Archetipi nascenti vs archetipi profondi

In astrologia archetipica, gli aspetti manifestativi che ogni archetipo divino può avere sono solo due: quello nascente e quello profondo. Il primo rappresenta le capacità più superficiali, pratiche, e le implicazioni dirette o immediate dell’archetipo. Il secondo, l’aspetto profondo, rappresenta l’inconscio, ossia le qualità (tanto i pregi quanto, però, i difetti) di quell’archetipo portate alle estreme conseguenze. È l’esaltazione profonda e intensa dell’archetipo, che in astrologia è rappresentato dal domicilio notturno o moto retrogrado. Ognuno dei dodici segni che è nato da queste combinazioni, possiede dunque una natura intuibile dal suo archetipo, che lo pone in opposizione ad una sua controparte inconscia (o viceversa, ogni segno “profondo”, cioè di natura inconscia, ha una sua controparte diurna, conscia).

I segni e gli elementi

Esistono altre due possibili organizzazioni dei segni, una di queste è in base all’elemento dominante.

Esistono quattro elementi archetipici, ognuno dei quali dona al segno diverse qualità. Il fuoco dona l’energia e le passioni, la terra dona la calma e la stabilità, l’aria dona la capacità comunicativa e creativa, ed infine l’acqua dona la capacità emotiva ed empatica. Ogni elemento può esprimere queste sue qualità in modo cardinale (temperamento audace e saggio), fisso (temperamento esaltato, determinato e forte) o mutevole (temperamento altalenante, incostante e indeciso). Tutto ciò ovviamente non può che richiamarci la simbologia dei quattro elementi alchemici, e già Jung nei suoi studi sull’alchimia aveva intuito che esiste una connessione tra gli archetipi elementali e i caratteri psicologici.

Affinità astrologiche e i rapporti affini. I segni dello stesso elemento tendono a comprendere le vicendevoli esigenze più facilmente. I segni che invece si trovano all’opposto del cerchio sono controparti l’uno per l’altro.

Organizzazione in base all’evoluzione umana

La terza modalità organizzativa dei dodici segni è quella del loro viaggio all’interno dell’evoluzione umana. I dodici segni rappresentano infatti un percorso simbolico che la natura umana raggiunge in dodici fasi: dodici gradi evolutivi che l’essere umano compie nel suo viaggio terreno, e dodici modalità manifestative del carattere. In questa organizzazione ogni segno ha una sua controparte che, in qualche modo, rappresenta tutte le sue caratteristiche evolutive al contrario. Bisogna però comprendere che il proprio segno zodiacale, rappresentato simbolicamente dal luogo in cui si trovava il sole al momento della nostra nascita, non rappresenta ciò che siamo, ma ciò che siamo destinati ad essere: cioè ciò che il nostro percorso evolutivo deve portarci a comprendere (la ghianda di James Hillman).

Se dunque il nostro segno ci conferisce una “vera natura” emotiva, ciò non implica che il nostro carattere sarà emotivo, ma piuttosto che quello è il nostro insegnamento, ossia che una certa emotività dev’essere da noi vissuta, esperita e compresa nel profondo, perché fa parte di noi nel modo più intimo, e ci dominerà inconsciamente, facendoci soffrire, finché non avremmo compreso le cause di questa tendenza emotiva e l’avremmo accettata e fatta nostra.

Per paradossale che possa essere dunque, solo nelle persone consapevolmente più evolute si manifestano positivamente le qualità del loro segno, mentre le persone più involute presentano principalmente i difetti, e le qualità del loro segno vengono rifuggite o mal comprese. Per fare un esempio pratico: in quanto ultimo segno nel percorso, i Pesci dovrebbero essere i più evoluti dello zodiaco, inoltre l’insegnamento dei Pesci è l’altruismo, la capacità di andare verso l’altro, e l’amore nella sua forma più intensa e profonda. Ma un Pesci involuto presenterà queste caratteristiche in modo invertito, risulterà tutt’altro che empatico ed emotivo ma anzi, a tratti freddo e distaccato, spaventato dagli affetti e dalle relazioni stabili. Questo ovviamente vale per ogni altro segno. È l’ascendente che determina invece come ci presentiamo al mondo. l’ascendente è, in un certo senso, il bagaglio con il quale partiamo al momento del nostro viaggio, mentre il segno rappresenta la destinazione (coloro che hanno segno e ascendente uguali ovviamente iniziano il viaggio con le caratteristiche più superficiali e i difetti del proprio segno, e hanno come “compito” evolutivo quello di far emergere le qualità e i pregi). Nel compimento del proprio percorso evolutivo, questi due “io” che abbiamo, segno e ascendente, si ricongiungono donandoci le qualità di entrambi, mentre nel contingente della vita quotidiana, il segno rappresenta ciò che siamo nel profondo, come ci mostriamo nell’intimo, mentre l’ascendente rappresenta come ci mostriamo agli altri e come affrontiamo la vita nell’immediato, negli istinti più istantanei.

Astrologia e corpo

Un’ultima interessante associazione che è possibile fare è quella tra il simbolo astrologico e una specifica parte del corpo. I Gemelli, ad esempio, sono associati alle mani, ed è caratteristica dei Gemelli la grande capacità creativa, rappresentata proprio dalle mani, strumento creativo per eccellenza.

Le associazioni tra segni e parti del corpo sono:

Testa: Ariete

Collo: Toro

Mani: Gemelli

Colonna vertebrale: Leone

Bacino: Bilancia

Intestino: Scorpione

Fegato: Sagittario

Gambe: Capricorno

Caviglie: Acquario

Piedi: Pesci

Sta alla nostra intuizione adesso studiare questi curiosi simbolismi e capire che cosa hanno da comunicarci! Adesso siamo pronti per analizzare il rapporto tra archetipi planetari e personalità.

Archetipi planetari e personalità

Secondo la nostra teoria archetipica, i dodici segni zodiacali influenzano antropologicamente un individuo donandogli quelle tendenze innate comportamentali che ne descrivono gli aspetti principali. Ma per avere un quadro completo non basta conoscere il proprio Segno principale e l’ascendente. Il Segno principale è infatti rappresentato dalla posizione del sole al momento della nostra nascita, ma oltre a questo possediamo altre sei influenze simboliche, ognuna delle quali è legata ad un altro segno zodiacale, rappresentato nel “tema natale”, cioè in che punto del cielo si trovavano altri sei pianeti (oltre al sole, considerato astrologicamente un “pianeta”) al momento della nostra nascita. Se dunque l’ascendente indica in che modo ci poniamo al mondo e il Sole indica la nostra vera natura inconscia, gli altri sei pianeti ci donano altre virtù, le quali influenzeranno il nostro segno zodiacale in vario modo. Queste sei virtù sono:

Una astrologia recente che si confonde con l’astronomia ha creduto di dover aggiungere caratteristiche simboliche anche a pianeti che tradizionalmente non facevano parte dell’astrologia classica, ma che sono stati scoperti in seguito, come Nettuno, Plutone e Urano. Questi pianeti non hanno alcun valore per l’astrologia tradizionale perché, come già detto, questa non ha niente a che vedere con i pianeti, i quali simboleggiano semplicemente delle virtù. Noi qui facciamo riferimento alle sei virtù tradizionali dell’astrologia classica, consapevoli che i “nuovi” pianeti hanno comunque ottenuto le loro caratteristiche “scorporandole” da altri. Tolte dunque le new entry e riconsegnate ai loro vecchi proprietari le virtù che gli sono proprie, ci rimangono sei virtù che qui di seguito esponiamo.

Giove e Saturno

Gli archetipi di Giove e Saturno rappresentano, in un certo senso, le funzioni dell’emisfero destro e dell’emisfero sinistro del cervello secondo la lettura dello psichiatra Iain McGilchrist. Giove dona la capacità di espansione, la crescita, il senso morale ed anche (prima che queste caratteristiche venissero impropriamente attribuite a Nettuno che non fa parte dei pianeti tradizionali dell’astrologia) la fantasia, il sogno e la tendenza verso l’altro da noi. Come l’emisfero destro dunque, Giove ci dona la capacità di guardare le cose nel suo insieme e, a seconda del segno in cui si trova, ci rende più o meno aperti verso l’altro. Questo è l’archetipo degli esploratori e degli studiosi. Si dice anche che Giove doni la fortuna. Al contrario, Saturno è l’emisfero sinistro, è la fredda logica e il razionalismo, è la capacità di guardare le cose in modo pragmatico, scomponendole e guardando il “pezzo” singolo. Giove guarda al tutto come ad un grande insieme unitario, Saturno categorizza e scompone la realtà in parti che analizza singolarmente. Nella sua influenza peggiorativa, Saturno ci può rendere dunque freddi e cinici, mentre se l’influenza è positiva ci dona la saggezza e la temperanza.

Venere

La sessualità è forse l’aspetto più confuso dell’astrologia. Solitamente si dice che la sessualità è espressa da Venere, ma non è così. L’amore, nella sua forma più complessa, risulta dal complicato rapporto che c’è tra tre influenze diverse, non solo Venere, la quale comunque non rappresenta né l’amore né tantomeno la sessualità. La grande influenza sulla sessualità è in realtà data da Marte, che è forse l’aspetto più frainteso dell’astrologia. Si dice infatti che Marte rappresenti la rabbia e l’aggressività. Gli astrologi più esperti parleranno anche di erotismo, ma anche qui la situazione è più complessa. Dobbiamo ricorrere alla psicoanalisi per capire cosa ci dona in realtà l’influenza di Marte, e questo aspetto è la libido: quella forza erotica inconscia, profonda, che esprime in noi non solo la sessualità, ma anche gli aspetti più “bestiali” o, se vogliamo “animaleschi” di noi. È evidente dunque che Marte, in quanto pianeta della libido, influenzi la nostra sessualità primitiva, il nostro modo di ricercare il piacere, così come il nostro modo di esprimere emozioni forti, ma la libido è un’energia psichica che, anche se prevalentemente erotica, può essere sublimata per alimentare varie altre forme caratteriali, come la nostra energia lavorativa, una determinazione a fare e realizzare, la capacità di gestire i problemi e, nelle forme più elevate, anche l’arte.

Per capire Venere invece è necessario ricordarci che cosa rappresenta l’archetipo lunare nella nostra psiche. L’emotività più profonda, i nostri bisogni inconsci o, ancora meglio, ciò di cui abbiamo inconsciamente bisogno per essere emotivamente soddisfatti, è dato dall’influenza lunare, non da Venere. Ciò che Venere influenza invece è ancora più delicato, e cioè la capacità di esprimere queste emozioni e l’affettività. Ne consegue anche che, ad esempio, una persona possa possedere una luna fortemente emotiva e per questo abbia una grande sensibilità ma, a causa di una Venere più “fredda” che si oppone alla Luna, abbia difficoltà ad esprimere queste emozioni. Possiamo dire che Venere influenza in qualche modo il nostro essere introversi o estroversi, la nostra capacità di elaborare le emozioni e le passioni, le quali, però, derivano rispettivamente da Luna e Marte, e non da Venere.

Non concordo con chi dice che Venere sia il pianeta dell’Amore, in quanto il valore dell’Amore è un aspetto profondo, che ha a che fare con la vera natura di un individuo, la quale è indefettibilmente espressa dal Sole, e non da altri pianeti. L’Amore è dunque parte del vero essere, e come abbiamo bisogno di amare fa parte di quel “ciò che siamo destinati ad essere” che è rappresentato dal nostro Sole, ossia il nostro “insegnamento” di vita: ciò che dobbiamo apprendere su di noi è rappresentato dal segno, ed è anche ciò che siamo destinati a diventare, perché è ciò che già siamo nel profondo (a differenza dell’ascendente che, al contrario, è come ci presentiamo al mondo, è come siamo caratterialmente conformati al momento della nascita). Se però l’Amore è rappresentato dal Sole, come amiamo è il risultato di un’influenza che il Sole riceve da tre archetipi principali: l’emotività (Luna), l’espressività (Venere) e la passione (Marte). È in questo complicato rapporto che l’espressività affettiva ha luogo.

Mercurio

Analizziamo per ultimo l’archetipo di Mercurio. Il suo archetipo è l’intelligenza. Differisce dalla logica analitica di Saturno in quanto l’intelligenza è piuttosto, come dice il nome stesso, la capacità di inter-legere, cioè capire i significati profondi che si nascondono tra le cose. Mercurio è colui che coglie il significato esoterico delle cose, è il grande archetipo degli studiosi gnostici. Vediamo adesso le influenze che ci può dare ognuno dei dodici segni.

Conclusioni

In conclusione abbiamo visto gli elementi di base per interpretare la personalità utilizzando gli archetipi planetari (o archetipi delle divinità) dello zodiaco tradizionale. Questo ci permette di pensare l’astrologia come una antica psicologia archetipica, così da poter portare anche i suoi contributi nelle nostre riflessioni psicologiche.

P.S. CLICCA QUI per leggere Si può pensare ad una astrologia archetipica?

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Info sull'autore

Federico Divino

Antropologo e Linguista, specializzato in Antropologia della salute mentale (etnopsichiatria). Ha compiuto un percorso di formazione personale in psicoanalisi.

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