Jean Shinoda Bolen

Per il n.17 della Rivista di Psicologia L’Anima Fa Arte – CHIESE – insieme alla preziosa Barbara Manini, ho avuto l’occasione e l’onore di poter intervistare una delle più grandi psicoanaliste viventi: Jean Shinoda Bolen. [CLICCA QUI per scaricare gratuitamente CHIESE]

Jean S. Bolen: bibliografia e libri

Jean Bolen è conosciuta per i suoi saggi tradotti in italiano e diventati bestellers: Le dee dentro la donna. Una nova psicologia a femminile [CLICCA QUI per scoprire gli archetipi del femminile]; Gli dei dentro l’uomo. Un nuova psicologia maschile [CLICCA QUI per scoprire gli archetipi del maschile]; Iniziazione al tao della psicologia; Saranno le donne a salvare la madre terra; Artemide. Lo spirito indomito dentro la donna.

Ne ho citati solo alcuni, perché altri non sono ancora stati tradotti in italiano, ma li scopriremo durante l’intervista. 

Jean S. Bolen: biografia

Jean Bolen è una psichiatra, psicologa junghiana, oratrice e autrice di fama internazionale. È stata, ed è, un’attivista importante per il movimento femminile internazionale. Ha scritto tredici libri che sono stati tradotti in oltre novanta edizioni straniere. Il suo nome compare in tre documentari acclamati dalla critica: nel documentario “Women – For America, For the World”, vincitore del premio oscar come miglior documentario cortometraggio nel 1987; e nei due film canadesi “Goddess Remebered” e “Femme: Women Healing the World”. 

Il resto della storia lo racconterà lei stessa nella nostra esclusiva intervista. 

Buona lettura! 

Intervista de L’Anima Fa Arte

Bentrovata e grazie per aver accettato di concederci questa intervista a nome di tutta la redazione de L’Anima Fa Arte. Come è diventata un’analista junghiana?

Jean Bolen: La gratitudine mi ha permesso di divenire un’analista junghiana. La gratitudine mi ha permesso di capire che tutto ciò che avevo avuto era un dono. Mio fratello era portatore di handicap e potrei essere stata al suo posto, ma ero al mio, così mi sentivo umile e grata rispetto alla vita. L’unico modo per essere grata alla vita per il dono che mi aveva fatto, era farne qualcosa.
Il primo incontro con il mio Sé mi ha indicato la vita: potevo aiutare gli altri e potevo essere un medico.
Essere medico: Hermes era un dio assente nel mio albero genealogico. All’università ho scelto sia l’indirizzo medico, sia l’indirizzo umanistico.

All’inizio pensavo di aver fatto uno sbaglio, però con il tempo capii che quella era la mia strada. Mi faceva sentire viva incontrare i pazienti e ciò che potevo fare con loro.

Poi accadde una coincidenza e dovetti fare tirocinio in un reparto di psichiatria. In quel momento ho capito che era ciò che volevo fare nella vita. Non avevo lettere di referenze ma, con mia grande sorpresa, fui accettata lo stesso.
Per la prima volta, presso l’università di San Francisco, venni a contatto con persone psicotiche e con idee suicidarie. Fu un’esperienza bella e intensa. Scoprii di non aver paura delle psicosi e che potevo mettermi in contatto con loro, stare vicino a loro.
Per caso capitai nell’unico reparto psichiatrico nel quale potevo venire a contatto con psichiatri ad orientamento junghiano. Le sincronicità hanno agito molto sulla mia vita. Da qui presi la strada per diventare una psicologa junghiana.

Da un punto di vista psicologico, c’è sempre stata una battaglia tra razionale e irrazionale. Lei cosa ne pensa?

Jean Bolen: Esistono due parole per indicare la conoscenza: Logos e Gnosi.

Logos è la conoscenza razionale, mentre la Gnosi è qualcosa che tu senti profondamente, nelle tue ossa, nel tuo cuore e nel tuo corpo, una conoscenza intuitiva. È una forma intuitiva di conoscenza. L’equilibrio tra queste due forme di conoscenza ti aiuta a comprendere le cose, anche se io personalmente mi fido più della gnosi intuitiva.

Uno dei libri che ho scritto si intitola proprio Close to the bones, vicino alle ossa, per riferirmi proprio a questa metafora del “sentirselo dentro”.
A volte l’intuizione può salvarti la vita, non è qualcosa di razionale, ma lo senti dentro, nella tua interiorità. Possono essere intuizioni semplici, come ad esempio l’intuizione di non entrare in ascensore con una determinata persona, non volerti sedere in un posto o non voler abbracciare una persona in particolare. Come se il tuo inconscio ti dicesse: “No!“.

La società e gli adulti, quando sei piccolo, ti dicono che devi essere razionale e che devi far finta di nulla di fronte a queste intuizioni.

Il senso interiore può sbagliare?

Jean Bolen: La razionalità e l’intuizione si completano e si accompagnano quando c’è da prendere qualche decisione, proprio per non incorrere in errore. Dal punto di vista junghiano, devi completarti per vivere una vita soddisfacente. Puoi partire dalla razionalità o dall’intuizione, ma comunque devi sviluppare entrambe le parti del tuo carattere, non puoi basare la vita solo su una di esse.

Si è occupata molto del femminile nel corso della sua vita, pubblicando molti testi a riguardo. Cosa pensa del femminile contemporaneo?

Jean Bolen: Nella società contemporanea, e in molte delle culture occidentali, come quella statunitense, a partire dagli anni ’60, sia uomini che donne hanno avuto l’opportunità di sviluppare sia l’aspetto maschile che quello femminile.
Oggi è un buon momento per essere donna e, grazie al movimento delle donne, il femminile sta diventando sempre più consapevole, spirituale e diffuso. È anche un buon momento per essere un uomo con un inconscio fortemente femminile.

Una volta c’era una netta differenza nell’educazione tra bambine e bambini, ora questi confini netti si stanno affievolendo. È difficile che oggi si dica ad una bambina: “Questo non è femminile!”. Oggi una bambina può giocare a calcio, può partecipare a competizioni sportive di qualsiasi genere, può studiare, può lavorare, può essere madre e molto altro. In questo momento storico, per le donne, è più facile essere “intere” rispetto agli uomini, sui quali ci sono ancora alcuni pregiudizi. Un bambino, ad esempio, che mostra la sua parte femminile è più facile che sia bullizzato dal gruppo.

Comunque nelle coppie moderne dei millenials c’è molta consapevolezza rispetto all’uguaglianza e alla parità tra i sessi.

Un suo libro si intotla: “Urgent Message from Mother: Gather the Women, Save the world.” Qual è il messaggio urgente di una madre?

Jean Bolen: Siamo in un momento cruciale della storia del pianeta e dell’umanità. Molti problemi sono stati creati dalla specie umana. Se non cambiamo il corso della storia potremmo essere distrutti dal cambiamento climatico o dalle guerre. Proprio per questo è un messaggio “urgente”. La madre è la madre terra, la madre dea, la madre archetipica, una madre che vuole prendersi cura di tutti i bambini. La madre archetipica supera i confini del singolo: ciò che voglio per mio figlio, lo voglio anche per tutti i bambini del mondo; liberi dalla violenza, cibo, cure mediche e diritto allo studio per tutti; aria pulita, acqua pulita e così via.
La madre archetipica è un archetipo necessario alla nostra contemporaneità per prenderci cura del mondo e dei suoi abitanti.
I bambini non devono vivere nel terrore che le persone adulte possano distruggere il pianeta. Ad esempio, sto pensando ai bambini siriani che vivono in una situazione psicologica terribile.
Quindi, ripeto, è veramente un messaggio urgente!
Molti psicologi junghiani purtroppo si focalizzano sul mondo interiore senza considerare il mondo esteriore: dovrebbero fare una differenza tra ciò che loro sono e ciò che loro fanno.

A proposito di questo, gli psicologi junghiani spesso parlano di inconscio collettivo, ma non lavorano su di esso. Cosa pensa a riguardo?

I cambiamenti reali arrivano attraverso l’inconscio collettivo. Rupert Shaldrake, un biologo teoretico britannico, chiama l’inconscio collettivo campi morfici. Ogni specie ha il suo campo morfico. Ogni membro della specie si può identificare con un campo morfico particolare. Quindi, le loro azioni dipendono dal campo morfico con il quale si identificano. Nella specie umana il campo morfico si identifica con l’inconscio collettivo dal quale emergono gli archetipi. Ci sono diversi libri su questo concetto. Tutto ruota su come poter cambiare sé stessi e il mondo.

Prima di tutto se ci deve essere un cambiamento nel mondo sarà grazie alle donne che vivono in questo momento storico. Questo ha a che fare con la nostra biologia femminile.

Ci troviamo in un momento della storia molto “stressante”. Mentre gli uomini, biologicamente, reagiscono agli stimoli stressanti con reazioni di attacco/fuga legate alla produzione di testosterone, le donne reagiscono diversamente, rilasciando estrogeni e cercando un confronto e un dialogo rispetto alle situazioni di stress. Quando le donne sono stressate vogliono sedersi e parlarne, mentre gli uomini fuggono o attaccano.

Le donne hanno la propensione naturale a “mettersi in cerchio“, ovvero a relazionarsi. È per questo motivo che nel 2001 abbiamo fondato i Milionth Circle, che sono dei circoli di donne attiviste rispetto agli argomenti sensibili collettivi. In questi anni siamo state molto attive e nel 2022 il Milion Circle arriverà in India per una nuova conferenza.

L’energia femminile è il tipo di energia di cui ha bisogno il mondo in questo momento storico.

Quando, come me, sei una psicologia da tanto tempo (sono analista junghiana dagli anni ’70) ti capita di vedere numerosi grandi cambiamenti nelle persone e credo che anche a livello collettivo debba e possa cambiare qualcosa.

Il suo testo più famoso qui in italia è “Le dee dentro la donna. Una nuova psicologia femminile.” Nel libro parla di come ognuno di noi abbia degli archetipi, degli dèi, da cui vengono attraversati e agiti. Qual è la sua divinità, il suo archetipo?

Tutti abbiamo un archetipo dominante. Il mio è sicuramente Artemide, che è la dea della caccia e della luna, sorella delle donne e degli uomini. È la prima nata rispetto al gemello Apollo. Appena nata aiutò la madre a partorire Apollo. Artemide è la grande sorella della mitologia. Una donna al pari del fratello e degli uomini. Artemide è una dea vergine. Soccorreva le madri nel parto e le ninfe che stavano per essere stuprate.
Nella cultura greca ogni dio poteva abusare di qualsiasi donna, tranne che delle tre dee vergini: Artemide, Atena e Hestia, che sono rimaste loro stesse. Artemide è rimasta inviolata e non mai stata forzata a fare qualcosa contro la sua volontà.

Questa dea mi ha attraversato spesso nel corso della mia vita. Credo che sia un archetipo molto vicino al movimento femminile per le donne.

Un simbolo stupendo di Artemide è la madre orsa, che simboleggia la madre che non rimane lì a guardare, ma interviene attivamente per aiutare il proprio figlio e, metaforicamente, il prossimo e il mondo.

Artemide, figlia della luna, vede le cose attraverso un’altra prospettiva, non attraverso la luce del sole, ma tramite la luce della luna. Infatti, in lei è molto presente un carattere misterioso e lunare. Inoltre è cacciatrice: si prefigge un obiettivo e lo raggiunge.

In me ci sono anche Hestia e Atena, tutte e tre le dee vergini. Hestia l’ho scoperta nella seconda metà della mia vita. È una dea molto intima e non-verbale, mentre Atena mi ha assistito nello studio.

Poi ci sono tutti gli altri archetipi. Ogni singola dea e ogni singolo dio sono dentro di me. Può esserci un dio dominante, tuttavia all’interno della Psiche sono presenti tutti, e sono pellegrini che non hanno meta.

Info sull'autore

Michele Mezzanotte

Psicoterapeuta, Direttore Scientifico de L'Anima Fa Arte. Conferenziere e autore di diverse pubblicazioni.

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