Come scegliere uno psicologo

Stai cercando di capire come scegliere uno psicologo ma non riesci a trovare un buon criterio. Lo so. Ma soprattutto senti una certa impellenza, uno strano bruciore, come se la sedia su cui sei stesse diventando bollente. Questo accade non solo perché intraprendere una psicoterapia è piuttosto impegnativo, ma anche perché nel semplice atto di scegliere c’è un rogo al quale siamo chiamati. Allora iniziamo brevemente da lì, dalla psicologia della “Scelta”.

Eretici come pazienti, inquisitori come psicologi

La parola eresia rinvia alla scelta… nel senso che questa è la sua etimologia. Dunque scegliere è atto da eretici sempre. Ogni volta che operiamo una scelta dobbiamo buttare giù dalla rupe i non scelti. E, mentre prima la scelta era un evento raro a volte assente, oggi la libertà che abbiamo conquistato e quella che continuiamo a conquistare, porta con se il prezzo, quello della scelta. Cosa farò da grande? Chi sposerò? Quale facoltà o quale lavoro? Quale medico scegliere? E la pizza al ristorante? E lo psicologo? Eccoci lì a roderci nel dubbio se una capricciosa valga bene una margherita e poi, una volta che ce la portano in tavola, tutti lì con l’occhio allungato sulla pizza del vicino di tavolo che, come sempre, sembra sempre più succulenta della nostra.

Il rogo è nel destino dell’eretico e di chi sceglie. Tanto più se la scelta ha a che fare con lo psicoterapeuta. Quindi se non vi sentite a vostro agio, mantenete la calma, significa che funzionate bene. Significa che state scegliendo.

Ogni psicologo ha un metodo diverso

Tanti orientamenti disorientano. All’inizio. Alla fine irritano. Eccoli gli eserciti di psicologi, di cognitivo-comportamentali, sistemici, transazionali, freudiani lacaniani, junghiani integrati e disintegrati. Di nuovo eccoli e la domanda che sorge è sempre la stessa. Ma è mai possibile che per un attacco d’ansia esistano tante cure diverse? Potremmo per questo chiarire due grandi aree, ossia le psicoterapie che puntano alla remissione del sintomo e quelle che tendono ad allearsi col sintomo. Nelle prime rientrano quelle cognitivo-comportamentali mentre le terapie psicodinamiche sono quelle che si alleano col sintomo. Qualcosa del tipo: “hai l’ansia, allora ascoltala e fatti guidare perché se cerchi di gestirla ti divorerà”.

Poi ci sono i sistemici che tendono a lavorare a livello familiare, che inquadrano il paziente come fosse il sintomo di un sistema che funziona male, la famiglia. Dunque lavorano sul sistema. Ma potremmo stare ore a descrivere i singoli approcci. Proviamo a conquistare un po’ di brevità.

Scegliere un bravo terapeuta

Se doveste scegliere un bravo idraulico vi fidereste della sua cassetta degli attrezzi? Cioè nella scelta, avrebbe senso pensare che un cacciavite lungo, oppure un martello ben levigato e un pappagallo lucente, possano essere garanzia di una competenza alta. Disporre di attrezzi che si presentano bene non ci da, ahimé, alcuna garanzia che ciò possa avvenire. Anzi spesso avviene l’opposto. Dunque bisogna affidarsi ad altri criteri e personalmente ritengo che, qualsiasi sia il contenuto della cassetta degli attrezzi, è sempre e solo l’intenzione ad essere terapeutica. Qui diventa difficile capire come valutare le intenzioni del terapeuta ma per lo meno possiamo smettere di fare lunghe sessioni on line per capire il contenuto delle miriadi cassette degli attrezzi che noi psicologi esponiamo come trofei. Se l’intenzione è terapeutica qualsiasi strumento sarà efficace poiché sarà la relazione in sé  ad essere lo strumento principale.

Scelgo quello della mia amica che sta bene: tre modi di scegliere il terapeuta

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A volte ci viene da pensare così. Come se la psicoterapia fosse un salone di bellezza in cui se la messa in piega ci piace allora possiamo andare proprio lì. Per quanto questo possa sembrare banale, questo potrebbe essere il primo modo di scegliere e non è da buttar via purché prima si definisca cosa sia la bellezza  . Infatti la bellezza terapeutica non è data da quanto la nostra amica risulti gradevole, piacevole e di bell’aspetto, ma da quanto sembri autentica. Allora se definiamo la bellezza come la coraggiosa capacità di essere non necessariamente gradevole agli altri, se la definiamo come il procedere in scelte impopolari ma autentiche, allora questo potrebbe essere un buon criterio.

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Il secondo modo non può non passare per le ricerche in rete. E qui vi do un consiglio anomalo. Superate dopo aver scritto le parole chiave “psicologo” e la città, superate tutti i siti pubblicitari, fate lo sforzo di arrivare oltre, miomedico, Psicologionline, dottoriadisposizione, terapeuti.com. Fate lo sforzo di arrivare ai siti degli psicologi che si spendono in rete per dare contenuti e far comprendere cosa fanno. I siti degli studi individuali vi garantiscono certo una cosa, ossia che quel terapeuta si spende per farsi capire e conoscere e non chiede che qualcuno lo faccia al suo posto

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Se, infine, decidere se un uomo o una donna è una questione di pancia, allora direi che il terzo modo è proprio lei, la pancia. Non facciamo telefonare il marito o la mamma, telefoniamo direttamente e ascoltiamo la pancia. Se vi da un piccolo brivido, che si di attrazione oppure di repulsione non importa, allora turatevi il naso e tuffatevi nella terapia.

Una buona prassi è quella di richiedere una consulenza e spesso i terapeuti offrono proprio questa opportunità, un ciclo breve di colloqui in cui valutare la situazione. Ma attenzione non sarà solo lo psicoterapeuta a procedere alla valutazione, ma anche i pazienti che potrebbero avvertire un ambiente non terapeutico.

Dove scegliere? Dove si fatica

Sul dove si può dire poco. Si può dire che se fare 50 kilometri vi induce a desistere, allora pensate bene se fare una terapia o meno. La possibilità di fare terapia on-line dovrebbe ridurre questo tipo di impedimenti. Questo ci spinge a osservare un ulteriore aspetto, ossia il fatto che se non siamo disposti a faticare allora sarà difficile trovare un buon teraputa. Più semplicemente, se la motivazione non è alta nessun obiettivo risulterà appetibile. Se non ho fame non ci sarà chef capace di sollecitare il mio appetito.

Conclusioni

Per scegliere lo psicologo dobbiamo prima di tutto accettare il rodimento del sostare nella scelta, nel rogo. Secondo dobbiamo vedere se abbiamo veramente appetito, terzo, ma primo, dobbiamo affidarci alle nostre sensazioni perché la psicoterapia ha proprio questo come scopo, farci smettere di pensare che i nostri pensieri, emozioni e sensazioni vadano soltanto soppressi e modulati. Aiutarci a scoprire il corpo e l’anima come un luogo che ci informa di come ci sentiamo nel mondo. La scelta è sempre un atto di fiducia verso se stessi.

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Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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