Avengers Infinity War




 

!ATTENZIONE SPOILER!

Se non hai visto questo film non leggere l’articolo

 

Stavamo aspettando da molto l’uscita di Avengers 3, il terzo capitolo dei vendicatori: Avengers infinity war, la guerra infinita.

Ovviamente mi sono fiondato al cinema e ora sono pronto per scrivere una “psico-recensione” del film. Il cinema è l’arte dell’immaginazione che comunica significati, simboli, vissuti ed emozioni attraverso il linguaggio delle immagini e delle storie. Per questo motivo darò una lettura psicologica e psicoanalitica di questa pellicola.

La storia del terzo capitolo degli Avengers mi ha colpito molto perché mi ha portato a riflettere sull’essenza dell’equilibrio e di come la ricerca di equilibrio possa in realtà distruggere la psiche.

 

LA TRAMA

Per chi non ha visto il film (e non ha intenzione di vederlo) riassumerò brevemente la trama.

Avengers Infinity War è un film che fa parte dell’universo fumettistico della Marvel. Il progetto cinematografico è nato 10 anni fa con la proiezione del primo episodio di Iron Man. Nel corso di questi anni sono state raccontate storie e vicende di alcuni eroi come Captain America, Iron man, Pantera nera, Thor, I guardiani della galassia, Spider man, Hulk, Vedova nera, Doctor Strange e molti altri. Le vite eccezionali di questi personaggi si incrociano e viaggiano parallelamente nel corso degli anni fino ad arrivare ad oggi: giorno delle vicende di Infinity War.

Thanos, il villain del film, è alla ricerca delle gemme dell’infinito, pietre di grande potere create insieme all’universo, per poter eliminare il 50% della popolazione.

Cosa spinge Thanos ad agire per questo fine ultimo?

 

THANOS

 

Thanos

 

Thanos è un personaggio immaginario creato da Stan Lee, dotato di una grande complessità e profondità psicologica. È il vero protagonista di tutto il film, ruba la scena a tutti gli Avengers che sembrano quasi in balia del suo destino. Si considera generoso e pietoso e al contempo è spietato e freddo.

Dietro ogni delitto c’è anche un angelo [Adolf Guggenbühl-Craig, La parte nascosta]: Thanos incarna al meglio questa citazione dello psicoanalista svizzero.

Di fronte alla grande sofferenza dell’universo decide che l’unica soluzione per non far morire di fame le popolazioni e per non esaurire le risorse dei mondi, è quella di dimezzare equamente la vita sui pianeti. Una volta che avrà recuperato le gemme dell’infinito, una metà della popolazione sopravviverà, l’altra metà scomparirà.

Il suo obiettivo è l’equilibrio e la pace: creare il paradiso terrestre con risorse sufficienti per tutti gli abitanti dell’universo. Un vero puritano in stile Adolf Guggenbühl-Craig: È evidente che il mondo, la creazione, la vita in tutte le sue forme è sporca, confusa, bella e piena di contraddizioni. Questo vale specialmente per l’anima umana. […] Noi trabocchiamo di contraddizioni, conflitti, disordine e confusione. Alcune parti della nostra anima [purtiane, ndr] devono reprimere altre parti, non le possono soffrire, vogliono eliminarle come se fossero sporcizia, precipitarle nel buio, nell’inconscio. [Adolf Guggenbühl-Craig, La parte nascosta, pp.76,77]

In Avengers infinity war ritroviamo, come in ogni film fumettistico, il mito dell’uccisione del drago, ma, in questo caso, il drago è rappresentato dal 50% della popolazione dell’universo.

 

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L’EQUILIBRIO

Avengers infinity war ci fa capire come la ricerca di equilibrio, da un punto di vista psicologico, possa essere distruttiva.

Quasi in conclusione del film, Gamora, figlia di Thanos, chiede al padre se fosse riuscito a raggiungere l’obiettivo crudele. Tra le lacrime, il villains più buono che c’è, risponde affermativamente.

Ma qual è stato il prezzo per la pace e l’equilibrio?

Thanos, per raggiungere il suo scopo, ha perso e sacrificato tutto: si è svuotato di emozioni e ha fatto tabula rasa intorno a sé. Ha sacrificato persino l’amore della sua vita, la figlia Gamora: un’anima per un’anima per riuscire ad ottenere una delle gemme dell’infinito.

Ed è qui che si mostra il vero significato di questo primo atto della guerra infinita: la ricerca distruttiva della pace: si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace preparati alla guerra.

 

LE INFLAZIONI

Ovviamente leggo gli avvenimenti di Avengers infinity war, così come mi ha insegnato a fare la psicoanalisi, ovvero tramite un’ottica mitologica. Tutto ciò che racconta il film è una dinamica interiore psicologica. Tutti i personaggi del film, sono personaggi che attraversano la nostra Psiche.

Molti di noi cercano e anelano la pace interiore. Molte psicologie propendono verso la ricerca della pace.

Una frase che sento spesso è “Vorrei essere equilibrato“. Ma per trovare l’equilibrio bisogna seminare morte dentro di sé.

Carl Gusta Jung, nell’Io e l’inconscio e anche nei seminari sullo Zarathustra di Nietzsche, parla delle inflazioni, come eventi nei quali si tende al divino. Una sorta di eccesso titanico della psiche, direbbe James Hillman. In parole povere qualcosa dentro di noi è diventato troppo, un singolo è diventato una moltitudine.

La ricerca di pace interiore è un litemotiv di questi ultimi decenni, gli orientalisti, i meditabondi, gli equilibristi sono stati tutti proiettati a scegliere Apollo – l’equilibrato – piuttosto che Dioniso – l’inflazionato.

Il problema di questo atteggiamento soporifero generale è che abbiamo cominciato a modellare e rimodellare i limiti di ciò che è eccessivo e di ciò che non lo è, finendo per costruire delle gabbie sempre più strette in cui imprigionare Psiche.

 

LE EMOZIONI

 

Captain America vs Thanos

 

Chi ha pagato il prezzo di questo comportamento imprigionante e soporifero sono soprattutto le emozioni. Abbiamo costruito delle camicie di forza per contenere i sentimenti; gli psicofarmaci le tengono a bada. Tutto deve procedere e incedere nell’equilibrio più “sano” possibile. Crediamo ovviamente che l’equilibrio sia sano, mentre l’eccesso sia malato.

Jung diceva che gli dèi sono diventati malattie, di conseguenza anche le emozioni sono diventate malattie: la rabbia è disturbo oppositivo, l’amore è psicosi, l’inadeguatezza è disturbo antisociale, l’entusiasmo è iperattività, la dedizione è disturbo ossessivo, la noia è disturbo dell’attenzione

L’impotenza di Hulk, nel il film, è l’emblema di questa mitologia contemporanea distorta. Il personaggio, che fa della potenza emotiva la sua forza (più si arrabbia più diventa potente), non trova posto all’interno della trama dedita alla ricerca spasmodica dell’equilibrio. Bruce Banner rimane solo e indifeso senza la rabbia dell’uomo verde.

 

Fritz Perls dice che siamo divenuti fobici nei confronti della sofferenza e del dolore. Io aggiungo che è proprio per questo motivo che abbiamo imparato a negare, superare e andare oltre le emozioni di qualsiasi tipo. Abbiamo cercato di contenere e controllare il dolore e la sofferenza, ma successivamente abbiamo mutuato questo comportamento agli altri tipi di stati d’animo.

In Avengers infinity war anche l’amore è negato: ben tre storie d’amore finiscono. L’amore tra Thanos e la figlia Gamora viene sacrificato, di conseguenza l’amore tra Gamora e Star Lord [Peter Quill] finisce; l’amore tra Visione e Scarlet [Wanda Maximoff] finisce con la morte di entrambi.

Nella vita possiamo rinunciare alle emozioni, all’amore, agli eccessi e ai sentimenti, ma cosa rimarrà di noi? Cosa rimane della vita se le emozioni sono troppe? Cosa rimane della vita se l’amore è eccessivo? In fondo l’amore è follia [James Hillman], possiamo rinunciare ad esso?

Albert Einstein diceva che La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. Per muoversi, la psiche ha bisogno di emozioni, che etimologicamente sono movimenti [dal latino ex-movere].

L’equilibrio può essere creato muovendosi e non facendo terra bruciata intorno a se.

 

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Cosa accadrà?

Una volta finito di gustare Avengers infinity war mi sono chiesto: cosa accadrà in Avengers 4, nel quarto capitolo dei vendicatori?

Io mi aspetto una naturale reazione psicologica alla morte: la vita. Il sacrificio richiede il Dio, e il Dio, in mitologia e in psicologia, è la manifestazione eccessiva delle emozioni. L’archetipo che si impossessa di noi per vivere.

Come diceva Jung nel Liber Novus, il Libro Rosso, Nessuno può o deve impedire il sacrificio. Il sacrificio non è distruzione, il sacrificio è la pietra miliare di ciò che verrà.

Probabilmente Thanos rappresenta l’ineluttabile e il necessario, la pietra miliare dell’avvenire psichico. La ricerca dell’equilibrio è una realtà mitica che dobbiamo attraversare nella nostra vita al fine di arrivare alla vita stessa.

La vita vuole vivere ed è per questo che immagino una reazione, un ritorno i Hulk e delle emozioni. Le emozioni non si possono controllare o eliminare come tenta di fare Thanos, il fatto di percepire le emozioni dentro di noi e di patirle nel nostro fisico non vuol dire che esse siano “nostre”. Anzi, io credo che le emozioni siano lì per renderci “loro”. Esse vogliono possederci, governarci, conquistarci completamente al loro modo di vedere. [J.Hillman, Politica della bellezza, p.125].

Thanos ha provato ad eliminare le emozioni e a rendere tutto l’universo equilibrato. Tuttavia so che non sarà così: in Avengers 4 gli eroi torneranno con il loro titanismo, più forti di prima, riprendendosi ciò che gli spetta di diritto: l’anima del mondo.

 

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Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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