Oltre una certa misura critica, la tutela della salute equivale a una negazione sistematica della salute” (Illich)

Il Covid ci sta stancando? Direi di si. Mascherine, gel, distanziamento, scuole aperte poi chiuse e poi aperte e drive in, check in e così via, verso l’infinito ed oltre.

Ma penso che la vera questione non sia sanitaria. Penso che virus dopo virus la specie sopravviverà, certo non tutti, spero io si, ma sopravviveremo. E penso che non sia stato neanche il lock down a stremarci. Piuttosto questa pandemia ha tolto il velo al Sistema Sanitario Nazionale. Lo ha spogliato e lo ha messo in fila con tutti gli altri sistemi su cui abbiamo costruito la nostra fulgida società contemporanea. Così il sistema giustizia, così quello scolastico e qualsiasi altro sistema degno di avere un acronimo. Similmente nessuna sofferenza psicologica è stata causata dal virus, piuttosto il virus ha svelato a ognuno di noi ciò che si celava sotto la superficie. Ma, vi prego, non è un articolo negazionista. Usiamo distanziamento, mascherine e facciamo i cittadini responsabili. Nel frattempo vi invito a riflettere…

Sistemi complessi: cosa sono?

Ma cosa è un sistema complesso? “In termini generali, insieme di elementi variabili e fortemente interconnessi anche nella loro evoluzione temporale, sicché la conoscenza singola d’ognuno di essi non è sufficiente a stabilire l’evoluzione complessiva del sistema” così lo definisce la Treccani, ma noi potremmo dire che i sistemi complessi sono ovunque vi sia l’interconnessione di singole parti a formare un tutto che funziona secondo criteri che vanno al di la delle singole parti. Il corpo umano, le piante, il meteo o meglio gli elementi atmosferici, un software o anche soltanto il cervello umano. Sappiamo spesso molto bene come funzionino le singole costituenti mentre spesso ci sfugge come funzionino tra loro e come funzioni l’intero sistema. Qui è il fulcro di tutto perché noi non siamo la materia di cui siamo composti, quanto il modo in cui si organizzano gli elementi di quella materia.

Il SSN fallisce

Tra questi sistemi potremmo annoverare anche il sistema sanitario nazionale. Quell’apparato che, tra l’astratto e il concreto, si è messo in moto di fronte alla pandemia. Il SSN è composto di architetture e luoghi in cui vi sono contenuti gli operatori tra medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi, tutti tesi nell’impiego di farmaci e aventi come scopo la cura della salute. Ora sia chiaro non sono un esperto di sistemi complessi e faticherei a fare un discorso puntuale su questo. Ma sono abbastanza ferrato sul funzionamento del SSN poichè dirigo una struttura sanitaria e svolgo una professione sanitaria. Dunque vi chiedo di posare lo sguardo sul termine che Jung ha portato alla nostra attenzione, ossia il “Telos”, termine greco che significa “scopo”.

Quale è lo scopo del SSN

Io direi che ogni sistema ha un suo telos, un suo scopo o obiettivo. Ad esempio il cervello umano ha come scopo quello di far funzionare l’organismo correggendone errori, difetti o malfunzionamenti. Direi che tutto l’organismo umano è un sistema complesso che ha questo scopo. Al pari delle piante, ogni singola cellula tende ad assumere una condotta che sia la più salutare. Immaginate uno stormo di storni o un banco di pesci. Si muovono tutti per far sopravvivere tutti. Mi sembra chiaro che il funzionamento delle singole parti e il funzionamento tra loro segua criteri e modalità che hanno quello scopo. Ma se ci ritrovassimo invece di fronte al fatto che il funzionamento avesse come scopo la tutela di se medesimo? Se un software avesse come scopo non far funzionare il PC o agevolare il nostro lavoro ma sopravvivere e salvaguardare la sua permanenza?

Il SSN è uroborico

Ecco cosa ci sta stremando. Eccoci prendere gradualmente contatto con il SSN che è uroborico. L’uroboro è il serpente che si morde la coda, o meglio il serpente che incontra la sua coda e inizia a nutrirsi di se medesimo. L’uroboro è destinato al collasso. Si tratta anche di una primaria condizione psicologica, evolutivamente preverbale. Un bambino nasce con una psicologia uroborica tale per cui ritiene di potersi nutrire di se stesso poiché è onnipotentemente convinto di generare lui stesso il suo cibo, sia esso concreto o psichico. Poi ci sono i traumi, i tanto deprecati traumi che lo costringono a cambiare il suo funzionamento e a passare a fasi evolutive successive. Allora direi che anche il SSN si trovi in una fase preverbale, al massimo protoverbale e che attendiamo i traumi che lo trasformino.

Il SSN è appena nato

Quindi la sanità, ma quella con la S maiuscola, è tutt’altro che maiuscola. Sta conoscendosi come un bimbo in culla che si guarda le mani e, come lui non ha chiaro in testa di quante parti sia fatto il suo corpo. Medici di base, specialisti, privati, pubblici, tecnici, infermieri, certificati, prenotazioni, cup, sup, LUB o chi vuole vada avanti. Tutte queste parti sono sconnesse tra loro e noi iniziamo a tramandarci leggende metropolitane di positivi al Covid che girano per i reparti ospedalieri, di coppie appena sposate dove lui viene messo in quarantena durante il viaggio di nozze mentre lei no dato che il medico di base è diverso. Rientranti da paesi esteri che inseguono tamponi ma non ne ricevono e figli di papà che per un ‘intervista a tik tok ne fanno tre o quattro… insomma quello che stiamo vedendo tende a indignarci e a stremarci e il motivo è semplice. Il SSN non ha come telos la salute collettiva ma ha come telos se medesimo.

Procedure anticovid: isolato in attesa di giudizio

Allora le procedure, le sconfinate carte con i vari visto, visto, considerato… ordinano cosa e a che scopo? Deve essere chiaro a tutti: le procedure, kafkianamente, proteggono loro stesse o, al massimo il SSN. Si è vero nascono per la tutela della salute. Noi le partoriamo così ma poi, come del resto fanno i figli, iniziano ad avere autonomia e finiscono per avere come scopo l’autotutela. Ora, mentre per i figli il livello di non ingerenza rispetto al loro processo evolutivo e di individuazione, richiede una continua registrazione, per le procedure o, allargando il campo, per tutta la burocrazia, dovremmo mantenere sempre alta la guardia. Ma sapete com’è? Il medico va in pensione, finisce la carta nella stampante, il wi fi si blocca, l’amministrativo va in ferie, l’altro in malattia… insomma quando il gatto non c’è le procedure ballano e la fanno da padrona. Le procedure nascono con le migliori intenzioni e poi crescono con le peggiori… confermare se medesime.

Le evidenze del Sistema Sanitario Nazionale Complesso

Arriviamo quindi alla conclusione di questa nostra osservazione e ricordiamo che un direttore sanitario di un grande ospedale può ammettere che vi siano dei decessi poiché questo appartiene al logos di quell’Istituto. Ma resta per lui inammissibile che non vengano rispettate le procedure. Salviamo le procedure poi, magari, vediamo se riusciamo a salvare le persone. Questo non può che farci incontrare con situazioni frustranti. Si perché il nostro medico di base funzionerà allo stesso modo, in autotutela. Questo significa che deve intervenire sulle evidenze. Le evidenze sono le carte burocratiche che certifichino uno stato delle cose. Dunque se il medico rileva con buon senso l’inutilità o, all’opposto, la necessità di un isolamento, questo verrà sempre dopo le evidenze, ossia le segnalazioni, i certificati, le registrazioni e in difesa delle procedure.

Le procedure anticovid generano il covid

Il problema è che la maggior parte dei sistemi complessi generati da noi hanno questo vizio di funzionamento. Mentre i sistemi complessi autoformantisi in fisica e in natura hanno come scopo la sopravvivenza dell’organismo a scapito dei processi e delle procedure che possono essere cambiati attraverso un processo complesso e costante di adattamento all’ambiente, i sistemi complessi generati dall’uomo salvaguardano le procedure rischiando di essere come l’aquila che muore trafitta dalla crescita continua del suo becco. Allora il Sistema della giustizia rischia di essere ingiusto, il sistema sociale antisociale e il sistema sanitario infettante e malsano. In passato, come oggi, si fuggiva in Chiesa per avere protezione dalla peste e l’assembrarsi portava a contagio e morte. Oggi le nuove chiese, gli ospedali, un po’ come le vecchie chiese che prima dei fedeli proteggevano il sistema clericale, tutelano medici, operatori e strutture con le procedure. Va a finire che per non contagiarmi cambio supermercato e vado in quello contagiato o che per non contagiarmi mi ritrovo a non curare altre malattie.

Insomma mettiamo le mascherine, rispettiamo il distanziamento, rispettiamo le procedure fino a che non le vogliamo cambiare. Qualcuno disse che soltanto gli imbecilli non cambiano opinione e io aggiungerei, dopo aver riconosciuto una certa gratitudine al SSN, che soltanto gli illusi non si rendono conto di come le procedure, e la burocrazia, tutta, siano un organismo che richiede un “tampone” giornaliero.

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Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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