Il simbolo delle scarpe rosse

Là dove il rosso diffonde la sua luce, l’anima è pronta all’azione, alla conquista, alla sofferenza, alla dedizione totale; ma significa anche repressione e mostra una relazione privilegiata con la sfera dei sentimenti (E. Aeppli, in Dizionario dei Simboli, Garzanti, Milano, 2005, p.450).

La scarpa rossa, o meglio, un paio di scarpe rosse vuote, sono state assunte a simbolo della violenza sulla donna.

Un’immagine forte, semplice e d’immediato valore simbolico che raccoglie in sé tutto quello che c’è da dire sulla violenza nei confronti della donna, da quella che avviene tra le mura domestiche fino alle espressioni di sottomissione fisica e morale imposte dalla retorica maschilista e machista. Ne siamo tutti vittime, maschi e femmine. Lo dimostra proprio l’oggetto in questione, la scarpa rossa. Un oggetto, una calzatura indossata dalla donna che rappresenta il mezzo, la causa ed il fine nonché la testimonianza dell’esplosione di rabbia e violenza nei confronti di un sentimento che eccita al desiderio ed al possesso di un godimento esaltante.

Ma di quale godimento stiamo parlando?

L’amore, come si potrebbe credere, non c’entra proprio niente. Se ci vogliamo riferire all’Eros come rappresentazione della cieca attrazione indotta da un piccolo putto alato allora certamente possiamo riconoscere l’attrazione erotica scatenata dall’affinità alchemica che ormoni e fantasia sanno agitare nel sangue degli amanti. Ma la passione erotica è un piccolo aspetto, fondamentale ma non sufficiente a capire perché poi si possa passare alle barbarie delle botte e del femminicidio.

La passione come pathos, o intenso sentimento che evoca forti immaginari travolgenti è l’agente stesso della psiche, il propellente animico. Ma non spiega perché debba provocare la violenza

Le Zapatos Rojos di Elina Chauvet

Io ho cominciato con trentatré scarpe, oggi sono oltre 300 le installazioni in tutto il mondo (E. Chauvet, www.dire.it).

Si chiama Elina Chauvet l’artista messicana che ha creato l’installazione con le scarpe rosse, presto diventate in Italia ed in tutto il mondo simbolo della protesta contro le violenza sulle donne.

La sua opera fu iniziata nel 2009 per denunciare i femminicidi fatti a Ciudad Juàrez, una cittadina nel nord del Messico, dove dal 1993 sono centinaia le donne rapite, stuprate ed uccise impunemente.

Le scarpe vuote sono un messaggio di protesta e solidarietà, una marcia di scarpe vuote volta a sensibilizzare una situazione sociale assurda dove la donna viene ridotta ad essere senza diritti né dignità, abusata ed uccisa da criminali narcotrafficanti e schiavisti sotto l’occhio impotente ed omertoso dello Stato e della Polizia. Dal Messico all’Italia le Zapatos Rojos sono diventate simbolo globale della protesta contro il femminicidio con innumerevoli installazioni e manifestazioni come quella del 25 novembre. 

Ripetiamolo ancora: l’amore non c’entra niente

L’impegno di Elina Chauvet ci può far capire che dietro il femminicidio non c’è riferimento all’amore anche se molti, uomini e donne, specialmente per quanto riguarda la violenza intradomestica, credono che un amore malato sia il sentimento che animi il rapporto violento. La denuncia dell’artista messicana ci aiuta a capire che l’immaginario archetipico che si cela dietro la violenza sul femminile sia quello del potere e non certo dell’amore.

Potere e controllo dell’altro.

Perchè un uomo possa essere spinto ad iniziare a fare violenza su di una donna deve accadere che la sua immagine di potenza venga messa in crisi.

Il maschile, l’insieme delle forme psichiche che vanno a costituire l’immagine del maschio e dunque dell’uomo, si fonda su di un’idea di forza elementare ed esteriore. C’è una stretta correlazione tra quello che chiamiamo ‘duro’ ed il valore associato alla parola ‘onore’. Un uomo è tale se è duro e puro nei principi. L’assioma del maschile dunque sarà: domina e non perdere.

Ci sembrano concetti banali e stereotipati? Esatto! Questo significa archetipo: stereotipo che s’impone in modo banale e senza dubbi. Il vero maschio, se viene toccato nella sua potenza, che è virilità e potere, ti ammazza. Se poi questo accade nei confronti di una donna che può essere vista come più debole non c’è neanche da pensarci. Accade e basta.

Conclusioni. Cosa ce ne dobbiamo fare del vero maschio?

Ci dovremmo iniziare a rendere conto che dietro il maschio c’è una realtà collettiva di rappresentazioni culturali e psichiche che sono radicate nella nostra società a partire proprio dal modo in cui intendiamo l’esercizio del potere e del controllo sugli altri. Se diciamo che maschile è uguale a potere cominceremo a notare che la violenza sulla donna è l’espressione dell’esercizio di un preteso potere da parte di uomini psichicamente nulli la cui identità si è fondata sui valori più superficiali di una società che in realtà è profondamente maschilista.

Ho preso una frase di Galimberti sul mito del potere ed ho sostituito la parola ‘leader’ con ‘maschio’. Ecco cosa ne è uscito:

L’impalcatura del potere e del successo sostituisce quella carenza d’identità tipica di ogni maschio che, fondamentalmente privo di un sé interiore, è costretto a cercare nel riconoscimento esterno il rimedio dell’angoscia. Quando la ricerca del potere è promossa da una carenza d’identità, alto è il grado di attaccamento di chi detiene il potere e ridottissime le possibilità di rinuncia (U. Galimberti, I miti del nostro tempo, Feltrinelli, Milano, 2009, p. 84).

La scarpa rossa è un oggetto del desiderio e l’espressione di un valore che dona potenza. Cosa sia la donna che calza quella scarpa, per l’uomo completamente esteriorizzato e mosso dello stereotipo maschile è un mistero troppo spesso ignorato e disprezzato. Tuttavia, la donna non è un né oggetto né un essere indifeso. Il potere in realtà lo detiene lei e questo è quello che il maschio teme di più.

P.S. CLICCA QUI per leggere Tremate, tremate, le streghe son tornate. La violenza nella coppia