Il primo colloquio: un’operazione commerciale

Il primo colloquio gratuito è un’operazione commerciale. È importante saperlo.

Do un suggerimento a chi vuole iniziare una psicoterapia, a chi vuole avere una consulenza, a chi vuole iniziare il suo percorso di individuazione: se ti imbatti in un’offerta speciale, come fosse un grande centro commerciale con i suoi flyer che ti offre il cellulare al 30% di sconto, ti devi porre due domande:

– Come mai sei in questo target pubblicitario?

– Hai veramente bisogno di questo “cellulare”?

Psicologia del primo colloquio: come essere dell’ariete

Quella volta che un appassionato di astrologia mi disse che il primo segno zodiacale, l’ariete, era una persona che doveva avere il coraggio, la paura, la spavalderia, la stupidità, l’intelligenza di chi per primo esce da una botola, di chi da un rifugio si espone per primo, compresi il senso del segno, ma soprattutto mi diedi un immagine del primo.

Il primo giorno di scuola, le prime mestruazioni, il primogenito, il primo parto, la prima volta via di casa, la prima volta che assaggi un carciofo, la prima volta che la sensualità incontra Dioniso e ti traghetta nel mondo della voluttuosa e orgiastica regione del sesso.

Tutte le volte che siamo alla prima volta tutto si ammanta di magia, come se un velo si stendesse davanti ai nostri occhi, ci sembrerà di osservare il mondo attraverso un vetro, quello stesso vetro che dovremo avere il coraggio di rompere per sentire, per percepire, fino in fondo, tutto e, quando sentiamo tutto, anche un panico per la prima volta, un panico “gentile” con il suo dio, Pan, potrebbero essere spettatori silenti che, da bordo campo, sadici sorridono perché sanno che tutto è assolutamente normale.

Eros è il primo

Ma se Pan è spettatore, quale dio ci spinge  a rompere il vetro, a tuffarci nel vuoto?

Parmenide, tra gli altri, racconta che il primo dio a emergere dal Caos primordiale fu Eros, Amore.

Solo la spinta erotica a intraprendere qualcosa può essere l’insana motivazione a uscire dalla botola. E non ci confondiamo, Eros non è la spinta sessuale, Eros non è figlio di Freud, Eros è l’energia che sentiamo ogni volta che ci buttiamo a capofitto, Eros è il dio che ci spinge dallo scoglio per tuffarci verso l’ignoto.

Ma se l’ignoto si rende noto, se il rischio si annulla, se tutto diventa gratis, allora Pan smette di guardare e Eros di spingere.

Quanto costa la prima volta, quanto costa il primo colloquio?

Vi ricordo  che non si tratta di un articolo sulla parcella e non dobbiamo soffermarci sulla pecunia, su cui tanto abbiamo scritto qui.

Piuttosto, qualsiasi sia la parcella, dobbiamo chiederci se siamo disposti a pagare il costo della prima volta.

Un tempo, il primo giorno di scuola si andava in classe, in prima elementare, e tua madre ad un certo punto andava via. Così, senza preavviso…

Allora potremmo pensare di tenerla lì, evitare il panico o l’angoscia di abbandono e chiedere a lei, di seguirci a scuola. Effettivamente i giorni di accoglienza servono a questo, ad ammortizzare la prima volta.

Il punto è che il primo giorno di scuola semplicemente si sposta al giorno in cui mammà non sarà lì. Provate a pensare, dunque, nei giorni di accoglienza, che cosa c’è dell’emozione dell’andare a scuola? Con quale spirito la maestra si rivolgerà a noi, con la nostra mamma, o il nostro papà, lì a sorridere al nostro posto e, magari, addirittura, direi, a rispondere… “Giorgio mi chiamo Giorgio” risponderanno mamma o papà, alla domanda della maestra, mentre lui, Giorgio, resterà in silenzio, con Eros incatenato e Pan che fa la ricreazione.

Pertanto, per rispondere alla domanda: quanto costa il primo colloqui? Dovremmo rispondere: il primo colloquio costa caro, e deve essere così.

Come mai sei nel target pubblicitario? Il primo colloquio non si scorda mai

Ora siamo pronti per rispondere alla prima domanda: come mai sei nel target pubblicitario?

Sei al primo colloquio, gratis e pensi che sia un privilegio.

Ma se sei nel target, ti dicevo, allora una domanda devi fartela.

Se il tuo privilegio è di dribblare l’angoscia dell’ignoto, se il tuo essere raccomandato ti solleva dallo sguardo di Pan, allora direi che Eros non è con te, che forse non hai la spinta necessaria per fare quello che stai facendo. Ma ti dirò di più, guardati da quella terapia perché lui/lei*, il terapeuta, come facevano le maestre in prima elementare, non si starà dando alla terapia fino in fondo, come te.

“Il primo colloquio è gratuito così i pazienti hanno la possibilità di scegliere, di valutare il terapeuta” così si dice in un eccesso di maternage e nel più totale svilimento della professione.

Non credete a noi psicologi, se una cosa non ha prezzo, se è gratis, significa anche che non ha valore. 

Hai bisogno di quel cellulare?

E ora rispondiamo alla seconda domanda: hai effettivamente bisogno di quel prodotto?

Se sei nel target questo significa che un certo tizio, quello che fa pubblicità, ha bisogno che tu acquisti il suo prodotto, anche prima di capire se ne hai bisogno. Le grandi aziende non soddisfano bisogni del pubblico, piuttosto ne generano di nuovi. E la psicoterapia è un mercato che non fa eccezione.

Dunque, se ti trovi di fronte a offerte di questo tipo, direi che ti devi chiedere se sia tu ad aver bisogno di terapia o sia il terapeuta ad aver bisogno di te.

Conclusioni

Ogni buon terapeuta presenterà parcelle ragionando sulla sostenibilità, ma non affidatevi alle offerte speciali perché la psicoterapia è proprio il percorso in cui facciamo amicizia con il fatto che non siamo affatto speciali, che siamo banalmente normali o nevrotici.

Riprendiamo i “primi momenti”, brevemente, con un elenco e chiediamoci se il menarca, le prime mestruazioni, potrebbero avere la loro portata se mettessimo un po’ di colorante sull’assorbente; se la prima volta che si va in vacanza con gli amici può valere come prima volta che si va ad abitare da soli; se l’educazione sessuale a scuola possa valere come fare l’amore la prima volta; se parlare del sapore di un carciofo equivale ad assaggiarlo per la prima volta.

Dopo esserci chiesto questo possiamo facilmente accettare l’idea che si possano fare colloqui gratuiti, perché no, purché si tenga ben a mente che solo quando lo pagheremo allora saremo al nostro primo colloquio, con Eros che spinge, Pan che ride e Caos che, lentamente prende un po’ di forma.

P.S. CLICCA QUI per leggere Quanto dura una psicoterapia?

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Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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