Che cos’è l’Enneagramma? Come possiamo conoscerci o ri-conoscerci attraverso di esso?

In questo articolo riporterò 9 brevi descrizioni caratteriali studiate attraverso l’Enneagramma.

Sono proprio curioso di sapere in quale tipo caratteriale ti riconoscerai.




Prima però, farò una piccola introduzione per capire il senso dell’Enneagramma.

Secondo il filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, l’Enneagramma è un movimento perpetuo delle dinamiche interiori.
Mi piace molto l’immagine proposta da Gurdjieff del movimento perpetuo. Mi consente di capire la profonda dinamicità della psiche e della realtà che ci circonda. La psiche è in continuo mutamento, così come la materia.

Per conoscere qualcosa che muta in continuazione abbiamo bisogno di diversi mezzi. Uno di questi è l’Enneagramma.

L’Enneagramma è un punto di vista per conoscere sé stessi e le proprie dinamiche.

Da sempre abbiamo un profondo desiderio di conoscere ciò che siamo, nessuno escluso.

Infatti il mistero genera tensione e l’oscurità fa paura. Ecco perché cerchiamo la luce nella profondità della notte. Inoltre, secondo Gurdjieff, rimanere nell’oscurità di sé stessi significa viviere in prigione:

Voi non vi rendete conto della vostra situazione. Siete in prigione e tutto ciò che potete desiderare, se avete del buon senso, è evadere. (Ouspensky, 1949)

La liberazione dalla prigione della realtà parte dalla ricerca e dalla comprensione.

Questo articolo vuole essere un’introduzione alla filosofia dell’Enneagramma, uno spunto di riflessione per smuovere la curiosità ad approfondire l’argomento.




◈ Un po’ di storia
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Sembra che la tradizione dell’Enneagramma abbia le proprie radici nel Sufismo (700 d.C.)

Essere un Sufi significa diventare quel che potete diventare, e non tentar di inseguire ciò che, nel momento sbagliato, è un’illusione.
Significa diventare consapevoli di ciò che per voi stessi è possibile, e non ritenere di essere consapevoli di ciò che trascurate.
Il Sufismo è la scienza del pacificare quel che dev’essere pacificato e risvegliare quel che può essere risvegliato; e non credere di poter pacificare o risvegliare dove non si può, o di doverlo fare quando non ce n’è bisogno. (Sayed Imam Ali Shah)

Secondo il Sufismo, l’uomo ha la possibilità di tornare all’origine. Ma l’ha dimenticato. In pratica egli è “addormentato” alla realtà. (Robert E. Ornstein)

Per andare oltre la realtà e le sue illusioni abbiamo bisogno di conoscenza e ricerca.

Gurdjieff (fine ‘800 – inizi ‘900), partendo dalla tradizione Sufi, armena e cristiana, costruì un sistema di comprensione affascinante ed esoterico.

È complicato risalire al pensiero di Gurdjieff per via della cortina di nebbia che aleggia intorno alla sua figura. Alcuni pensano persino che sia stato un agente segreto in Tibet (N.B. Notizia mai confermata).

Gurdjieff non sistematizzò mai il pensiero sull’Enneagramma in forma scritta, ma sembra che ne facesse largo uso con i suoi discepoli.

Fu P. D. Ouspensky (discepolo di Gurdijeff), nel 1949, a descrivere l’Enneagramma nel libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto. Secondo Ouspenky, Gurdjieff usava l’Enneagramma come mezzo per conoscere sé stessi.

Perché è così importante arrivare ad un’adeguata conoscenza e consapevolezza di sé?

Tra gli scopi formulati, il più giusto è senz’altro quello di essere padrone di sé, perché, senza questo, nient’altro è possibile. E, in confronto a questo scopo, tutti gli altri non sono che sogni infantili, desideri di cui un uomo non potrebbe fare alcun uso, anche se fossero esauditi. (Parole di Gurdjieff in Ouspensky, 1949)

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Ichazo prima, e Naranjo poi, rimodernizzarono l’Enneagramma facendone una vera e propria psicologia dei tipi caratteriali.

Tutti noi abbiamo un asse principale “caratteristico” intorno al quale ruotano varie sfaccettature di personalità. Jung li chiamerebbe archetipi o, in altra sede, tipi psicologici.
Questo è il senso delle teorie della personalità: la più antica, l’astrologia; la più scientifica, la psichiatria; la più contemporanea, la psicologia archetipica.

Conoscere sé stessi permette di affrontare la vita e i suoi problemi in maniera più autonoma e consapevole:
Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei. (Oracolo di Delfi)

A.A.A. NO CLASSIFICAZIONI!

Il rischio quando parliamo di tipologie è di cadere nella trappola delle classificazioni. Le classificazioni non servono, così come le diagnosi, se non ad una conoscenza superficiale della persona.
Quando leggerai i tipi dell’Enneagramma pensa che sono solo un punto di partenza dal quale poter esplorare le tue potenzialità.

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◈ Definizione
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Etimologicamente, Enneagramma sta per Ennea (nove) e Gramma (segno).

L’Enneagramma infatti è un diagramma a forma di stella a nove punte che rappresenta nove modi di vivere e vedere il mondo.

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Secondo l’Enneagramma ognuno di noi possiede una natura essenziale. Nonostante questo, durante il corso della vita sviluppiamo una sorta di personalità acquisita che ci serve per “sopravvivere” alle sofferenze e ai dolori.

Uno degli scopi dell’Enneagramma è quello di scoprire la propria natura essenziale. Andare oltre le illusioni della realtà.

Purtroppo con il passare del tempo tendiamo a dimenticare chi siamo e ci cristallizziamo solo in ciò che già conosciamo, senza guardare altrove.

Una volta formatasi la personalità, l’attenzione è assorbita dalle preoccupazioni peculiari di ogni tipo psicologico. Perdiamo l’essenziale capacità infantile di rispondere al mondo quale esso è, e cominciamo a diventare selettivamente sensibili solo a ciò che conferma la nostra visione del mondo. Vediamo solo ciò che è utile alla sopravvivenza della nostra personalità, ignorando tutto il resto.

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Ma ora passiamo a conoscere i 9 tipi caratteriali descritti dall’Enneagramma.

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I 9 Tipi (le descrizioni sono prese da L’Enneagramma di Helen Palmer)




Tipo 1 – IL PERFEZIONISTA
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Gli Uno sono i classici “bravi bambini”. Imparano a comportarsi come si deve, ad assumersi le responsabilità e, soprattutto, a comportarsi bene in presenza degli altri. Ricordano il dolore delle critiche ricevute, e di conseguenza hanno imparato a osservarsi per evitare errori di cui gli altri potrebbero rimproverarli. Credono che tutti condividano il loro desiderio di automiglioramento e sono spesso delusi da ciò che ritengono una mancanza di carattere morale negli altri.
Il punto di vista del Perfezionista è il puritanesimo. I valori sono quelli del lavoro, la rettitudine, una fiera indipendenza e la convinzione che il buon senso e la bontà possano prevalere sui lati oscuri della natura umana. Gli Uno sono convinti che la vita è difficile e che le comodità vadano sudate, che la virtù ha in sé la propria ricompensa e che il piacere viene all’ultimo posto dopo i doveri.

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Tipo 2 – IL DONATORE
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I tipi Due si relazionano agli altri come se cercassero la risposta alla domanda interiore: “sarò amato?”. Hanno un profondo bisogno di affetto e approvazione; vogliono essere amati, protetti e sentirsi importanti per gli altri. Nell’infanzia hanno ricevuto amore e sicurezza grazie all’adesione ai desideri altrui. In questa ricerca di approvazione, i Due hanno sviluppato un radar molto preciso per gli stati d’animo e le preferenze degli altri.
I donatori affermano di adattare la propria sensibilità ai bisogni degli altri, e in questo modo assicurarsi il consenso. Riferiscono anche che, se non ottengono l’approvazione cercata, l’adattamento può diventare un atteggiamento coatto che li porta ad annullare totalmente i propri desideri alla ricerca disperata di amore attraverso l’adulazione.
Essendo cresciuti nell’idea che la sopravvivenza dipende dall’approvazione degli altri, i Due sentono i rapporti come la cosa fondamentale.

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Tipo 3 – L’ESECUTORE
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I tipi Tre sono stati bambini apprezzati per i loro successi. Ricordano che al ritorno a casa venivano interrogati sui successi della giornata, piuttosto che sui loro sentimenti. Sono stati ricompensati per il successo e per l’immagine, più che per le interazioni emotive o la profondità dei rapporti. Essendo stati amati per i loro successi, hanno imparato ad annullare le emozioni personali e a concentrare l’attenzione sull’immagine esterna che gli garantiva amore. I messaggi sono stati: lavorare sodo per ottenere riconoscimenti, assumere ruoli di comando e vincere. Fondamentale era evitare gli insuccessi, perché solo i vincitori sono degni d’amore.
I Tre sembrano incarnare un tipo decisamente moderno rispetto a un insegnamento tradizionale come quello dell’Enneagramma. Rappresentano il tipo iperattivo associato al mito americano della giovinezza, della forza e della competitività.

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Tipo 4 – IL ROMANTICO-TRAGICO
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I tipi Quattro hanno vissuto da bambini un’esperienza d’abbandono, e di conseguenza soffrono di un senso di perdita e di mancanza. La loro situazione interiore è impersonificata nel prototipo del romantico che, pur disponendo di riconoscimenti e successi materiali, resta incrollabilmente legato all’amore perduto, all’amore possibile, all’amore perennemente atteso e a un’idea di felicità che solo l’amore potrà portare. Per comprendere questa visione, dovete calarvi in uno stato mentale in cui le decisioni dipendono dalla mutevole chimica dell’umore, più che dall’analisi dei fatti, e in cui le conversazioni sono ricordate più per il tono e i sottintesi che per le parole realmente dette.

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Tipo 5 – L’OSSERVATORE
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L’io dell’Osservatore è come un castello, un’alta e impenetrabile struttura con minuscole finestre in cima. Il proprietario lascia raramente le sue mura e spia in segreto dall’interno senza essere visto. Gli Osservatori sono persone molto riservate. Amano vivere in luoghi nascosti, lontani dalla tensione emotiva. Spesso, pur stando in casa, staccano il telefono e osservano gli avvenimenti da lontano, facendo esitanti tentativi per partecipare.
I Cinque da bambini si sono sentiti invasi: le mura del castello sono state violate e sono stati derubati della loro intimità. Hanno sviluppato la strategia difensiva del ritiro, riducendo al minimo i contatti e semplificando al massimo i bisogni, nello sforzo continuo di proteggere il proprio spazio privato.

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Tipo 6 – LO SCETTICO LEALE
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I Sei hanno perduto nell’infanzia la fiducia nell’autorità. Ricordano con paura il potere esercitato su di loro e l’incapacità di agire nel proprio interesse. Questi ricordi alimentano nella vita adulta un atteggiamento di sospetto nei confronti delle motivazioni altrui, e questo tipo tenta di alleviare la propria insicurezza o cercando una forte figura protettiva oppure opponendosi all’autorità nel ruolo dello Scettico. Vuole trovare una guida, affidare la propria lealtà a un organismo protettivo come la chiesa, l’azienda o l’università, e prova un’altrettanta forte sfiducia per la gerarchia. L’atteggiamento ligio al dovere e il ruolo di “avvocato del diavolo” derivano entrambi dal sospetto verso l’autorità.
Avendo paura di agire nel proprio interesse, i Sei non riescono a mettere in pratica i progetti. Il pensiero si sostituisce all’azione, perché l’attenzione passa dall’impulso di mettere in atto un’idea alla critica di quella stessa idea, assumendo il punto di vista contrario.

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Tipo 7 – L’EPICUREO
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I Sette, che esteriormente non manifestano apprensione, seguono la strategia di affascinare e disarmare con la gradevolezza. I Sette sono stati bambini che hanno frammentato la paura rifugiandosi nelle possibilità illimitate dell’immaginazione.
I Sette non esprimono la propria apprensione, non manifestano la paura e si propongono come persone allegre e solari, fortemente dipendenti dai progetti e dal gioco. La paranoia non si manifesta finché la mente viene incanalata in immaginazioni di successi futuri.
La figura archetipica è Peter Pan o il Puer Aeternus, l’eterno bambino. È anche il punto di Narciso, l’adolescente che si innamora della propria immagine riflessa in uno stagno. (…)
Tutti abbiamo bisogno di un po’ di sano narcisismo, tutti dobbiamo riconoscere il nostro personale valore e dignità. I problemi nascono quando diventiamo così convinti dell’eccezionalità del nostro valore da non ascoltare i consigli della realtà oggettiva. Gli Epicurei sono convinti della propria eccezionalità, e cercano ambienti e persone che la alimentino.

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Tipo 8 – IL CAPO
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Gli Otto parlano di un’infanzia combattiva, in cui solo il forte era rispettato. Per non trovarsi in posizione di svantaggio, hanno imparato a proteggersi sviluppando una forte sensibilità per le intenzioni negative degli altri. Tendono a vedersi come protettori, come scudo agli amici e ai deboli che proteggono con il loro stesso corpo opponendosi alle ingiustizie.
Invece di essere spaventati dal conflitto, gli Otto si considerano difensori della giustizia e provano orgoglio nel presentarsi come i difensori dei più deboli. Il loro amore passa più attraverso la protezione che attraverso gli atteggiamenti affettuosi. Impegno significa prendere la persona amata sotto le proprie ali e sgomberare la via dai pericoli.
Il tema fondamentale è il controllo. Chi detiene il potere? Lo esercita correttamente? L’Otto vuole esercitare il potere e tenere sotto controllo i rivali.

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Tipo 9 – IL MEDIATORE
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I Nove sono stati trascurati nell’infanzia. Ricordano che la loro opinione veniva raramente ascoltata, e che le necessità degli altri erano anteposte alle loro. La difesa dei Nove è consistita nell’addormentarsi, distogliendo l’attenzione dai veri desideri e spostandola sulle piccole comodità e i surrogati dell’amore. Davanti alla mancanza di considerazione dei loro bisogni, hanno imparato a intorpidirsi, a distogliere l’energia dai bisogni e ad autoescludersi.
L’emergere di qualsiasi bisogno personale viene depistato. Piccole commissioni acquistano le stessa importanza di scadenze inderogabili, ed è assolutamente indispensabile rimettere in ordine la scrivania prima di poter pagare una bolletta scaduta. Più il Nove si trova a disporre di tempo ed energia da dedicare ai propri bisogni, più tenderà a depistarli su cose di secondaria importanza.

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Queste che ho riportato sono brevi estratti delle 9 descrizioni dei Tipi dell’Enneagramma.

Ovviamente ognuno di noi è unico e irripetibile. Ogni carattere ha le sue complessità e le sue sfaccettature. Inoltre, ogni tipo dell’Enneagramma ha dei punti deboli, che possono trasformarsi in punti forti.

Potrei dirti che la questione è molto complessa. Ma in verità credo che la realtà sia semplice se sappiamo ascoltarla senza pregiudizi, prendendo da ogni fonte qualcosa in più per noi e per il mondo.

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Giunti alla fine di questo articolo, dimmi: in che tipo ti sei riconosciuto? Fammelo sapere nei commenti qui sotto.

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In conclusione, ti preciso che questo articolo è stato un piccolo “gioco intellettuale e psicologico“. L’Enneagramma è un sistema di pensiero che merita uno studio approfondito, ecco perché ti consiglio di non fermarti a queste piccolissime descrizioni e di approfondire l’argomento.

Se sei interessato, puoi partire dal libro di Helen Palmer dal quale ho preso le descrizioni dei 9 tipi:

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Infine, ecco un altro paio di libri che ti consiglio per approfondire l’argomento. Buona lettura!

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Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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