Arisa da Sincera a Maddalena

Immaginate una donna. Una donna, un po’ goffa e con degli occhialoni grandi come Arale (dolce bambina in una serie animata del passato), che vince il famoso leoncino d’oro di Sanremo con una voce delicata, morbida e piena di aspettative “in una relazione stabile” – Sincerità, Arisa.

Immaginate una donna. Una donna, sicura di se stessa che non ha paura di mostrarsi “come mamma l’ha fatta”, in scatti vedo-non vedo capace di far ribollire il desiderio di tanti uomini e tante donne, mentre con voce incalzante e con quel pizzico di vendetta grida al mondo “baby la lupa esce dal branco” – Maddalena, Arisa.

– Ma sono entrambe la stessa donna?

– Si, entrambe rappresentano la stessa donna.

– E cosa è successo a livello psicologico a questa donna?

– Continua a leggere, lo scopriremo insieme, immaginalmente.

Dall’etimologia all’alchimia

Arisa, all’anagrafe Rosalba Pippa, è una famosa cantante che ha scalato le classifiche di tutta Italia attraverso i suoi brani variegati e mediante la sua voce soave ed estesa, graffiante e decisa, riuscendo nella sua lunga carriera a vincere il premio canoro più ambito della penisola. Ma essendo qui in una sede di psicologia archetipica cerchiamo di andare subito all’essenza dell’immagine, attraverso l’etimologia del suo nome. Rosalba, Rosa + Alba, Rosa ossia “di colore rosa” da un lato, Alba ossia “bianca” dall’altro. Scontato il riferimento al biancore come simbolo di purezza, meno scontato il significato alchemico. Ma qui inteso non in riferimento all’albedo, ovvero alla fase in cui l’immagine diviene psichizzata e staccata dal concretismo materiale e terreno, bensì al candore iniziale, al bianco primario, immacolato, senza macchia e peccato. Una nivea immagine che sembra toccare con mano la prima donna descritta precedentemente.

E il rosa? Rimanendo su un significato alchemico, famosa è la “rosa mystica” risultato finale del processo dell’opus, dopo la lavorazione e la purificazione di tutto il materiale iniziale, quindi a sottintendere l’aspetto finale di un qualsiasi operazione dopo un lungo viaggio di trasformazione. Un prodotto ultimo che sembra toccare con mano la seconda donna descritta precedentemente.

La follia rosa

“Se fosse toccato a voi di essere rinchiusi da centinaia di anni in uno sgabuzzino per volontà di preti, filosofi e donne morigerate, che amano la religione più del proprio corpo, che cosa fareste, per avvertire i mortali che siete ancora vibranti di vita e di salute?” J.Hillman - Figure del mito

Così scriveva Hillman nel suo famoso testo per dare voce alla vendetta afroditica, per mostrare a tutti come la dea dell’amore, dopo essere stata censurata in ogni sua forma e in ogni sua immagine, stesse cercando una nuova modalità per potersi esprimere, per poter essere ascoltata, per poter venire fuori. E quale migliore strada se non attraverso la pornografia. Ma badate bene, non intesa come un’immagine oscena che letteralizza la fantasia dell’uomo ma come un’immagine che potesse creare desiderio e fertilità nella psiche. Intendendo quindi per pornografia, non la becera immagine di un atto sessuale, ma un atto potenziale della psiche di stimolare ed ottenere nuova creatività

“Riconosciamo la pornografia non in base a ciò che essa è, ma in base all’effetto che fa” J.Hillman - Figure del mito

Ho voluto riassumere le parole del famoso psicanalista americano per sottolineare e mettere in risalto quello che sta accadendo nell’anima di Arisa, oggi, esteticamente ed interiormente.

Oggi Arisa mostra le sue forme attraverso foto scottanti sui suoi profili social, che destano curiosità e desiderio in coloro che le vedono.

Oggi Arisa non esprime attraverso le sue canzoni un valore puro di “Sincerità” ma risalta parole demoniache di redenzione tramite la sua ultima traccia “Maddalena”, stereotipo cristiano della prostituta liberata dai peccati dal Cristo.

Oggi Arisa non si nasconde sotto, occhiali da vista giganti neri atti a nascondere il viso, e vestiti lunghi che celano tutto il corpo, ma esprime la sua femminilità attraverso abiti attillati e corti, autoreggenti e tacchi dodici.

Oggi Arisa parla di Lilith nei suoi testi, della donna che non voleva sottomettersi alla fisicità e alle regole del Dio, della donna che ama la propria sessualità e sensualità.

(Alla fine dell’Ottocento, durante l’emancipazione femminile, Lilith diventa simbolo della libertà delle donne – Treccani)

Oggi Arisa parla di soft porn, parla di erotismo, parla di cupidità.

Oggi Arisa mostra la sua ribellione interiore, palesa la vendetta di Afrodite.

Conclusione: Ero Romantica – Porno Romantica

Questo è il titolo dell’ultimo album di Arisa. Un album che racchiude a pieno la trasformazione interiore della donna. Una donna che nel corso degli anni si è trasformata passando da una condizione bianca ad una condizione rosa. Una donna che aveva rinchiuso dentro di sé la Dea dell’amore, che esiliata, privata della sua carica potenziale è tornata più forte di prima a reclamare attenzione. Una dea che oggi esplode nella psiche, nella testa, nei testi delle canzoni e negli abiti e nella nudità di Rosalba. Quando non si dà spazio alle immagini interiori, alle immagini che reclamano spazio, alle “dee dentro la donna”, alle dee che rivendicano ascolto poi quando emergono, lo fanno in una modalità feroce e incontrastata. Afrodite, chiedeva di essere ascoltata e venerata, non di essere reclusa e condannata. L’immaginario afroditico di Arisa è venuto alla luce più forte che mai, si è finalmente vendicato passando da un censurato romanticismo puerile, bianco, ad un efferato romanticismo erotico, rosa.

Ps. In fondo l’anima di Arisa, sapeva già di essere una sacerdotessa di Lilith, dea della notte, demone notturno, dea della sensualità:

“Ma quando arriva la notte, la notte, e resta sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché” La notte, Arisa 2012

Oggi il perché è stato trovato sapendo dare il giusto ascolto :

“Lilith è tornata vedo già la luna piena” Maddalena, Arisa, 2021

P.S. CLICCA QUI per leggere Chiara Ferragni: psicologia di una donna Afordite

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Info sull'autore

Valentino Collacciani

Psicologo e Psicoanalista in formazione. Non vincerò il premio Goethe ma chi lo sa, vediamo cosa dice il daimon...

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