L’effetto Face App




Ogni manifestazione umana è proiezione di psiche.

James Hillman ci ricorda come il mondo sia la valle del fare anima e come, in questa valle, siamo invitati a condividere, a convivere a stare in relazione. Il se è convivenza. Solo così possiamo trovare un felice plot psichico. Questa rubrica legge i fatti del mondo come fatti di psiche, legge ogni evento come la manifestazione sincronica di un evento psichico che ha valore sia individuale che collettivo. Allora ogni evento è un sogno che può indicarci la via che stiamo percorrendo. L’istantanea che ci coglie nella posa che non vogliamo vedere.

Per questo mi ritrovo a scrivere di face app oggi. Perché sulla soglia dei miei 44 anni, ben oltre il confine della mia crisi di mezza età, ma piuttosto in anticipo rispetto alla mia terza età, sono spesso invaso da pensieri di decadimento fisico e mentale. Mi preparo all’evento vecchiaia con un pelo di paura e un pizzico di dispiacere per non aver fatto quello che ormai non potrò più fare, anche se una parte di me è ancora convinta di avere tempo.

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Face App, Berlusconi e l’inflazione di Mercurio

Ho come l’impressione che questa app che consente di ottenere un’immagine, peraltro piuttosto credibile, del nostro volto in vecchiaia, stia correndo in aiuto all’inflazione mercuriale inaugurata nel lontano 1994 dalla nascita del berlusconismo. Non me ne vogliate, non sono mai stato antiberlusconiano se non a tratti. Non lo cito qui in chiave politica ma, piuttosto come spartiacque storico.

L’inflazione della mercurialità va intesa come l’eccesso dello stile tipico del dio Mercurio che, ancora in fasce, ruba le mucche al fratello Apollo; che riceve in dono, poi, il caduceo con cui addormentare e risvegliare chi vuole a piacimento; che protegge i ladri. Insomma siamo tutti, di destra o sinistra, di sopra o di sotto, costruttori dell’era di Mercurio. Truffaldini intenti a ottenere ciò che ci va, come un fratello che ruba le caramelle alla sorella più piccola. Nella psiche si esalta il fanciullo onnipotente in grado di fare ciò che vuole, finanche rubare un centinaio di vacche al proprio fratello prima ancora di imparare a camminare.

Questa onnipotenza, questo “Io tutto”, come una certa psichiatria lo aveva chiamato, inizierà a comprendere la sua caducità quando inizierà ad agire sul mondo, ci ricorda Laborit. Ma fin quando sta fermo, non produce, immagina e usa l’immaginazione per fuggire dal suo limite, si manifesterà come la più grande e potente immagine del Puer Aeternus.

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Senex e Puer

Ora, sia inteso, il puer è la benzina per fare tutto. Anche la psicoterapia non potrebbe andare avanti se non ci fosse la benzina-puer, anzi non inizierebbe neanche. Ma il motore? Chi, una volta iniziata una psicoterapia trova la costanza per portarla avanti senza “sgasate” improduttive. Ecco che il Senex, il vecchio saggio giunge a compensare il puer.

In un era che vede l’inflazione del puer, Face app giunge a rammentarci del senex, della saggezza, Face app riporta il piombo alchemico in auge. Face app trasforma l’oro in piombo cercando di restituire dignità alla depressione. Si perché questa è l’era dell’autoesaltazione, del volere è potere, questa è l’era in cui ci dimentichiamo che la depressione è quell’atto psichico che corrisponde al fare tre passi indietro davanti a un quadro per meglio coglierne il valore di insieme, un insieme che coinvolge gli “altri” altrimenti esclusi nel nostro ideale di essere onnipotenti, un ideale che ritiene gli “altri” delle semplici comparse del film scritto da noi e che ci vede protagonisti.

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Face App, Depressione e complottismi

Face app ci invecchia e lo fa bene. Non uno di quei fotoritocchi anni ottanta, non un effetto speciale alla Starwars o alla Nightmare, effetti che permettevano di restare al di fuori, che permettevano, cioè, di mantenere il controllo tramite l’immaginazione. Face app modifica i nostri volti in modo talmente credibile da darci quel brivido che solo il perdere il controllo può darci. Face app allora ci fa dono della depressione, della cavità in cui mettiamo il piede in fallo e che ci fa sentire che il terreno sotto i piedi viene a mancare. Allora potremmo ribattezzarla Depress-app oppure Hollow-app e potremmo ringraziare per il dono.

Ma siccome l’individuale e il collettivo sono l’uno lo specchio dell’altro, così come ognuno di noi non vuole deprimersi, invecchiare, cadere, così anche la società vuole evitare che avvenga. Allora nasce il complottismo intergalattico. Società russe che controllano i nostri dati e le nostre immagini per farne un uso criminoso. Rieccoli i ladri! I protetti di Mercurio!

Non posso certo escludere che vi siano poteri forti che utilizzino queste app con finalità altre, eppure mi chiedo cosa se ne possano fare delle mie immagini i Russi. Oppure Face-app ha tra i suoi abbonati illustri i Trump o i Xi Jimping? Spererei di si. Spererei che i nostri capi di stato siano andati ben oltre la crisi di mezza età, spererei che riescano a fare tre piccoli passi indietro per dare un occhiata d’insieme. La paranoia fa capolino sempre quando il fanciullo avverte che la sua onnipotenza è del tutto immaginaria. La paranoia genera un racconto che, seppur da vittime, ci ricolloca al centro della trama. Dunque potreste ritrovarvi l’identità rubata? Il conto in banca in rosso? Le vostre verità più segrete rese pubbliche? Oddio mi fa impressione! Questi sono gli scopi della Psicoterapia: Perdere l’identità e ricostituirla; perdere i denari, quell’ argento vivo che è centrale nell’opus alchemico fino al “Rosso” della rubedo che corrisponde al ritiro delle proiezioni tanto caro agli junghiani; vedere le nostre difese cadere e renderci disponibili quelle verità che abbiamo celato sapientemente.

Insomma Face app è un invito alla psicoterapia. Ma non vi confondete, non si tratta del mio personale messaggio pubblicitario, la psicoterapia non deve avvenire per forza nella stanza di analisi. La psicoterapia è un servire l’Anima e può avvenire ovunque, pur avendo degli spazi in cui si svolge al meglio. Un buon letto e una buona camera possono rendere il sonno di maggiore qualità, ma si può dormire ovunque.

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Conclusioni

In conclusione Face app giunge sui nostri smartphone per soccorrerci. Per donarci un punto di vista necessario alla nostra psiche in cui c’è un fanciullo che salta da un divano all’altro senza riuscire a trovare la capacità di fermarsi, ma avendo un bisogno profondissimo di trovare pace e ristoro dalla sua frenesia. E sarà un caso che tra i tanti milioni di coloro che hanno scaricato questa app ci sono proprio quelli della mia generazione? Quelli che non vogliono rinunciare, come me del resto, alla loro puerilità?

E che i servizi segreti, Freud li aveva chiamati “inconscio”, l’invenzione letteraria più fruttuosa del ‘900, usino al meglio le mie immagini, il mio puer ne sarebbe felice ma, siccome non è un fessacchiotto e vuole rimanere onnipotente, non ha ancora scaricato Hollow-app e quando inciampa fa finta di nulla.

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P.S. CLICCA QUI per leggere – Depressione come ribellione: il “male oscuro” che cura l’anima

Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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