Rondini al guinzaglio




L’ultimo video di Ultimo [perdonatemi il gioco di parole] è un viaggio verso un luogo, il luogo dove vola e si ribella ogni rondine al guinzaglio.

Che luogo rappresenta per la nostra Psiche? A che fine dobbiamo essere portati verso questo luogo?

Come da tradizione CLICCA QUI, metti le cuffie alle orecchie e ascolta Rondini al guinzaglio mentre scopriamo insieme la lettura immaginale della canzone di Ultimo.

Al fine di leggere questo testo in trasparenza, per prima cosa dobbiamo immaginare di essere proprio una rondine al guinzaglio, una rondine che può volare ma che è legata ad un guinzaglio. Ognuno di noi ha la capacità di volare, ovvero di saltare, di fluttuare, di cadere, di sentirsi libero di andare dove vuole. Tuttavia, non tutti i luoghi permettono ad una rondine di volare e soprattutto non si può volare se si è tenuti legati ad un guinzaglio.

Questa canzone ci porterà a riflettere sul tema della libertà e su come raggiungerla, e su quale sia il luogo ideale dove possiamo sentirci liberi.

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Portami a sentire le onde del mare

Portami a sentire le onde del mare
Portami vicino le cose lontane
Portami dovunque basta che ci sia posto
Per una birra e qualche vecchio rimpianto
E portami a sentire il rumore del vento
Che tanto torneresti in qualsiasi momento
Portami dovunque basta che ci sia posto
Per un sorriso e qualche vecchio rimpianto

Dove vuoi, non dove sai
Dove esisti e non ci sei

Con questi primi versi comincia la ricerca del luogo della libertà.

La nostra rondine interiore, per meglio dire la nostra parte che può essere libera e che anela libertà, è imprigionata. Così ci chiede di essere portata a sentire le onde del mare, vicino le cose lontane.

Il luogo dove vuole essere portata è un luogo qualsiasi, purché ci sia spazio, un posto semplice dove si possano sperimentare le sensazioni e dove si possano provare emozioni: non si può volare dentro una gabbia, in un luogo angusto. Quando siamo alla ricerca di un luogo nuovo siamo imprigionati, quindi è significativo pensare che essere imprigionati equivalga ad essere persone senza dimora, mentre avere un luogo significa essere liberi.

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Portami con te anche se sbaglio

Portami con te
Portami con te
Dove tutto si trasforma
Dove il mondo non mi tocca
E portami con te
Portami con te
Dov’è leggero il mio bagaglio
Dove mi ami anche se sbaglio
Dove vola e si ribella
Ogni rondine al guinzaglio

Il luogo che cerchiamo, il luogo della libertà, è allo stesso tempo semplice e contraddittorio come la natura umana. Sappiamo che noi stessi siamo dei luoghi pieni di contraddizioni e opposizioni. Nella Psiche c’è al tempo stesso coerenza e incoerenza, bene e male, positivo e negativo, libertà e schiavitù. L’immagine di una rondine al guinzaglio incarna bene il senso di contraddittorietà di cui è portatrice l’uomo.

Il luogo nel quale deve essere portata la nostra rondine al guinzaglio è un luogo dove tutto si trasforma, ma al contempo dove il mondo non ci tocca. Per cambiare qualcosa nella nostra vita dobbiamo recarci in un luogo che ci dia un senso di protezione. Ecco perché le fantasie di cambiamento sono sempre accompagnate da un “cambio luogo“, o “vado altrove“, o “scappo da tutti e da tutto“. Nell’altrove troviamo protezione dalle proiezioni e dalle opinioni altrui che ci trattengono al guinzaglio impedendoci di trasformarci in qualcosa di nuovo. La stanza della psicoanalisi, ad esempio, è il luogo per eccellenza al di fuori del mondo, proprio per permettere una trasformazione necessaria alla vita, concede di viversi senza pregiudizi e ostacoli al di là dei guinzagli che ci trattengono. La stanza psicoanalitica ci permette di essere amati anche se si sbaglia.

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Ama le cose mai amate perché non c’è risposta alle cose passate

E portami al sicuro ma senza parlare
E lascia che lo faccia il tuo modo di fare
Portami di corsa in un ponte lì in alto
Che unisce il tuo dolore al tuo solito incanto
E portami ti prego dove preferisci
Dove se metti piede in un attimo esisti
Perché non c’è risposta alle cose passate
Tu portami ad amare le cose mai amate

E dove vuoi, non dove sai
Dove esisti e non ci sei

È giunto il momento di rispondere alla domanda: a chi parla la Rondine al guinzaglio? Una canzone, come un sogno o come un racconto, dal punto di vista immaginale è da considerare sempre come il teatro psichico dell’interiorità di una persona. Quindi, la nostra rondine al guinzaglio parla a noi stessi, ad un’altra parte di noi che ci porta, che naviga, che è psicopompa, come Virgilio, come Hermes, come Caronte, il demoniaco traghettatore delle anime perse.

In alcuni frangenti della vita è necessario il cambiamento, è necessario arrivare ad amare le cose mai amate perché non c’è risposta alle cose passate. Questo significa attivare la nostra parte Virgilio al fine di andare al di là di noi stessi. La rondine al guinzaglio di ognuno di noi chiede al traghettatore archetipico, colui che porta e trasporta, di essere portata verso un luogo di ribellione e libertà.

Continuiamo a chiederci di che luogo parliamo?

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La primavera dell’anima: il tempo della libertà

Dove il cielo si muove se lo guardi attentamente
Dove basta un minuto intenso per vivere sempre
Dove piove ma tu esci per bagnare la mente
Perché se la vita è nostra non ci ostacola niente
Dove al posto dei piedi hai due pagine vuote
E ogni passo che compi loro scritturano note
Dove il sole è un’ipotesi e tu puoi solo pensarlo
Ma ti basta perché ti riempi di idee per nutrirlo

Quando sarà primavera

Per essere liberi ci sono un tempo e un luogo.

Il tempo della trasformazione e della libertà lo troviamo durante la nostra primavera, un tempo che arde, etimologicamente il tempo di Estia. Siamo tutti dei senza dimora, ma nessuno è senza dimora quando Estia [la dea greca del focolare e della casa] è presente. [James Hillman, Psicologia alchemica, p.252]

Per liberarci dobbiamo trovare un luogo per esprimere il nostro volo mentre siamo al guinzaglio. Il tempo giusto per farlo è l’arrivo della primavera psichica. Il luogo è necessario alla liberazione.

Estia non è solo una dea antica, ma è anche il tempo dove gli opposti convivono e le contraddizioni abitano insieme. Per me, la scoperta di Estia tra le macerie del mio decostruito tempio analitico è stata una rivelazione di immenso valore, perché Estia non conosce distinzioni tra pubblico e privato, tra il dentro e il fuori, tra introspezione e attività politica, tra il sé e la collettività. All’interno di Estia, siamo riservati e intimi al massimo grado e pubblici e sociali al massimo grado. [James Hillman, Psicologia alchemica, p.220]

Estia è la forza che dentro di noi riesce a coniugare e far dialogare gli opposti, a far vivere una rondine – sinonimo di libertà – con un guinzaglio – sinonimo di schiavitù e prigionia-.

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Conclusioni: dove vola e si ribella una rondine al guinzaglio?

Finalmente siamo arrivati alla conclusione e a parlare del luogo della libertà. Quale luogo ci dona la libertà?

La relazione.

La mia risposta è la relazione. All’interno di una relazione siamo come una rondine al guinzaglio che vola e si ribella, siamo imprigionati e allo stesso tempo liberi e ribelli. La ribellione è un re-bellum, un cominciare nuovamente la guerra, e un rapporto è una guerra continua. Non è un caso che Venere [dea dell’amore] e Marte [dio della guerra] erano amanti.

Forse la nostra parte schiava è necessaria, non possiamo farne a meno perché siamo fatti così, siamo delle rondini al guinzaglio e possiamo solo trovare un luogo che ci permetta di esistere liberi con i nostri guinzagli interiori. In fondo, la parola stessa “libertà” deriva da libertus, ovvero uno schiavo al quale nell’antica Roma era stata concessa la libertà, anch’esso una rondine al guinzaglio.

Le relazioni ci permettono di esperire al tempo stesso la sensazione di esserne imprigionati e la sensazione di volare, di essere liberi. Le relazioni sono il luogo dove dobbiamo traghettare la nostra rondine al guinzaglio per permetterci una trasformazione e per raggiungere il vero senso della libertà, che non è “fare quello che ci pare”, bensì poter sbagliare sapendo di essere ugualmente amati.

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P.S. CLICCA QUI per leggere la lettura immaginale di Pianeti di Ultimo, l’importanza di essere autentici

Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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