 26)

(Ringrazio il dott. Luca Urbano Blasetti per questa definizione, che non riuscivo proprio a trovare!)
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L’immagine è tutto ciò che percepiamo attraverso i cinque sensi, ciò che pensiamo, ciò che sentiamo e ciò che proviamo.

L’immaginazione e le immagini di cui è costituito il pensiero dell’uomo non risiedono né nella realtà, né nel pensiero dell’uomo. Risiedono in un mondo che sta nel mezzo. Una regione che è chiamata Mundus Imaginalis. Un mondo intermedio tra l’Intelligenza e il mondo dei sensi: l’anello di congiunzione tra realtà e irrealtà.

Lo so che sembra abbastanza difficile da digerire per noi occidentali. Ma in realtà abbiamo dei riferimenti nostri per capire il Mundus Imaginalis: l’Anima cristiana e il Metaxù platonico.

La Psicologia Archetipica basa quindi le sue fondamenta sull’Immagine.

L’immagine è il dato psicologico primario.

La Psicologia Archetipica non ha il suo inizio nella fisiologia del cervello o nella struttura del linguaggio o nell’organizzazione della società e nemmeno nell’analisi del comportamento, ma nei processi dell’immaginazione. (James Hillman)

Lo stesso Jung disse: l’immagine è psiche.

Secondo Casey inoltre, l’Immagine non è qualcosa che si vede, bensì è un modo di vedere.

Tutto ciò viene chiamato da James Hillman la Base poetica della mente.

Questo mondo immaginale non ha dunque niente di irreale, di fantomatico. Ha una sua realtà sui generis di pieno diritto, ed è senza dubbio ciò che noi abbiamo completamente dimenticato in Occidente, da quando fu perduto il “combattimento per l’Anima del mondo“. (Heny Corbin, Corpo spirituale e Terra celeste, p. 94)

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◈ Le Madri




Di solito si guardano sempre i padri di un movimento, come se fossero solo gli uomini a portare sapienza. Tuttavia se c’è un figlio, oltre ad esserci un padre, ci deve essere anche una madre. Inoltre Sophia, la sapienza, è una figura femminile.

In questo articolo mi permetto un azzardo. Provo a consegnare una madre alla Psicologia Archetipica, affinché non ne sia orfana come gli altri movimenti culturali.

La madre che ho individuato è una filosofia greca che visse nel V secolo a.C.

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Diotima
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Diotima di Mantinea è citata da Platone nel Simposio come “Madre” di Socrate e come Maestra dell’Eros.

Eros è un tema centrale nella Psicologia Archetipica. Eros è la forza su cui si fonda qualsiasi relazione tra persone o immaginari. Anzi potremmo dire che Eros è relazione.

Per Diotima, Eros è una forza che non è divina, ma nemmeno terrena. Eros è daimonico. Questo concetto è in pieno stile Archetipico. Inoltre, per la filosofa greca, la bellezza è il fine dell’esistenza, così come per la Psicologia Archetipica l’Anima ha un bisogno esistenziale di bellezza.

Non c’è Eros senza Bellezza. E la Psiche senza bellezza perde il senso della vita, deprimendosi.

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◈ Politeismo
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Dio è uno stile di riflessione. Un Dio è una maniera di esistenza, un atteggiamento verso l’esistenza e un insieme di idee. (James Hillman, Re-visione della psicologia)

Credo che avrai notato sicuramente che nelle fonti citate c’è un’integrazione tra diverse culture: quella Cristiana, quella Mitologica, quella Islamica, e quella Orientale.

Potrebbe quasi scoppiare una guerra…

…eppure, insieme, cooperano a costruire una nuova visione del mondo e dell’uomo.

La Psicologia Archetipica ha quindi una visione politeistica della psiche: ognuno di noi ha più personaggi che interagiscono dentro di sé.

Per ognuno di questi Dei/Personaggi aggiungerei che c’è una visione Spinoziana di Dio, rendendo il tutto molto contemporaneo. Ogni personaggio è un Dio e ha valore di un Dio che accade.

Dio non ha unità. Come potrei averla io? (Fernando Pessoa)

Ma non è proprio questa la divinità, che vi siano dei ma non un dio? (Friedrich Nietzsche)

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Anima
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La metafora principale della psiche è l‘Anima. D’altronde Psicologia significa proprio discorso sull’Anima, o se vogliamo linguaggio dell’Anima.

Ma cosa si intende esattamente per Anima?

Anima ha più significati e declinazioni. Jung ad esempio ha scritto molte pagine nelle sue opere per differenziare tra Anima, Psiche e Seele.

L’Anima è il soffio vitale, è un mondo, in particolare il sopracitato Mundus Imaginalis. Il luogo dove risiedono le Immagini.

Per James Hillman Anima è l’archetipo della Psiche.

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◈ Fare Anima
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Parlando di Anima dobbiamo parlare del Fare Anima.

La psicologia archetipica ha chiamato Fare Anima (soul-making) l’aspirazione che guida il suo lavoro, prendendo l’espressione da William Blake e, soprattutto, da John Keats: “Chiamate, vi prego, il mondo la valle del fare anima. Allora scoprirete a cosa serve il mondo“.

Fare Anima significa immaginare, ovvero guardare gli eventi da un punto di vista immaginale. Le immagini sono infatti la psiche, la sua materia e la sua prospettiva. Foggiare immagini è quindi un equivalente del Fare Anima. Ciò può aver luogo nelle forme concrete, e con la particolare moralità, del lavoro artigianale, come può anche aver luogo nelle elaborazioni sofisticate della riflessione, della religione, dell’azione sociale, purché queste attività siano immaginate dal punto di vista dell’anima e abbiano l’anima come interesse primario.

Ad esempio leggere il nostro blog è un Fare Anima 😄

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◈ Visione in Trasparenza o Psicologizzazione
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Fare psicologia significa vedere il mondo attraverso la psiche.

E cosa può essere visto attraverso la Psiche? Tutto.

In psicologia archetipica questo particolare modo di vedere i fatti e il mondo si chiama Psicologizzazione o Visione in Trasparenza.

Tutto ha un significato archetipico e tutto è aperto alla penetrazione psicologica. (James Hillman)

Ecco perché mi trovo spesso a scrivere di psicologia ri-leggendo i film, i racconti, gli accadimenti quotidiani, la politica… Semplicemente perché la psicologia parla di Anima e gli accadimenti sono Anima.

La psicologia deve parlare dell’uomo nel mondo, non dell’uomo al di là del mondo.

Come direbbe James Hillman, la psicologia DEVE uscire fuori dalla stanza d’analisi, come facevano anche i primi psicoanalisti, e confrontarsi con l’Anima Mundi, ovvero con l’Anima del mondo.

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Psicopatologia e Terapia
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Gli dei sono diventati malattie (C.G. Jung)

La psicopatologia è necessaria. I disturbi psicologici sono le modalità immaginative attraverso cui si esprime la nostra Psiche.

Viviamo in una società nella quale non c’è spazio e tempo per le patologie. Le vogliamo sconfiggere subito.

Siamo abituati a non accogliere le malattie, e facciamo di tutto per curarle.

Tuttavia, secondo Hillman, non c’è una cura; c’è invece una ri-valutazione della patologia.

Ad esempio nella nostra società non c’è spazio per la Depressione, che è considerato il grande nemico dell’umanità:

Una società che non consenta ai suoi membri di “scendere verso il basso” non può infatti trovare la profondità ed è costretta a rimanere perennemente inflazionata in un disturbo maniacale dell’umore mascherato da “crescita”. (James Hillman)

Per fortuna la Psicologia Archetipica dà scarsa importanza alle categorie diagnostiche e ai test psicologici.

In fondo i test sono solamente un linguaggio burocratico privo di Anima. Le categorie diagnostiche cercano di ordinare ciò che non si può ordinare (la Psiche), perché è già ordinata.

Ma quindi se io sono depresso cosa devo fare? Perché dovrei andare da uno psicoterapeuta?

Per mettere in scena la fantasia della depressione, e in particolare della TUA depressione. Per accoglierla, ascoltarla e capire quale messaggio ha da consegnarci la psiche attraverso quella patologia.

Fare terapia significa raccontare una storia.




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Puoi tirare un sospiro di sollievo!

Sono finalmente arrivato alla conclusione di questo articolo.

Mi ero ripromesso di fare una disamina breve della Psicologia Archetipica, ma non ce l’ho fatta!

Perdonami! Già così mi sembra un discorso estremamente breve e non esaustivo.

Comunque, se sei arrivato vivo e vegeto alla fine di questo articolo…

facci sapere cosa pensi della Psicologia Archetipica e scrivilo nei commenti qui sotto.

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P.S. Ho fatto una faticaccia a scrivere questo articolo…
Che ne dici di un bel like sulla pagina fb de L’Anima Fa Arte per darmi un rinforzo positivo?

Grazie e a presto!!!

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Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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