Panico pietrificato




Guardiamo fuori dalla finestra e osserviamo il mondo, quella valle del fare anima, in trasparenza. E poi, o prima, viviamola. Convivere col mondo per essere chi siamo. Questo l’invito di Hillman che passa necessariamente per lenti immaginali che ci permettono di notare come ciò che è la fuori è, sempre, anche dentro di noi e viceversa. E se non lo è, lo sarà.

Per questo la notizia che a Vergato vi sia una battaglia contro una statua ci permette di osservare come quella statua sia lo specchio, oltre che dell’anima di chi scrive, anche dell’anima del collettivo convivere ossia dell’Es.

-il senatore della Lega Simone Pillon su Facebook l’ha definita “imponente statua di un satanasso con tanto di corna e di pene vistosamente eretto, che porta sulle spalle un bambino con ali di farfalla”. E si è augurato “una colata di cemento”. Il sindaco Massimo Gnudi, Pd, ha spiegato alla stampa locale che il fauno ritratto è il fiume Reno, che porta sulle spalle il torrente Vergatello, mentre il tritone alla base è l’Appennino.-

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Lettura in trasparenza. La destra e la sinistra

La notizia è riportata dall’ANSA. Fa sempre dispiacere sentire che si vuole cementare un dio. Al di là della opinabile piacevolezza della fattura della statua, io mi ergo in difesa di Pan che porta sulle spalle una psiche fanciulla in nome di quel diavolo, quel diaballein che è sempre il segno di una divisione a fini di differenziazione e trasformazione.

Ma leggiamolo e facciamolo in trasparenza. Ed eccoci di nuovo due istanze psichiche, Destra e Sinistra, che discutono su pietrificare e rendere inabile un’altra istanza psichica, Pan, da cui dipende la protezione e il sostegno di Psiche in evoluzione, ossia il fanciullo con ali di farfalla.

Come possiamo intendere immaginalmente “Destra” e “Sinistra”?

Già parlando di razzismo [CLICCA QUI per leggere l’articolo] le avevo avvicinate ai poli “Omeostasi” e “Allostasi”. Dove la Destra omeostatica va intesa come l’immaginario che tende all’equilibrio mantenendo tutto così come è, ossia evitando l’ingresso di immaginari altri. Mentre con Allostasi avevamo visto la sinistra, diabolica per definizione, e infausta come il sinistro incidente. L’allostasi, ossia l’equilibrio generato dal cambiamento, è ciò che porta la sinistra.

Tant’è che, mentre l’omeostasi destrorsa vuole esiliare Pan, la mancina allostasi lo vuole lasciare membro della famiglia. Eppure anche la funzione “Sinistra” recede, imbarazzata, si autocontiene e non parla di Pan. Lo maschera, lo cela, come avrebbe fatto Rea con Zeus. Ma facendo così abdica a se medesima. Parla di fiumi e torrenti, di un tutto che scorre, di un pantha rei che, se da una parte onora l’allostasi e l’accoglienza di Pan, dall’altra ne svilisce l’identità così potente.

E Pan? Quale parte di noi ci viene a parlare per sua voce? Ne abbiamo parlato anche nell’articolo a lui dedicato alla sua resurrezione ATTACCHI DI PANICO: il grande dio Pan, il saggio, è risorto! In L’anima fa Arte n. 10 Pag.22,) e a cui vi rimando.

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Il grande Pan-ico

Pan è quel tutto, quell’istante in cui tutti gli immaginari si attivano all’unisono. Pan è l’epilessia dell’immaginazione. Pan è la coralità dell’Anima che, dato il suo effetto abbacinante, ci pietrifica e ci terrorizza. Il suo fallo eretto ne mostra la potenza e, nel particolare di questa statua, ne emerge la doppia anima con quella gamba di destra umana e quella sinistra caprina. Quando ci viene a trovare il Panico, ci viene a raccontare che non abbiamo ascoltato tutte le nostre immagini. Ce le riporta all’attenzione e ci invita a fermarci, ad aspettare che tutte le immagini rimaste indietro, ci raggiungano. O meglio ci invita a tornare indietro da loro. Indietro, in basso, nell’infero inferno dove dimora la nostra essenza insieme a Satana, ossia quella funzione di separazione necessaria per la nascita. Ci invita a capovolgere i nostri punti di vista. Il panico, però, è sfuggente e dura poco per sfortuna, per questo quella visione del Tutto è fuggevole. Fuggevole è il momento in cui intuiamo tutto ciò che siamo stati e tutto ciò che saremo. Ma in quell’istante nasce la possibilità di separazione e, quindi, di trasformazione.

Pan è il dio che, riconnettendoci ai nostri immaginari, ci permette di far crescere psiche, ossia quel fanciullo con ali di farfalla che è sulle spalle.

Dunque se guardiamo fuori dalla finestra troviamo di nuovo un conflitto tra omeostasi e allostasi, tra destra e sinistra, Lega e PD. Troviamo che Anima, Psiche, fatica a crescere e che vi è una volontà di pietrificare gli strumenti che ha per crescere. Si vuole rendere inattivo Pan. Poi il pendolo va in direzione opposta e troviamo la satanica sinistra che vuole invece promuovere la separazione, la morte-trasformazione.

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Conclusioni

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Questo evento ricalca il momento psichico della nostra collettività, ma questo è anche il momento psichico di chi scrive. Il problema non risiede nell’omeostasi della destra, necessaria anch’essa come funzione psichica, e non risiede nell’allostasi della sinistra. Risiede nel fatto che questi due immaginari non si parlino.

Dunque, Difficile difendere Pan, anche perché lui non è mai molto gentile. Urla fino ad impaurire anche se stesso. Eppure quando viene ci sta dicendo che è tempo di cambiare e riconsiderare tutto ciò che avevamo dimenticato per strada: gli stranieri, i gommoni, le pensioni, il lavoro, i femminicidi, il modo in cui funziona la scuola, l’accesso alla politica, la differenziata che per definizione è diabolica, l’acido in faccia, le polveri sottili, il riscaldamento, i vaccini, la ricerca, la psicoterapia e, non ultima, l’arte, quella che oggi include questa statua che io escluderei dall’ambito artistico pur difendendola come rappresentante dell’immaginale.

Pan viene periodicamente ucciso.

Viene ucciso con lui il suo animismo, ossia il suo vedere in ogni immagine un membro di psiche. Ma poi periodicamente risorge. Quindi nel tentativo di pietrificarlo è insita la sua rinascita. Paradossalmente Pan, e non solo lui, deve essere grato ai suoi potenziali boia.

Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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