Psicologia del Sagittario

In questo articolo vedremo uno dei dodici segni dello zodiaco sotto la luce della psicologia archetipica. Per comprendere al meglio l’analisi che faremo sul simbolismo di questo segno ti invito a leggere gli articoli introduttivi all’astrologia archetipica.

Il Sagittario è selvaggio, trasgressivo, inafferrabile, è un segno di fuoco dominato da Giove. Per capire il Sagittario dobbiamo far riferimento all’animale mitologico che lo rappresenta, ossia il centauro. Il centauro è infatti per metà umano, dalla vita in su, ma per metà bestia, dalla vita in giù. Ed è infatti proprio la sfera dei sensi, quella dalla vita in giù, che è più “bestiale”, più animalesca. Il Sagittario ha in sé una doppia natura, una umana molto dolce ed una animalesca incontrollabile, dipendente dai piaceri sensuali. È il segno, tra quelli dotati di carica erotica, più incapace di controllare i propri istinti animaleschi, ed è anche quello che maggiormente soffre dalla privazione dei piaceri carnali, dalle gioie effimere, dai divertimenti e dalla bella vita. Il Sagittario è un segno che nasce con il bisogno di godere a pieno della vita, di esplorare e di divertirsi, ma in questa sua costante ricerca del divertimento non prevede la presenza di un altro, risultando, nelle sue forme più involute, il segno più egoista dello zodiaco.

Il Sagittario è dominato dall’archetipo dell’ascesi, rappresentato da Giove, re degli dèi. L’ascesi conferisce il bisogno di trascendere i limiti, esplorare, scoprire ed andare verso tutto ciò che è altro da sé. Mentre nella forma profonda l’ascesi si traduce in un bisogno di introspezione, conoscenza psicologica dell’essere umano e bisogno di compenetrazione in un’altra persona in modo esclusivo e totalizzante, nell’archetipo nascente del Sagittario questo bisogno è più superficiale: scoprire l’altro significa andare alla ricerca dell’ignoto, dello sconosciuto. Il Sagittario è il grande segno dell’esploratore e del viaggiatore, deve concretizzare con gesti eclatanti il suo amore per la scoperta.

Come l’altro segno che condivide con lui l’archetipo dell’ascesi, il Sagittario è un grande idealista ed amante dei piaceri carnali, ma non dobbiamo dimenticarci che per metà il Sagittario è bestia, e mentre l’asceta “profondo” è in grado di sublimare e controllare il suo eros per indirizzarlo alla ricerca di una formula affettiva stabile e definitiva, il Sagittario non ha questa ambizione, e lascia che la sua forza esplosiva erotica vada ovunque possa colpire, facendosi travolgere. Nel suo percorso evolutivo il Sagittario deve imparare a temperare queste sue pulsioni, riconoscendo che la scoperta dell’altro passa anche attraverso una crisi ed una messa in discussione del proprio ego, anche nelle condizioni di una formula affettiva stabile, tendenzialmente rifuggita e temuta dal sagittario proprio perché nelle relazioni non c’è spazio per un sé forte e determinato o bisognoso costantemente di fare, esplorare e partire all’avventura senza portarsi nulla dietro e senza avere troppi pensieri o responsabilità nella testa. Nella sua forma più involuta il Sagittario è il segno più irresponsabile dello zodiaco, si dice che la sua formula affettiva ideale è un harem, ama il piacere per il piacere e per tutto il resto è distratto e disattento. Nella sua forma più evoluta invece il Sagittario è un segno molto generoso e gentile, capace di portare il buon umore anche nelle situazioni più terrificanti.

Il Sagittario è il segno che più di tutti fugge dalle emozioni negative, dalla tristezza, al punto che può essere spaventato dalla natura cupa dei segni d’acqua o dalla malinconia insita nei modi di fare dei segni di terra. È un segno fortemente entusiasta, e si trova tendenzialmente bene con i suoi consimili di fuoco, o con segni di aria capaci di alimentare il suo fuoco interiore. C’è una grande intesa tra il Sagittario ed il suo opposto, ossia il Gemelli, perché entrambi sono segni molto vivaci, amanti dei piaceri e della bella vita, iperattivi, un po’ malandrini e puerili nei modi, ma se nella pratica queste caratteristiche di vitalità ed energia possono farli sembrare simili, in realtà sono pur sempre segni in opposizione, ed infatti le motivazioni che portano a comportamenti simili hanno in realtà origini opposte. Il Gemelli è attivo e dinamico perché spinto da una curiosità intellettuale, mentre il Sagittario ama la vitalità per amore della vita, per il puro godimento, senza cercare in ciò che fa un significato profondo. Ama andare alla scoperta per le emozioni forti che l’avventura gli dà, e questo lo può portare ad essere nel concreto molto solo, seppur superficialmente sempre circondato da persone gioviali ed allegre come lui, perché nessuna delle sue conoscenze gode dell’approfondimento umano necessario per un legame intenso e stabile. La superficialità è la grande debolezza del Sagittario. Il suo percorso evolutivo deve portarlo a comprendere che ciò che esplora non deve essere un semplice godimento, ma un percorso personale che va elaborato intimamente, e che la conoscenza dell’altro deve passare, in ultima e suprema istanza, nella crisi del proprio sé e nell’accoglienza dell’altro. Il Sagittario evoluto deve abbandonare il suo grande ego da esploratore e da avventuriero per capire che ciò che cercava con tanta foga all’esterno è in realtà sempre stato dentro di lui, e deve solo avere il coraggio di addentrarsi nella dimensione oscura e profonda che tanto teme, ossia quella dell’interiorità umana. Il Sagittario ha una grande consapevolezza di sé, uno sdegno per la mediocrità del mondo, cerca costantemente una bellezza ed una perfezione, ma la bellezza che ricerca non è sofisticata, elegante e leggera come quella della Bilancia, ma una bellezza dirompente e voluttuosa che possa incontrare i suoi gusti metà intellettuali e metà animaleschi. In questa ricerca spasmodica di ciò che lo possa intrattenere, il Sagittario involuto perde di vista le cose importanti.

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Info sull'autore

Federico Divino

Antropologo e Linguista, specializzato in Antropologia della salute mentale (etnopsichiatria). Ha compiuto un percorso di formazione personale in psicoanalisi.

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