La Cura di Battiato

Quando ho ascoltato questa canzone ho sentito un caldo abbraccio, di quelli che non si ricevono da tanto tempo, che offrono rifugio; la cura di Franco Battiato è Amore, che agisce incondizionatamente, nonostante tutto.

Oggi ti propongo la mia riflessione su questa canzone attraverso una narrazione immaginale tra fantasia e realtà, scopriamo insieme cosa rivela.

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te.

Battiato parla della Cura, una cura che può assolvere, che libera da tutti i pesi che portiamo sul capo come una donna africana, è una cura che parla, ma che ascolta e conforta.

Cura è una parola di origine latina, la sua forma più antica è Coera e il suo utilizzo era contestualizzato alle relazioni di amore e di amicizia, questo evidenzia come il principio della cura risieda nell’amore.

Le prime strofe sono un richiamo, qualcuno ci tende la mano, perché siamo stanchi, il limite è sopraggiunto e allora lui può palesarsi e offrirci ristoro. Tra le sue braccia possiamo lasciarci andare, allora piangiamo perché vorremmo tanto che questo pianto potesse redimere tutti i nostri peccati, i nostri errori, ma ciò che possiamo fare è ricaricarci in vista dell’avvenire.

La prima immagine che mi viene alla mente è quella di un adolescente alle prime armi con le nuove esperienze scolastiche e amorose, il suo vissuto è costellato dalle turbe giovanili ed i fallimenti sono all’ordine del giorno, si chiamano esperienze, ma sono evidenti come cicatrici. Le sue ossessioni e i suoi sbalzi d’umore lo rendono irrequieto, è nel pieno dell’apice della sua fase ormonale, si sente vivo, ma anche turbato, perché il futuro non gli riserva uno scopo. È in cerca di qualcosa che neanche lui conosce, però è cosciente che gli serve un aiuto, una cura che possa alleviare le sue sofferenze e dar pace alle sue turbe, si sente incompreso, ma è recettivo al cambiamento.

Chi tende la mano? Un padre, una madre, il partner o possiamo trovarla in fondo al nostro braccio; quando l’aiuto si palesa è perché c’è la necessità di accoglierlo.

Un aiuto può fornirlo la psicoanalisi che cura attraverso le parole, in Eschilo ritroviamo l’affermazione “Le parole son medicina all’animo che soffre” infatti le parole possiedono una storia ed esse vivono indipendentemente da noi, ci precedono, ma allo stesso tempo ci seguono, a noi resta farne buon uso come Battiato.

Quando abbiamo bisogno di cura?

Quando siamo colti da uno stato depressivo

Quando patiamo pene d’amore

Quando siamo inermi davanti ai muri che la vita ci pone dinanzi

Quando ci sentiamo bloccati dall’influsso di Pan

Quando siamo costretti a spingere il masso su per la montagna come Sisifo

Ed io avrò cura di te

Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te.

Quand’è che la cura siamo noi?

Queste ultime strofe di Franco Battiato mi hanno fatto pensare a come queste potessero, a livello immaginale, riflettere un dialogo con il daimon (Nel mito di Er è un demone assegnato alla persona prima di nascere a nuova vita, che lo seguirà in tutto il suo corso e noi possiamo intenderlo come voce della coscienza). Lontano dal voler letteralizzare la potenza poetica del cantautore, cerco di cavalcare l’onda proseguendo la storia del ragazzo, che parallelamente ad una richiesta d’aiuto esterna trova la cura dentro di sé.

Inizialmente è spaesato, i campi vasti del Tennessee gli fanno paura, ha bisogno di un orientamento, la bussola è impazzita ed è come se il campo magnetico di quel luogo non corrispondesse a quello abituale; la scuola ed il suo sistema sono i campi in cui non riesce ad orientarsi, si sente posto sotto giudizio da compagni e professori. Il daimon consiglia, gli offre le vie della riflessione, composte dal silenzio e dalla pazienza, attraverso le quali si giunge all’essenza, attraverso le quali è possibile coltivare, come farebbe Demetra con la terra, i propri sogni. È giunto agosto, ma nonostante ciò, l’exploit del caldo e la bonaccia del mare non placano i suoi sensi, anzi non sono che un suo pallido riflesso. Torna il daimon con la sua saggezza che tesse i capelli del ragazzo come nel mito le Moire tessono le trame del suo destino, quest’ultimo ritrova nel dialogo una speranza che abbatte barriere e correnti gravitazionali, gli offrono una nuova luce che dirada le sue turbe. Il dialogo con sé stesso lo mette dinanzi a quello che lui è veramente e l’accettazione di essere unico e speciale, fa sparire quel velo di malinconia; ha imparato ad aver cura di sé, ad ascoltarsi.

Battiato ci invita a considerare la cura come un mezzo che risana le piaghe della nostra Psiche come unguenti miracolosi, spalmarne un po’ sulle ferite aiuta a risanare quelle zone scoperte ancora doloranti.

Una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso.

Conclusioni:

Questo brano di Battiato si presta a molteplici letture, quella proposta da me è una delle possibili, ciò che però rimane dietro ad ognuna di esse, a prescindere dalla lettura che gli si dà, è l’Amore incondizionato che le parole trasmettono.

La Cura è un must, oserei dire un messaggio universale d’amore, dove ognuno può riconoscere una parte di sé, un bisogno o una necessità cui prestare ascolto. Che sia la forza del daimon e la nostra voce interiore o la mano di una persona a noi cara, la Cura risponde al richiamo del cuore di tutti esprimendosi come meglio le riesce, con Amore.

P.S. CLICCA QUI per leggere il significato immaginale di A mano A mano di Rino Gaetano

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Info sull'autore

Gerardo Iannaci

Laurea magistrale Psicologia Clinica e della Salute. "Creare è vivere due volte". Albert Camus

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